Breve storia del dittatore più eccentrico di ogni tempo | Rolling Stone Italia
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Breve storia del dittatore più eccentrico di ogni tempo

Il presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov ha recentemente consegnato il potere al figlio Serdar. Da dentista a leader carismatico di uno dei regimi più inaccessibili al mondo, la sua è una storia (a dir poco) bizzarra

Breve storia del dittatore più eccentrico di ogni tempo

Foto via Getty Images

Mentre l’informazione è monopolizzata dagli sviluppi della guerra in Ucraina il Turkmenistan, uno dei regimi più misteriosi e inaccessibili al mondo, è impegnato a dare seguito alle elezioni più importanti degli ultimi 16 anni. Il voto del 12 marzo non è stato degno di nota da un punto di vista strettamente pratico – de facto, si tratta di un passaggio di consegne dinastico – ma ha avuto una notevole importanza sotto il profilo simbolico: Gurbanguly Berdymukhamedov, il dittatore che governa il Paese dal 2006, sta infatti per essere sostituito da suo figlio Serdar.

La decisione di anticipare le elezioni era stata presa a febbraio, quando l’arkadag – termine traducibile con “protettore”, come viene spesso definito Gurbanguly in patria – ha dichiarato di essere pronto a «cedere il passo ai giovani» a causa di un peggioramento delle sue condizioni di salute.

Della vicenda personale di Berdymukhamedov si sa pochissimo: in Italia ha acquisito una certa fama in una nicchia ristretta grazie al lavoro della pagina Instagram Iconografie XXI, che ha spesso dato risalto all’eccentricità del presidente turkmeno, ora sottolineando la sua ossessione per i cavalli, ora divulgando alcuni bizzarri aneddoti del suo passato (il successo riscosso dalla pagina ha dato vita a un progetto più ampio, il Centro Studi per il XXI Secolo, che pubblica periodicamente delle monografie cartacee molto interessanti e approfondite; l’ultima, uscita pochi giorni fa, è interamente dedicata alla storia del leader turkmeno, ed è la fonte da cui attingeremo la maggior parte delle informazioni necessarie per questo articolo).

 

Gurbanguly Malikguliyevich Berdimuhamedow è nato a Babarap, nella provincia di Ahal dell’allora Repubblica socialista sovietica del Turkmenistan, il 29 giugno 1957. Suo padre era un funzionario del ministero dell’Interno, che ha prefigurato per lui un’istruzione di un certo tipo: la sua formazione non si è svolta all’interno delle istituzioni turkmene, ma ha seguito un percorso abbastanza inusuale per un leader di Stato. Gurbanguly ha infatti studiato odontoiatria presso l’Istituto Medico Statale del Turkmenistan, lavorando come dentista a partire dal 1979; nel 1995 è diventato il capo del centro di odontoiatria al Ministero della Salute del Turkmenistan (che, nel frattempo, era uscito dall’orbita sovietica, proclamando l’indipendenza il 27 ottobre del 1991). Nel ’97 la sua carriera politica ha iniziato a prendere il volo, prima con la nomina a Ministro della Salute dall’allora presidente Saparmurat Niyazov e, successivamente, risalendo la gerarchia del potere attraverso la conquista della vicepresidenza, nel 2001.

Il golpe è arrivato nel dicembre di 5 anni dopo, a seguito della sorprendente morte di Nyýazow, quando il Consiglio della Sicurezza dello Stato del Turkmenistan nominò Berdimuhamedow come Presidente ad interim. Una modifica all’articolo 60 della (piuttosto blanda) Costituzione locale gli ha permesso di bypassare un problema di incompatibilità tra cariche – fino a quel momento, infatti, era previsto che il Presidente ad interim non potesse candidarsi all’elezione per la Presidenza, cavillo che avrebbe impedito a Berdimuhamedow di partecipare alla tornata elettorale prevista per l’anno successivo; tuttavia, il 24 dicembre del 2006 il Consiglio del Popolo votò per rimuovere questa previsione legislativa, preparando il terreno per il successo elettorale di Gurbanguly, che si impose nella competizione con percentuali bulgare, conquistando l’89% delle preferenze – il suo principale competitor, il presidente dell’Assemblea nazionale turkmena Öwezgeldi Atayew, fu estromesso dai giochi e sottoposto immediatamente a indagini.

Una volta conquistata la Presidenza, Berdimuhamedow ha dovuto affrontare una sfida piuttosto delicata: era necessario consolidare il suo potere, a partire dalla costruzione di un imponente culto della personalità che potesse eradicare dalla memoria collettiva il ricordo del dominio quindicennale di Nyýazow. Benché potesse contare sull’appoggio dell’élite politica, infatti, la sua posizione era ancora abbastanza traballante per via della resistenza di alcune coalizioni di potere. Per allargare la forbice del proprio consenso, il neo presidente cominciò a lavorare strenuamente sulla propria immagine, cucendosi addosso un physique du rôle da riformista navigato: ad esempio, allentò le restrizioni di viaggio e riaprì le biblioteche nelle aree rurali del Paese, facendo scomparire qualsiasi residuo di celebrazione del proprio predecessore, dal palazzo presidenziale ai monumenti – Una strategia di consolidamento che, alla fine, ha funzionato: è stato rieletto nel 2012 e nel 2017, conquistando in entrambi i casi il 97% delle preferenze.

Proprio l’edificazione di un nuovo culto della personalità è il tratto che ha reso celebre Berdimuhamedow anche al di fuori dei confini nazionali. Una tendenza ben delineata anche dal lavoro certosino svolto da Iconografie, che ha documentato con dovizia tutte le ritualità che hanno consentito al leader turkmeno di costruire una veste pubblica strettamente legata ai due animali simbolo del Turkmenistan: il cane alabai turkmeno e il cavallo Akhal-Teke, entrambi considerati parte integrante della cultura nazionale.

Una tendenza accentuata anche dalla costruzione di opere talmente kitsch e imponenti da apparire irreali: ad esempio, nel 2020, Berdymukhamedov ha avallato l’inaugurazione della Alabaý heýkeli, una statua composta d’oro massiccio e dedicata al cane alabai, costruita al centro di una rotonda ad Ashgabat. Cinque anni prima, il presidente turkmeno ha fatto edificare una struttura in bronzo che lo raffigura a cavallo di un Akhal-Teke in cima a una roccia di marmo bianco alta 20 metri.

Turkmenistan President unveils giant golden statue of his favourite dog breed

Anche lo sport rappresenta una componente essenziale della propaganda di Berdymukhamedov, che è un acceso promotore dell’attività fisica e non perde occasione per dare sfoggio delle sue doti atletiche, come dimostrano le tante istantanee che lo raffigurano giocare a calcio o sfrecciare in bicicletta. L’eccessiva enfasi sull’importanza dell’attività fisica gli consente di perseguire un duplice obiettivo: da un lato, quello di provare a trasformare il Turkmenistan in un polo attrattivo per l’organizzazione di manifestazioni sportive internazionali; dall’altro, è uno dei tanti modi che un dittatore ha a disposizione per ripulire la propria immagine dagli abusi compiuti in patria, seguendo le componenti della strategia nota come “sportwashing” – che, nei tempi più recenti, è stata ben riassunta dagli eventi di wrestling ospitati periodicamente in Arabia Saudita.

Come ha spiegato il numero speciale di Iconografie, tra gli sport praticati da Berdimuhamedow, il preferito è senza dubbio il ciclismo: «Nel corso degli anni ha partecipato – vincendo sempre – a gare ufficiali a bordo della sua mountain bike verde, ha approvato piani statali per diffondere lo sport tra la popolazione, ha costretto funzionari pubblici e studenti a partecipare a giri in bici obbligatori. Nel 2013 ha ordinato a tutti i cittadini del paese di comprare una bicicletta, per lanciare una campagna “per migliorare la salute, l’ambiente e promuovere il ciclismo” nel paese: secondo il sito d’opposizione chrono-tm.org, la decisione aveva fatto aumentare rapidamente i prezzi delle bici in Turkmenistan. Nel 2017 Berdimuhamedow ha premiato i vincitori dei Giochi asiatici indoor con delle biciclette d’oro». Celebre è, poi, la “dimostrazione di forza” che Berdimuhamedow ha fornito ai suoi ministri nel 2018, sollevando una sbarra d’oro davanti ai loro occhi in un momento solenne e parecchio perturbante – l’obiettivo, con ogni probabilità, era quello di catalizzare l’attenzione sui Campionati mondiali di sollevamento pesi che, in quei giorni, si stavano svolgendo proprio ad Ashgabat.

 

 
 
 
 
 
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Un altro tormentone ha a che fare con il suo feticismo per le automobili e le gare di velocità, ovvio riferimento alla sua spiccata capacità di “guidare” il Paese. Citando sempre il numero speciale di Iconografie, «tale celebrazione è un topos della propaganda turkmena, che racconta spesso storie su come il presidente abbia vinto gare automobilistiche “per caso” – ovvero arrivando sul posto per assistere come spettatore e decidendo all’ultimo momento di partecipare» – l’aneddoto più famoso risale al 2018, quando ha conquistato la qualificazione per l’Hamul-Azar International Rally  insieme al figlio Serdar, che in quell’occasione gli faceva da navigatore, donando il suo casco a un museo locale.

Turkmenistan President in pole position for international rally

Per tutti questi motivi, la fine – perlomeno simbolica – della parentesi di Gurbanguly Berdymukhamedov è un’occasione importante per esplorare il retroterra che ha permesso a un anonimo dentista di trasformarsi nel dittatore più eccentrico di ogni tempo, fautore di un culto della personalità che, citando l’analista Rafael Sattarov, rappresenta «un ibrido di stalinismo e feudalesimo orientale, dove il leader è insieme il ‘padre della nazione’ e un ‘dono divino’ al paese intero».