Martin Parr è morto a 73 anni nella sua casa di Bristol. L’annuncio arriva dalla Martin Parr Foundation, che chiede rispetto della privacy per la famiglia: la moglie Susie, la figlia Ellen, la sorella Vivien e il nipote George.
Nato a Epsom nel 1952, Parr è stato uno dei protagonisti della fotografia documentaria contemporanea. Dopo gli inizi in bianco e nero ispirati a Cartier-Bresson e Bill Brandt, ha sviluppato uno stile a colori vivaci che ha ridefinito la rappresentazione della vita quotidiana, tra humour, sguardo critico e attenzione per l’eccentricità del mondo occidentale.
Tra le sue opere più note Bad Weather (1984), The Last Resort (1986), The Cost of Living (1989) e Common Sense (1999). Negli anni ’90 è entrato in Magnum, presentato da Cartier-Bresson.
Ha lavorato tra Europa e Giappone, insegnato all’Università del Galles e sperimentato con musica, video e nuovi media. La sua visione è stata raccontata anche nel documentario I Am Martin Parr di Lee Shulman, uscito lo scorso anno. Con lui se ne va uno degli sguardi più riconoscibili e influenti della fotografia contemporanea.
