Prima di tutto la notizia: Fedez è stato denunciato dai carabinieri per rissa e lesioni. I fatti risalgono alla notte tra il 21 e il 22 aprile, dopo una presunta spedizione punitiva degenerata, appunto, in un pestaggio, ai danni di Cristiano Iovino, il personal trainer al centro dell’affaire con Ilary Blasi (quello del presunto «caffè» che «non è stato solo un caffè»). Fedez sarebbe il mandante dell’aggressione, e le telecamere di sicurezza avrebbero accertato la sua presenza, in un giro di amicizie che connette anche un paio di tronisti di Uomini e donne, degli ultras e un rapper (che non è Fedez). Sembra l’incipit di una barzelletta – ci sono Tizio, Caio e Sempronio…, un parterre de rois da milioni di follower, nonché da milioni e basta – e invece è un probabile brutto episodio di cronaca.
Tutto sarebbe cominciato la sera del 21 aprile, nella discoteca The Club di CityLife, Milano. Con Fedez ci sono l’ex tronista Jack Vanore e il rapper Taxi B (che però non sono coinvolti nella rissa). Sono lì per il djset di un’amica comune, Ludovica Di Gresy, già pizzicata dai paparazzi con Fedez in varie circostanze. Mentre lei mette i dischi, Iovino esprime un apprezzamento volgare nei suoi confronti mandando su di giri Fedez, come testimoniano le telecamere del locale. I buttafuori intervengono, allontanano prima il personal trainer e poi il cantante, che da lì si attacca al telefono. L’appuntamento per la resa dei conti è per le 3:30 sotto casa di Iovino stesso, al Parco Vittoria di via Traiano. Il personal trainer è con un altro ex tronista, Salvatore Angelucci. Mentre Fedez, secondo le due guardie giurate del complesso residenziale, arriva «con altre 8-9 persone, tra cui una ragazza bionda». Le telecamere di sicurezza, di nuovo, sembrano confermare. Molti di loro, se non tutti, dovrebbero essere degli ultras del Milan, tra cui il bodyguard Christian Rosiello. Scendono da un van scuro, poi pare che Fedez provi a colpirlo con due cazzotti, che Iovino schiva, prima che altri due gli saltino addosso. Due ultras parlano ai vigilantes e dicono: «Fatevi i cazzi vostri, non chiamate nessuno».
Iovino ha una ferita al sopracciglio e varie contusioni, torna a casa a medicarsi. Arrivano quindi i carabinieri, il primo reato ipotizzato è quello di lesioni, per il quale non parte la denuncia d’ufficio: serve che sia il diretto interessato, cioè Iovino, a querelare Fedez, ma il personal trainer si rifiuta. Così come si rifiuta di andare in ospedale. Tuttavia, dopo altre indagini, i carabinieri ricostruiscono la rete di telefonate con altri gruppi ultras, compresi quelli della Lazio sentiti da Iovino, che sono gemellati con l’Inter, a loro volta nemici di quelli che lo hanno aggredito; ma è la vigilia della festa scudetto, e i nerazzurri preferiranno non intervenire per sistemare i conti. Così, da lì, scatta la denuncia d’ufficio per Fedez, per rissa. Al momento è l’unico denunciato di tutto il gruppo.
"Non sarebbe neanche una notizia, è che ci sono io e la cosa vi fa gola. Ma in realtà io non c'ero". Parlando con i giornalisti a margine di un suo intervento al Salone del Libro di Torino, Fedez commenta il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino. #Fedez pic.twitter.com/59bmKQFHA9
— La Stampa (@LaStampa) May 12, 2024
Il caso ha voluto che ieri Fedez fosse ospite al Salone del Libro, dove se l’è presa con il clima mediatico che si è sviluppato intorno alla faccenda e ha dato una versione dei fatti che le telecamere, però, smentiscono. «Io non c’ero», ha detto, «e smettetela di parlare di massacro». Ha rilanciato la voce per cui due giorni dopo Iovino sarebbe andato in vacanza a Ibiza, ribadendo che stesse bene: «La persona viene aggredita, arriva un’ambulanza sul posto e magicamente dopo una colluttazione con nove ultrà non viene portata in ospedale e quindi non vi è referto medico perché necessita di cure. Tutti sui giornali parlano di un massacro. Non c’è un referto medico, non c’è la persona ferita. Il reato di lesioni personali deve avere un referto di più di 40 giorni. Anche se si fosse fatto male non c’è reato». La verità è che però agli atti c’è un referto del 118, che dice che i giorni di prognosi sono zero perché Iovino non si fa portare in ospedale. Si vedrà.
Stamattina su Repubblica Gabriele Romagnoli ha individuato nel possibile episodio una specie di chiusura di un cerchio per Fedez, che a suo dire negli ultimi anni aveva provato a ripulire la propria immagine da quella più genuina del ragazzo di periferia. «Quei pugni, se accertati, potrebbero essere il pandoro di Fedez, il declino di una storia che ha affrontato (dentro di lui) nemici più grandi e che gli ha attirato simpatie più autentiche. La dispersione di un patrimonio che il ragazzo non poteva gestire».