Auguri a Sergio Mattarella, il nonno di tutti gli italiani | Rolling Stone Italia
Politica

Auguri a Sergio Mattarella, il nonno di tutti gli italiani

Nei momenti peggiori dell'ultimo decennio, quando pensavamo di avere la classe politica peggiore del mondo, se siamo rimasti fiduciosi nel futuro del Paese è perché sapevamo che c'era Sergio Mattarella, che oggi compie 80 anni

Auguri a Sergio Mattarella, il nonno di tutti gli italiani

Alessandro Di Meo/Pool/Insidefoto/Mondadori Portfolio via Getty Images

È il 25 aprile 2020 quando il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si reca da solo all’Altare della Patria. Da solo con la mascherina. È l’inizio di qualcosa che ancora non è finito ma l’immagine del Presidente, a cui la sua sola ombra faceva compagnia, rimarrà la fotografia di un uomo di Stato e di come, a spalle dritte e testa alta, ci ha condotti in un momento storico drammatico, che tanti di noi si porteranno dentro quando tra qualche mese giungerà la fine del suo mandato presidenziale, e ancora più in là negli anni quando dovremmo identificare il senso del dovere, la forza e l’abbraccio di un Presidente con la sua Nazione nel momento peggiore mai vissuto dopo le guerre mondiali. Per tanti, dallo scoppio della pandemia sarà come misurare un avanti e un dopo Cristo, e Sergio Mattarella sarà lì prima e dopo.

Oggi Sergio Mattarella compie 80 anni, la maggior parti dei quali votati al senso del dovere. Sin dalla nascita è stato circondato dalla politica: figlio di Bernardo Mattarella, appartenente alla democrazia cristiana e ben cinque volte ministro negli anni Cinquanta e Sessanta. Fratello di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, assassinato brutalmente dalla mafia. Durante l’università a Roma (giurisprudenza) Sergio Mattarella inizia a frequentare i movimenti studenteschi legati ad Azione Cattolica, si laurea con il massimo dei voti e con la lode e nel 1967 comincia a insegnare Diritti pubblico all’università di Palermo.

La sua carriera politica prende vita per volontà di Ciriaco De Mita, allora segretario della DC, che lo spinge nell’arena in un momento in cui gli omicidi di mafia – da quello di Pio La Torre al quello del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa – stanno annegando la Sicilia nel sangue dei suoi figli migliori. È il 1983 quando Sergio Mattarella viene eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione della Sicilia occidentale; il 1987 quando, rieletto, è nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento; il 1989 quando è ministro della Pubblica istruzione nel governo Andreotti. Nel 1990 si dimette per protesta contro la legge Mammì, che riguardava il sistema di tv e radio, anticipando quello che poi sarebbe diventato il sistema berlusconiano.

Le sue attività e i suoi studi lo portano a occuparsi soprattutto delle leggi elettorali. Nel 1993 firma il famoso Mattarellum. Con l’avvento di Berlusconi in politica però le cose cambiano e la frattura che si crea nella ormai non più solida e centrista DC porta alla morte del vecchio scudo crociato: un parte dei democristiani passa a destra con il Polo delle Libertà, mentre Mattarella va a sinistra con l’Ulivo. Così diventa ministro durante i governi D’Alema e Amato; ministro della Difesa nel 2001 quando si trova a dover appoggiare la guerra della NATO contro la Serbia di Slobodan Milosevic. Nel 2009, quando cade il governo, lascia il Parlamento; nel 2011 è eletto giudice della Corte Costituzionale. Il 31 gennaio 2015, con 665 voti, diventa il 12esimo Presidente della Repubblica italiana.

Il suo mandato da Presidente è la storia di un politico e giurista che ha tenuto alto il senso dello Stato mentre intorno a lui c’era solo il vuoto. È passato dagli infantilismi renziani agli sbraiti grillini, da gente che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno a dover trattare rappresentati eletti del popolo come fossero bambini. Da Gentiloni a Renzi, da Letta a Conte, da Conte a Draghi. Ha lasciato parlare la classe politica, e ha tirato dritto pesando sempre e solo al bene comune del Paese.

Sergio Mattarella è stato il Presidente che ha guidato l’Italia da solo, come nella foto del 25 aprile 2020, in mezzo al momento più buio della sua storia recente. I suoi 80 anni sono quelli di un simbolo vivente di uno Stato che non ti abbandona e che sa rimanere saldo nelle difficoltà. Ma sono anche gli 80 anni di un uomo anziano, che fa tenerezza mentre si sistema i capelli bianchi davanti alle telecamere prima di un messaggio alla nazione con il quale deve tranquillizzare un Paese spaventato e smarrito.

Nei momenti peggiori dell’ultimo decennio, quando pensavamo di avere la classe politica peggiore del mondo, se siamo rimasti in qualche modo fiduciosi nel futuro del Paese è perché sapevamo che c’era Sergio Mattarella. Diceva il sociologo americano Lewis Mumford che ogni generazione si rivolta contro i suoi padri e fa amicizia con i propri nonni: per fortuna dell’Italia, il presidente della Repubblica è stato il miglior nonno collettivo che potessimo desiderare.