Riccardo Magi: «Sulla gestazione per altri il PD è conservatore. Perché nasconderlo?» | Rolling Stone Italia
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Riccardo Magi: «Sulla gestazione per altri il PD è conservatore. Perché nasconderlo?»

Il segretario di +Europa ha presentato un emendamento per regolarizzare la gestazione per altri e farla finita con la visione meloniana del "reato universale". Un emendamento che ha creato scompiglio non soltanto a destra, ma anche tra le fila dei Dem, che lo hanno definito una "forzatura parlamentare". Lo abbiamo intervistato

Riccardo Magi: «Sulla gestazione per altri il PD è conservatore. Perché nasconderlo?»

Riccardo Magi

Foto di Simona Granati - Corbis/Corbis via Getty Images

La gestazione per altri, ossia una forma di procreazione assistita nella quale una donna (detta gestante) porta a termina la gravidanza per conto di una coppia o un singolo genitore intenzionale, è l’argomento polarizzante del momento. La pratica è vietata dalla legge 40 del 2004, ma alla destra post missina questo non basta. Meloni e soci vogliono esagerare: in Parlamento, infatti, si sta discutendo la proposta della maggioranza di renderla “reato universale”, ossia di punire i genitori che accedano a questo metodo di procreazione anche all’estero, in Paesi in cui è perfettamente legale. Ieri il deputato Riccardo Magi ha presentato un emendamento che proponeva di regolarizzare una volta per tutte la gestazione per altri solidale nel nostro paese, emendamento che però è stato respinto: a votare contro è stato l’intero centrodestra al quale si è aggiunta, dalle file dei Dem, l’ex ministra Paola De Micheli. Il Movimento 5 Stelle si è astenuto e così ha fatto anche Bruno Tabacci, anche lui iscritto al gruppo PD. L’Alleanza Verdi Sinistra ha votato a favore. Il resto del PD, invece, ha preferito uscire dall’Aula. Tra le altre cose, la proposta di Magi mirava a istituire un Registro nazionale delle Gestanti, che dovevano avere al massimo 42 anni e un reddito certo ed essere già madri. E introduceva una specifica ipotesi di reato per chi, abusando di una condizione di necessità, avesse indotto una donna a portare avanti una gravidanza per altri. È invece passata in scioltezza la proposta della destra: i voti a favore sono stati 166, 109 i contrari, quattro gli astenuti. Abbiamo fatto due chiacchiere con Magi per provare a orientarci e comprendere un punto importante: perché, quando si parla di temi etici e diritti civili, i partiti progressisti diventano conservatori?

Cosa prevedevano gli emendamenti presentati ieri?
Il primo la regolamentazione della gestazione per altri in forma solidale, il secondo la depenalizzazione della gpa in Italia e quindi l’estromissione, dall’attuale normativa, della sanzione penale del carcere. La motivazione politica è facilmente intuibile: è solo regolamentando la gestazione solidale che possiamo combattere la commercializzazione e lo sfruttamento. Tra l’altro, non ci siamo inventati nulla: abbiamo utilizzato la proposta elaborata dall’Associazione Luca Coscioni, che avevamo già presentato come proposta di legge autonoma, trasformandola in emendamento e proponendola come testo alternativo a quello della destra di governo.

Come spiega le reazioni di una parte del Partito Democratico? Mi viene in mente la capogruppo Chiara Braga, che ha definito gli emendamenti come una «forzatura parlamentare».
Io ho grande rispetto per il dibattito che avviene all’interno dei partiti, ma credo che le giustificazioni che Braga ha addotto per motivare il non voto del partito siano soltanto dei pretesti. L’hanno buttata sulle tempistiche, suggerendo che non fosse il momento giusto per parlare di questa questione, ma sono giravolte retoriche che sentiamo dalla notte dei tempi. La realtà è un’altra: nel Partito Democratico, almeno su queste questioni, c’è una componente conservatrice maggioritaria. Perché nascondersi?

Il mancato appoggio da sinistra è una delusione doppia, immagino.
Ma no, anzi, quello che è accaduto in Aula è in un certo senso positivo. Perlomeno è un disvelamento di quale sia il livello e la qualità di dibattito all’interno dei partiti, e dimostra che la società è più avanti di chi dovrebbe rappresentarla. È una questione di avanzamento in termini di mentalità e di costume.

Torniamo al testo proposto dalla destra: c’è chi sostiene che sia contrario al diritto internazionale e alla Costituzione.
Assolutamente: nel nostro Paese manca ancora l’adeguamento del Codice Penale allo statuto della Corta Penale Internazionale e, di conseguenza, il riconoscimento di quei reati che sono universali per davvero, come ad esempio il genocidio. L’aberrazione della destra sta tutta qui: inventare dei reati universali che universali non sono e, rispetto ai quali, qualora dovessero effettivamente diventare operativi, l’ordinamento giudiziario degli altri paesi risponderà giustamente con una pernacchia. È ovvio che non ci sarà mai una cooperazione giudiziaria tra magistratura italiana e magistratura di un altro Paese in cui la gestazione per altri è perfettamente legale e, magari, addirittura rimborsata dal sistema sanitario nazionale. È semplicemente ridicolo. Non dovesse bastare, questa proposta è contraria al diritto europeo: il Trattato di Nizza prevede che nessun cittadino possa essere condannato per un’azione che non sia reato in base al diritto interno del Paese in cui viene commessa o in base al diritto internazionale. In questo caso non ricorre nessuna di queste condizioni. Di conseguenza, il testo della destra è anche incostituzionale, perché la nostra Costituzione pone il diritto internazionale come sovraordinato rispetto al diritto nazionale. Questo è un punto su cui credo che anche il Presidente della Repubblica farà una discussione.

Mi sembra che sulla gestazione per altri sia in corso anche una demonizzazione a livello lessicale: il termine “utero in affitto” è improprio, eppure è largamente quello più in voga.
Questo è un problema che attiene anche alla qualità dell’informazione italiana. In queste settimane abbiamo sentito diversi giornalisti, anche sulla Rai e in spregio alle responsabilità che dovrebbero derivare dal servizio pubblico, parlare impropriamente di “utero in affitto”. Un termine dispregiativo e una mancanza di rispetto nei confronti di tutte le famiglie che si sono formate grazie alla gestazione per altri. Questo, tra le altre cose, è anche l’aspetto più terrificante della legge: calare dei bambini e delle bambine nei panni di figli e figlie di un reato universale.

Chiudiamo con un po’ di leggerezza: per come Fratelli d’Italia aveva presentato il testo in prima stesura, Elon Musk, uno degli imprenditori che il governo sta provando a portare dalla propria parte, sarebbe una sorta di criminale internazionale.
Be’, sì: la proposta precedente, ossia quella depositato durante la scorsa legislatura con la prima firma di Giorgia Meloni, prevedeva la punibilità non soltanto dei cittadini italiani, ma anche dei cittadini esteri. Di conseguenza, seguendo quel dettato, Elon Musk avrebbe dovuto essere incriminato, prelevato dalle forze dell’ordine in aeroporto e arrestato, dato che sua figlia Exa è stata concepita con la gestazione per altri, anche se legale in altri paesi, anche se effettuata da cittadini stranieri. È tutto a dir poco surreale.