Zerocalcare non parteciperà al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana | Rolling Stone Italia
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Zerocalcare non parteciperà al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana

Il fumettista non sarà presente all'evento di settore più importante dell'anno: «Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell'ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema»

Zerocalcare non parteciperà al Lucca Comics per via del patrocinio dell’ambasciata israeliana

Zerocalcare

Foto: Rosdiana Ciaravolo/Getty Images

Il dibattito su quanto sta accadendo in tra Israele e Hamas ha finito per inglobare anche una nicchia come quella dei fumetti. Alcuni artisti e appassionati della nona arte non vedono di buon occhio il patrocinio dell’ambasciata israeliana al Lucca Comics and Games, l’evento di settore più importante e partecipato dell’anno.

Tra gli addetti ai lavori che hanno annunciato la loro assenza all’evento c’è anche Zerocalcare, che ha motivato la sua scelta in una serie di storie su Instagram. «Senza troppi giri di parole: purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema», ha scritto l’autore di Kobane Calling. «In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire. Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro. Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire».

Zerocalcare ha anche parlato delle sue esperienze passate nella Striscia: «Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci. Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese».

Bao Publishing, la casa editrice che detiene i diritti delle opere di Zerocalacare, ha pubblicato un post sui propri canali social, spiegando di appoggiare la scelta dell’artista: «Tutta BAO gli è solidale, comprende perfettamente le sue ragioni, le accetta e se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera. Spiace che, se qualche giorno fa l’organizzazione si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca, forse i toni della polemica sarebbero stati più gestibili, e non si sarebbe dovuti arrivare a tanto. Da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare».