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L’ironia retrograda sulla presunta relazione tra Mbappé e la modella transgender Ines Rau

Se ne parla moltissimo, sui social e non solo. C'è chi insulta, chi si prodiga in battutine di terza elementare e chi, come Mario Adinolfi, parla di «frequentazioni anonime» che «portano male». Bentornato, Medioevo

«Stasera Mbappé si prenderà il c*zzo della vittoria dalla sua ragazza», scrive un raffinato statista su Twitter la sera della finale dei Mondiali in Qatar. «Messi alzerà la Coppa del mondo mentre Mbappé alzerà la gonna della sua ragazza e vedrà spuntare un glande», twitta tale Lil Diabetus alla vigilia della finale.

Sono tantissimi gli insulti, le risate e le reazioni di ilarità ricevute in questi giorni dall’attaccante francese per la sua presunta se non addirittura inventata omosessualità e per la sua, sempre presunta, relazione con la modella transgender Ines Rau.

Quando, dopo la sconfitta del Marocco con la Francia, Kylian Mbappé pubblica su Twitter la foto dell’abbraccio tra lui e il calciatore marocchino Achraf Hakimi Mouh, suo compagno di squadra nel Paris Saint-Germain, scrivendo «Non essere triste, sono tutti orgogliosi di ciò che hai fatto, hai scritto la storia», un utente risponde pubblicando un ingrandimento della stessa foto sulle parti intime del capocannoniere francese insinuando che avesse un’erezione e scrivendo «Ok fratello, ma perché sei eccitato?».

C’è anche chi ha postato il fotogramma di un video hard in cui si vede una donna transgender avere un rapporto anale con un uomo, scrivendo «Mbappé che viene punito dalla sua ragazza». Uno dei tweet più apprezzati è stato quello in cui c’è scritto «Mbappé ha un ragazzo», seguito dal tag al profilo ufficiale dello Stato del Qatar e a un profilo fake della polizia del Qatar, per segnalare alle autorità l’illegalità del gesto.

Molti utenti, nelle risposte seguite a questo tweet, hanno pubblicato delle foto di Mbappé che abbraccia alcuni dei suoi compagni di squadra in un momento di esultanza o che si scambia la maglietta con il calciatore marocchino del Paris Saint-Germain, Achraf Hakimi Mouh, insinuando una sua presunta e mal celata omosessualità. «È ora di farlo processare e arrestare prima della finale», scrive un utente sotto il post. «Aspettate solo che dica ai funzionari del Qatar della ragazza di Mbappé», twitta un profilo con oltre 430 mila follower.

Gli utenti si riferiscono alla severa legislazione qatariota in merito ai diritti della comunità LGBT+: nel Paese arabo, infatti, le coppie dello stesso sesso non hanno alcun riconoscimento legale e gli atti sessuali tra maschi sono considerati illegali. Inoltre, secondo un rapporto di Human Rights Watch, le persone LGBT+ qatariote vengono arrestate senza possibilità di mettersi in contatto con i famigliari o avvocati, subiscono abusi e violenze fisiche e psicologiche, e vengono rilasciati solo a due condizioni: che accettino di seguire un percorso di ‘conversione sessuale’ e che facciano i nomi di altre persone appartenenti alla comunità.

Anche Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, si è unito al coro di insulti con un tweet offensivo. Citando un articolo della Gazzetta dello Sport dal titolo Mbappé, la sua arma segreta è la fidanzata Ines, modella transgender, Adinolfi scrive: «E la chiamano “arma segreta”. Ragazzo mio, è da Renzi 2016 (legge Cirinnà), che spiego che certe frequentazioni anomale stancano e portano male. Mbappé caro, la fidanzata iperaccessoriata è sgradita a Maria. E Di Maria vi suona», riferendosi al gol del 2-0 nella finale Argentina-Francia, segnato da Ángel Di María, attaccante dell’Argentina. Il tweet è poi stato eliminato. Forse era troppo anche per lui.

I riflettori dei Mondiali sono quindi ora tutti puntati su Mbappé, ma non per motivi calcistici. La presunta frequentazione della stella del Paris Saint-Germain con Ines Rau, prima modella transgender a finire sulla copertina di Playboy, infuoca la rete e riempie le pagine dei tabloid di tutto il mondo. I due erano stati paparazzati insieme lo scorso maggio al Festival di Cannes a bordo di uno yatch in atteggiamenti amichevoli e intimi, da lì in poi più nulla, se non la recente dichiarazione di Rau a Elle: «Finalmente ho trovato un ragazzo che mi accetta per come sono», ma senza specificare di chi si tratti. Non importa, da quel momento, anche se in assenza di prove e conferme da parte di entrambi, i media e i social hanno deciso: i due stanno insieme e sono una coppia fissa. E a seguire insulti e battutine a non finire.

Classe 1990, Ines Rau è nata a Nancy, in Francia, ma ha origini algerine. Oggi vive a Parigi e fa la modella. Nata uomo, a 16 anni è sottoposta all’operazione di cambio di sesso, anche se ha rivelato di essere transessuale quando ne aveva già 24. È diventata famosa nel 2017 quando è diventata la prima modella dichiaratamente transgender a finire sulla copertina di Playboy. In realtà prima di lei, nel lontano 1991, un’altra donna trans, Caroline Cossey, era stata nominata playmate del mese, ma all’epoca la sua transizione non era nota. Nel 2018 ha pubblicato la sua autobiografia, Femme, in cui ripercorre la sua storia. «Sento che la mia anima è finalmente libera, come se si fosse aperto il lucchetto che mi teneva prigioniera da tempo. Adesso mi sento a tutti gli effetti una donna», scrive nel suo libro. Oltre a essere una modella, Rau è impegnata nella tutela dei diritti delle minoranze, da quella LGBT+ ai diritti delle donne e delle persone migranti.

Le parole di derisione e gli sfottò, basati oltre tutto su un gossip, che ha ricevuto Mbappé in questi giorni testimoniano bene il clima di omotransfobia che si respira ancora oggi nel mondo del calcio, e che fatica a essere sconfitto. Un fenomeno che non conosce confini e che è presente anche nel nostro Paese. A confermarlo i dati del rapporto “Le discriminazioni nel mondo dello sport”, pubblicato lo scorso ottobre e realizzato dall’Osservatorio Nazionale contro le discriminazioni nello sport. A quanto emerge dal report, la grandissima maggioranza delle discriminazioni documentate (78,7%) riguarda proprio il calcio, lo sport nazionale più praticato sia a livello professionale che amatoriale in Italia.

Non è un caso quindi che, ad oggi, i calciatori dichiaratamente gay o si sono già ritirati o giocano in campionati minori. «Ci sono almeno due gay per squadra», ha dichiarato l’ex difensore francese Patrice Evra a Le Parisien, «ma non possono dirlo altrimenti sono finiti. Sono sicuro di questo perché alcuni compagni che ho avuto durante la mia lunga carriera si sono aperti con me in privato, ma hanno paura di farlo pubblicamente».

Un’eccezione è rappresentata dal calciatore australiano Josh Cavallo, 23 anni, che ha fatto coming out sui social circa un anno fa: «Oggi sono finalmente pronto a parlare di qualcosa di personale, sono orgoglioso di annunciare pubblicamente che sono gay», racconta nel suo videomessaggio. «Ho combattuto la mia sessualità per oltre sei anni ormai, ma ora sono felice di smettere di farlo”, aggiunge. “So che ci sono giocatori che vivono in silenzio. Voglio aiutare a cambiare questo, per dimostrare che tutti sono i benvenuti nel gioco e meritano il diritto di essere se stessi», conclude il difensore dell’Adelaide United.

Nonostante questo importante passo avanti e il supporto ricevuto da grandi campioni dello sport come Piqué, Griezmann e Gasol, a inizio anno il giocatore australiano ha denunciato sui social di essere stato vittima, durante una partita, di insulti omofobi: “Questo dimostra che, come società, dobbiamo ancora avere a che fare con questi problemi nel 2022: non è accettabile e va fatto di più per fare in modo che queste persone vengano ritenute responsabili di ciò che fanno e dicono. L’odio non vincerà mai”.

Se la relazione tra Mbappé e Rau fosse confermata dalla coppia, rappresenterebbe quindi un importante passo avanti per il mondo del calcio, ancora vittima di una cultura retrograda.

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