Rolling Stone Italia

«Ebrea pagata da Soros». Elly Schlein è il nuovo bersaglio dell’antisemitismo italiano

C'è chi pubblica fotomontaggi ignobili, chi sostiene che sia arrivata al potere grazie a Soros e chi fa sapere che, dopo la sua elezione, ha iniziato a «comprendere Hitler». Il sottobosco antisemita italiano ha colto l'ennesima occasione per fare schifo

Fotomontaggio che ritrae Elly Schlein in una classica posa antisemita stereotipata

Nelle ultime settimane, la candidatura di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico ha ridato un inaspettato vigore al sottobosco antisemita nostrano, che ha colto l’occasione per fare di tutto pur di dimostrare di godere di ottima salute.

Le origini ebraiche askhenazite dell’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna (i suoi avi paterni erano originari di Żółkiew, un villaggio vicino a Leopoli, allora parte dell’Impero austro-ungarico e oggi situato in Ucraina; la neo segretaria, però, non è ebrea, dato che nell’ebraismo prevale il rapporto matrilineare, per cui è ritenuto ebreo chi nasce da una madre a sua volta ebrea) si sono trasformate nella fantomatica parte scoperta della sua cotta di maglia, quella in cui una coalizione sotterranea composta da pigitasti xenofobi e razzisti ha deciso di affondare la spada.

Le teorie cospirativiste ebraiche sono divenute oggetto di grande popolarità nei primi decenni del XX secolo, con la pubblicazione e la diffusione dei Protocolli dei Savi di Sion: un pamphlet redatto dalla polizia segreta russa che contiene relazioni totalmente false e pretende di svelare i particolari di una presunta cospirazione internazionale degli ebrei volta alla progressiva conquista e dominio del mondo. Da allora i protagonisti di questa macchinazione cambiano a seconda dei casi e delle esigenze del momento: nelle ultime settimane, a detta di questa cloaca ignobile, il tasto del “grande reset” avrebbe provato a pigiarlo proprio Elly Schlein.

I social pullulano di fotomontaggi vergognosi e irricevibili: in uno di questi, il naso di Schlein viene deformato, i suoi denti diventano più aguzzi che mai, il suo sguardo incattivito all’inverosimile. «Elly Shloma verrà imposta senza vincere le elezioni come nei precedenti governi», è la profezia pronunciata da uno dei chiaroveggenti del webbe. 

La posa ignobile ricalca in toto quella di uno dei meme antisemiti che ha conosciuto maggiore diffusione, conosciuto come The Antisemitic Meme of the Jew: la vignetta ritrae un ebreo secondo una classica stereotipizzazione, è stata disegnata da un cartoonist neonazista e, spesso e volentieri, fa capolino negli spazi digitali abitati dal radicalismo di destra (imageboard come 4Chan ed 8Chan, la vecchia Kiwifarms e chi più ne ha più ne metta).

Altri trucidi da tastiera suggeriscono che Schlein sia arrivata alla segreteria grazie all’azione invisibile di un potere occulto e alle iniezioni di liquidità dell’immancabile George Soros, che questi luminari elevano spesso a vero e proprio diavolo in terra, nonché burattinaio della “sostituzione etnica”.

Un’altra immagine parecchio diffusa – degna della Russia zarista o della Germania degli anni trenta – mette in fila una serie di – presunte – devianze di cui Schlein sarebbe portatrice, come la bisessualità, la sensibilità verso la comunità LGBTQ+ e, sorpresa, l’essere una “ebrea aschenazita”, con la “c” (e di conseguenza, suggeriscono, una “multi–miliardaria”).

Tanto per rendere l’idea di come l’antisemitismo rappresenti un fenomeno endemico e radicato a più livelli: l’Unione Giovani Ebrei d’Italia (Ugei) ha fatto sapere questo tipo di contenuto è stato condiviso anche da alcuni politici, come l’assessore alla sicurezza urbana del comune di Abbiategrasso, Chiara Bonomi, e Nella Corrado, consigliere comunale ad Arluno.

Un altro commentatore incattivito ha attaccato Schlein rimproverandole di non avere speso neppure una parola sulla questione palestinese; eppure, basterebbe conoscere un minimo la storia politica del bersaglio che si è deciso di attaccare per sapere che, ebbene sì, Schlein di Palestina ha parlato eccome: ad esempio, nel maggio del 2021, partecipando al congresso di Articolo 1, paralando del conflitto israelo-palestinese dichiarò: «Non siamo di fronte a uno scontro simmetrico, i rapporti di forza sono totalmente squilibrati a favore di Israele». Non dovesse bastare, nel 2014, nell’esercizio del suo mandato da delegata europea, votò a favore della risoluzione congiunta sul riconoscimento dello Stato palestinese.

Ma la festicciola antisemita non finisce qui: un utente sostiene che gli ebrei, dopo duemila anni, tramite l’elezione di Schlein alla segreteria si sarebbero vendicati degli italiani che «li hanno cacciati» da Israele, mentre un altro ha deciso di informarci di stare iniziando «a comprendere Hitler».

Il triste arrembaggio antiebraico subito da Schlein è la dimostrazione di come l’antisemitismo rappresenti un virus da cui l’Europa, nonostante l’aberrazione vissuta negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, non riesce ad affrancarsi in alcun modo. Anche in Italia gli episodi di intolleranza sono in aumento: secondo l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, nel 2022 ci sono stati 241 casi documentati, contro i 226 dell’anno precedente. Insomma: gli anni passano, ma le occasioni per fare schifo vanno sempre colte al volo.

Iscriviti