L’attivista iraniana Narges Mohammadi ha vinto il Nobel per la Pace | Rolling Stone Italia
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L’attivista iraniana Narges Mohammadi ha vinto il Nobel per la Pace

L'Accademia Svedese l'ha premiata per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti». Attualmente si trova in prigione, e in passato è stata sottoposta a diverse pene corporali

L’attivista iraniana Narges Mohammadi ha vinto il Nobel per la Pace

L’attivista iraniana Narges Mohammadi è stata insignita del premio Nobel per la pace per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti».

Announcement of the 2023 Nobel Peace Prize

Attualmnete Mohammadi, nota per le sue proteste contro il regime politico–religioso che governa l’Iran e per aver contribuito a portare all’attenzione internazionale il caso di Mahsa Amini ( la 22enne curda morta mentre si trovava sotto la custodia della polizia morale per non aver indossato nella maniera corretta l’hijab) il regime politico-religioso che governa l’Iran l’ha sottoposta a 13 arresti e cinque condanne penali, condannadola complessivamente a 31 anni di prigione.

Nell’ambito delle varie condanne è stata sottoposta anche a pene corporali, tra cui 154 frustate.

La prima condanna, di un anno di carcere, risale al 1998, per aver criticato il governo. Il 15 gennaio 2022 è stata condannata a otto anni e due mesi di reclusione, due anni di esilio e 74 frustate. All’attivista sono state negate le cure mediche secondo quanto riporta Amnesty International, nonostante soffra di una malattia polmonare. Nel dicembre del 2022 ha denunciato, in una lettera pubblicata dalla BBC, le condizioni disumane delle carcere iraniane, specialmente per le detenute femminili.

Lo scorso anno il premio Nobel per la pace è stato assegnato al difensore dei diritti umani bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni per i diritti umani: una russa, la Memorial, e una ucraina, chiamata Centro per le libertà civili. Nel 2021, invece, il premio è toccato alla giornalista filippina Maria Ressa e al suo collega russo Dmitry Muratov.