«Chi non salta comunista è». Silvio Berlusconi, un meme ante–litteram | Rolling Stone Italia
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«Chi non salta comunista è». Silvio Berlusconi, un meme ante–litteram

Ieri, in Piazza Duomo, è andata in scena la più grande puntata di 'Ciao Darwin' di sempre, tra maccartismo e cori da stadio, cartelloni no–Trav, "Grazie Eluana Englaro" e magliette "Berlusconi 69"

«Chi non salta comunista è». Silvio Berlusconi, un meme ante–litteram

E insomma ci siamo: è arrivato il momento di elaborare il lutto collettivamente, di compiere uno sforzo di immaginazione rimandato a lungo e calarci in un’Italia (anche biologicamente) post–berlusconiana.

I funerali di ieri, le bandiere del Milan e di Forza Italia, i cartelloni, le copie de Il Giornale per ripararsi dal sole meneghino e l’omelia di Monsignor Delpini saranno ricordate un domani come reliquie di un mondo antichissimo, ultimi rimasugli di un certo modo di pensare, vivere e concepire questo Paese. E poi, ovviamente, ci sono loro: i meme.

Da questo punto di vista, l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi – un uomo che, alla fine della fiera, è stato una sorta di meme ante–litteram – ha avuto tutto l’aspetto di una lunghissima puntata di Ciao Darwin, con due squadre determinate a rivendicare il proprio posto nella piazza del Caimano: da un lato quella compostissima delle istituzioni e del cerchio magico di Arcore, dall’altra quella di quel tanto decantato “paese reale” cresciuto a pane, Mediaset e olgettine.

Il potenziale memetico dell’evento si è palesato sin dal primo istante, con il coro “Chi non salta comunista è” che fa commuovere l’inviata del TG5 Elena Guarnieri. Una scena che compendia tutti gli ingredienti del berlusconismo duro e puro: canti da stadio, maccartismo strumentale, caciara e Mediaset culture – se ve lo siete perso, per favore, recuperatelo qui sotto.

Pochi secondi che rivedremo a lungo, declinati in tutte le salse: una base per meme così perfetta non capita ogni giorno. E infatti…

C’è stato spazio anche per i meme un po’ più grevi, rozzi e nazionalpopolari, come ad esempio la pioggia di contenuti che, in queste ore, ha eletto come protagonista involontaria la (incolpevole) giornalista RAI Laura Troja, recatasi a Milano per fare il proprio lavoro e diventata una base memetica (dobbiamo DAVVERO dilungarci nello spiegare il perché? No, dai).

Un posto di rilievo, poi, spetta all’ormai celebre cartellone “Travaglio uomo di merda”, capace di proiettarci indietro nel tempo.

In questo universo parallelo in cui lo spirito del tempo è ancora convintamente fermo agli anni Novanta e in cui Silvio Berlusconi è ancora il presidente del Milan e di tutto, una signora con la treccia bionda e una t-shirt “No al testamento biologico” ha sfoderato un altro cartello destinato a rimanere negli annali: “Grazie per Eluana Englaro”.

@nxwss_ siamo stati al funerale di Silvio #Berlusconi per riportare le testimonianze dei presenti. #provita #aborto #eutanasia #silvioberlusconi #forzaitalia ♬ suono originale – Nxwss

E che dire della corona di fiori Made in Escort Advisor?

Tornando al sottoinsieme Mediaset, non possiamo non menzionare il fotomontaggio del Gabibbo che prende il suo posto in Duomo e la posa plastica (e addolorata) di Barbara D’Urso.

Chiudiamo con uno dei passatempi preferiti del fu Cavaliere: il pallone, nello specifico il suo Milan. Va da sé che non potevano mancare le magliette con il nome “Berlusconi” e l’unico numero possibile: il 69.

Foto: Claudia Vanacore