La lotta del punk russo contro Putin | Rolling Stone Italia
Yakutian Punk Against War

La lotta del punk russo contro Putin

Dal febbraio del 2022 Aikhal Ammosov, leader della punk band siberiana Crispy Newspaper, ha portato avanti una serie di proteste contro Putin che gli sono costate prima l’arresto, poi la prospettiva di una lunga condanna, e, infine, la minaccia di essere ucciso. A dicembre, mentre ancora sotto processo per estremismo politico, ha lasciato clandestinamente la Russia e ha raggiunto dopo un lungo viaggio Astana, la capitale del Kazakhstan. Lo abbiamo raggiunto per ascoltare, e per raccontare, la sua storia. Guarda il nuovo documentario di Rolling Stone Italia

Dal 24 febbraio del 2022, il giorno in cui il capo del Cremlino, Vladimir Putin, ha dato inizio alla guerra in Ucraina, decine di migliaia di giovani russi hanno lasciato il loro paese: chi ha potuto ha raggiunto l’Europa o la Turchia, ma la maggior si trova al momento in Kazakhstan, in Georgia e in Armenia.

Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici e come spesso accade in situazioni analoghe del tutto personali. È probabile che molti di quelli che sono fuggiti avessero in mente da tempo l’idea di andarsene. Per un gran numero di ventenni e trentenni partire rappresenta l’unica possibilità di evitare la mobilitazione, e quindi di essere richiamati nell’esercito per combattere.

Alcuni, stabilire quanti siano è praticamente impossibile, sono hanno dovuto farlo per le loro idee politiche, totalmente inconciliabili con l’invasione dell’Ucraina e con la successiva stretta delle autorità sulla società russa. La vicenda di Aikhal Ammosov, di cui Rolling Stone si era già occupato la scorsa primavera, rientra di sicuro in quest’ultima categoria. Aikhal è il carismatico leader del gruppo punk-rock siberiano Crispy Newspaper.

È cresciuto nella Repubblica Sakha, o Yakutia, una regione nell’estremo oriente del paese. Quando la guerra è cominciata si è impegnato in una serie di proteste contro il governo, proteste che sarebbero ampiamente tollerate in qualunque paese europeo, ma che in Russia gli sono costate prima l’arresto, poi la prospettiva di una lunga condanna, e, infine, la minaccia di essere ucciso.

Lo scorso dicembre, mentre era ancora sotto processo per estremismo politico, Aikhal ha lasciato clandestinamente la Russia e ha raggiunto dopo un lungo viaggio Astana, la capitale del Kazakhstan. In quella città continua con coraggio la sua battaglia punk, nonostante il rischio di essere deportato. Lo abbiamo raggiunto per ascoltare, e per raccontare, la sua storia.