Il nuovo leader di QAnon è una bambina di 13 anni | Rolling Stone Italia
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Il nuovo leader di QAnon è una bambina di 13 anni

Si chiama Tiny Teflon, e il suo obiettivo sarebbe quello di “reclutare altri bambini” nella lotta anti-establishment.

Il nuovo leader di QAnon è una bambina di 13 anni

Graham Hughes/The Canadian Press via AP

È difficile farsi una chiara idea di cosa sia QAnon se non si considera il contesto americano e la deriva folle del suo dibattito politico.

Negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere la galassia trumpista: Repubblicani delusi dalla vecchia guardia, estremisti che hanno infiltrato il Gran Old Party spingendo l’agenda del suprematismo bianco e troll online che hanno usato il meme come mezzo preferenziale per la propaganda online e per influenzare l’opinione pubblica (su quest’ultimo tema è essenziale il saggio di Angela Nagle Kill All Normies: Online Culture Wars From 4Chan And Tumblr To Trump And The Alt-Right, Zero Books, 2017).

La branca più surreale e pericolosa di questo ambiente è QAnon, un culto più che un movimento, impegnato a diffondere teorie del complotto che mischiano esoterismo e fake news a sostegno dell’idea che il mondo sia comandato da una loggia di “satanisti pedofili” (tra i più illustri troviamo Hillary Clinton, Jorge Bergoglio, Bill Gates e lo star system hollywoodiano) impegnati a rapire bambini, controllare i media e, ovviamente, trovare scuse per incriminare Donald Trump – fantateorie diffuse anche in Italia.

Attiva da sei anni sulla piattaforma 4Chan – aggregatore delle subculture online legate al mondo dei meme noto per la famigerata sezione /pol/ (“politically incorrect”) dove con la scusa dell’umorismo nero trovano spazio neonazismo, antisemitismo, apologia del mass shooting e monnezza affine – QAnon è riuscita a superare il recinto dei mattoidi online e ritagliarsi uno spazio non trascurabile tra le fila del partito repubblicano, come nel caso della deputata Marjorie Taylor Greene.

L’ultima notizia legata alla setta è tanto stupida quanto inquietante: un recente articolo di Vice ha parlato di quella che sarebbe la nuova guida di QAnon, Tiny Teflon, utente tredicenne (così dice) il cui obiettivo sarebbe quello di “reclutare altri bambini” nella lotta anti-establishment.

Le uniche prove a disposizione del culto di estrema destra sono delle chat vocali in cui avrebbero partecipato sia la presunta ragazzina che la madre, dichiarata seguace del gruppo.

Questa storia unisce la teoria più popolare diffusa su 4Chan, ovvero il rapimento di bambini da parte della loggia satanista pedofila finalizzata all’estrazione dell’elisir di lunga vita (nota anche in Italia come testimoniato da alcuni interventi storici alla Zanzara di Giuseppe Cruciani e David Parenzo), alla natura settaria del movimento che nasce attorno le attività di un singolo utente, Q, elevato nel corso degli anni a figura para-mistica grazie al mistero sulla sua identità e, ovviamente, al “peso” delle prime notizie (false) diffuse nel 2017 che lo avrebbero reso bersaglio dei famigerati poteri forti.

L’idea di reclutare minorenni è già di per sé un problema enorme e rende ancora più inquietante la deriva presa da QAnon, ma quella di Tiny Teflon è una notizia che si aggiunge a tante altre che riguardano questo mondo e in fin dei conti è solo l’ultima delle follie sparate dai complottisti.

La questione principale riguarda il peso che una nicchia di esaltati sta riuscendo a ottenere nella politica tradizionale e nei media mainstream. In molti hanno accorpato la setta QAnon al movimento più vasto Make America Great Again (le rispettive narrazioni si autoalimentano, ma il primo mantiene un’identità molto più esclusiva rispetto alla più vasta galassia MAGA), per questo dopo gli arresti per i fatti di Capitol Hill si è iniziato a sottovalutare la portata del culto online al punto da pensare che avesse perso l’influenza conquistata durante gli anni della presidenza Trump. Non è così, anzi.

La retorica vittimista che ha accompagnato le indagini contro il tycoon newyorchese non ha fatto altro che cementificare la mitologia malata dei seguaci di Q, sempre più sostenitori del nuovo partito repubblicano discutono le teorie diffuse da troll e attivisti nelle sedi istituzionali e l’ala che tratta i post di QAnon come fonte giornalistica è diventata maggioritaria.

Per capire i rischi concreti di questa deriva e di come non si tratti di un argomento circoscritto ai soli Stati Uniti basta un esempio concreto: la teoria ridicola dei biolab ucraini, presunti laboratori sotterranei che coinvolgono Ucraina, Nato e gli illuminati satanisti pedofili.

Questa roba, nata sulle board di 4Chan è arrivata anche da noi grazie all’incontro tra QAnon e la galassia filorussa nostrana che ha copiato la teoria lettera per lettera e l’ha diffusa sui canali social tradizionali.

È per questo che QAnon va ridicolizzata (giustamente), ma allo stesso tempo non bisogna abbassare la guardia e sottovalutarli, perché stanno iniziando a mettere radici – al momento effimere – nel dibattito italiano ed europeo.

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