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Su Bibbiano i musicisti italiani hanno perso la testa

L'indecente passerella di oggi del ministro Salvini nel paese reggiano conferma la tossicità del dibattito sul tema. Per questo Pausini e Nek (e ora una delirante Vanoni) non possono chiamarsi fuori, dopo aver gettato il sasso

L’ultima in ordine di tempo è stata Ornella Vanoni, che nelle scorse ore si è aggiunta alla schiera di artisti che hanno voluto esprimersi sul caso Bibbiano, l’inchiesta sulla gestione dei minori in provincia di Reggio Emilia che è diventata un caso politico nazionale.

Anche concedendole il beneficio della naïveté, quello che scrive Ornella Vanoni è terrificante: in uno Stato di diritto solo concepire l’idea che esistano dei crimini per cui non serve il processo è un’aberrazione, peraltro perfettamente coerente con i tempi che viviamo. La vicenda Bibbiano sta tirando fuori il peggio di tutti noi, e anche gli artisti – che abbiamo sempre invitato ad esprimersi e prendere posizione sulle questioni importanti della vita del Paese – stanno conducendo una battaglia di retroguardia.

Prima di Ornella Vanoni era stata Laura Pausini. “Ho appena letto un articolo sulla storia dei bimbi di Bibbiano. Sono senza parole, senza fiato, piena di rabbia nei miei pugni, mi sento incazzata fragile impotente. Ho deciso di cercare questa storia perché una mia fan mi ha scritto pregandomi di informarmi. Non ne sapevo nulla”, ha scritto la popstar sui social, tra tutti la più equilibrata ed empatica nell’affrontare la vicenda.

Il problema è che quando una vicenda come quella di Bibbiano viene strumentalizzata in maniera feroce come una parte politica ha fatto in queste settimane, chiamarsi fuori da un dibattito così tossico, soprattutto per una persona con così tanta visibilità, sarebbe buonsenso.

Peggio ancora ha fatto Nek, che cavalcando l’indignazione fuori controllo di parte della popolazione si è accodato al refrain sovranista, con tanto di foto dello striscione utilizzato durante una manifestazione dell’estrema destra. E accusa implicita al Partito Democratico. Un meme vivente, come hanno spiegato in queste ore: ripetere a pappagallo “Parlateci di Bibbiano” mentre da giorni in questo Paese non si fa altro.

Non è una sorpresa che il ministro Salvini abbia subito espresso la sua “solidarietà” ai due artisti. Né che oggi abbia annunciato la sua presenza nel paese del reggiano per una passerella indecente, a indagini appena iniziate e responsabilità ancora da chiarire. Per questo le prese di distanza successive di Pausini e Nek, che dopo le polemiche si sono affrettati a dire che la loro non era un’esternazione politica, non reggono. Era evidente da settimane che chiunque si fosse gettato nel dibattito sarebbe stato strumentalizzato e che avrebbe alimentato la cortina fumogena alzata ad arte per speculare sul tema. O si vive fuori dal mondo e non si capisce l’andazzo che tira nel Paese – e allora è meglio tacere –, oppure si sta da una parte ben precisa. Basta saperlo.

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