Il gruppo Wagner ha definito Crosetto «un coglione e un cazzaro» | Rolling Stone Italia
Governo vs Wagner

Il gruppo Wagner ha definito Crosetto «un coglione e un cazzaro»

Ieri il ministro della Difesa aveva parlato di un legame tra il collettivo paramilitare di contractor a servizio di Vladimir Putin e l'aumento degli sbarchi in Italia. La risposta del gruppo non si è fatta attendere: «Dovrebbe occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non riesce a risolvere. Noi non ci occupiamo della crisi migratoria: abbiamo già i problemi nostri»

Il gruppo Wagner ha definito Crosetto «un coglione e un cazzaro»

Foto di Antonio Masiello/Getty Images

Nelle ultime ore si parla moltissimo di una nota che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha inviato alle agenzia stampa italiane. Nella sua comunicazione, Crosetto suggerisce una connessione tra il Gruppo Wagner, il collettivo paramilitare di contractor a servizio di Vladimir Putin, e l’aumento degli sbarchi in Italia. «Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani», ha scritto il ministro. Le parole del ministro della Difesa sono esplicite: «Ue, Nato e Occidente farebbero bene a capire, come hanno già fatto per gli attacchi cyber, che il fronte sudeuropeo sta diventando sempre più pericoloso. L’Alleanza si consolida se si condividono i problemi ma rischia di incrinarsi se i Paesi più esposti alle ritorsioni vengono lasciati soli». Insomma, nello schema di Crosetto, la vittoria su Putin dipende anche dal sostegno attivo alle politiche contro l’immigrazione della destra italiana,  e il governo sostiene che gli sbarchi andrebbero riletti come una diretta conseguenza dell’impegno dell’Italia al fianco di Kiev. 

A suggerire un legame di questo tipo è stato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, in visita in Israele, ha detto di essere preoccupato dal fatto che «molti migranti arrivano da aree controllate dal gruppo Wagner».

Si tratta di uno sviluppo importante: due membri del Consiglio dei ministri postulano l’esistenza di un nesso strettissimo tra guerra in Ucraina e difesa dei confini marittimi. Dichiarazioni di questo tipo sono destinate, per forza di cose, a generare reazioni da parte dei diretti interessati.

E, infatti, la replica di Yevgeny Prigozhin, imprenditore russo alleato di Putin e fondatore del gruppo Wagner, non si è fatta attendere. Sul canale Telegram del gruppo, Prigozhin ha pubblicato un messaggio parecchio diretto, in cui spiega che «Crosetto dovrebbe occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non riesce a risolvere. Noi non ci occupiamo della crisi migratoria: abbiamo già i problemi nostri». Prigozhin ha anche rivolto insulti espliciti al ministro della Difesa, etichettandolo come «un coglione e un cazzaro». Sulle accuse italiane, ha poi aggiunto: «Prima si parlava di compagnia privata Wagner, poi a un tratto è diventato gruppo Wagner, ora invece viene fuori che è una divisione Wagner, e l’Italia è la prima ad usare questa parola in tanti anni».