Il filosofo torinese Gianni Vattimo è morto a 87 anni. A dare la notizia Simone Caminada, compagno del filosofo negli ultimi anni di vita, che ha comunicato il decesso a Repubblica.
Nato a Torino il 4 gennaio 1936, è stato un influente filosofo e politico. Docente all’Università degli studi di Torino, il suo lavoro è conosciuto a livello internazionale per aver sviluppato il concetto di “pensiero debole”, una critica alla metafisica tradizionale. «Il “pensiero debole” è stata una corrente che ha voluto liquidare tutti gli assoluti. La filosofia che pretenda la verità totale, che non funziona. In cambio, non soltanto l’idea che tutti gli assoluti si debbano combattere, che non mi sembra poco, ma l’affermazione della forza della debolezza. Ultimamente mi sono domandato: a chi può dare ancora fastidio il pensiero debole? Naturalmente a quelli che hanno il potere. Loro lo hanno declinato nella vicinanza con il proletariato, con chi è fuori dai grandi giochi. Quindi mi sembra quanto mai attuale», aveva detto in un’intervista a Rolling Stone. Fortemente influenzato da Nietzsche, Heidegger e Gadamer, Vattimo ha reinterpretato la postmodernità come una “liberazione” dalla metafisica totalizzante. Oltre alla sua carriera accademica, Vattimo è stato membro del Parlamento europeo, contribuendo attivamente alla politica italiana e europea.
Il professore di filosofia torinese era ricoverato all’ospedale di Rivoli.