Bao Fan, il banchiere dell’industria tech cinese, è scomparso nel nulla: perché? | Rolling Stone Italia
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Bao Fan, il banchiere dell’industria tech cinese, è scomparso nel nulla: perché?

Fondatore di China Renaissance, è uno dei finanzieri più influenti in Cina. La sua sparizione si somma ad una lista di imprenditori cinesi dei quali non si è saputo più nulla, senza alcuna spiegazione

Bao Fan, il banchiere dell’industria tech cinese, è scomparso nel nulla: perché?

Fan Bao, CEO di China Renaissance Securities Limited

Foto via Getty

Il 16 febbraio la borsa di Hong Kong ha pubblicato una nota strana. L’appunto è stato scritto da China Reinassance, uno degli istituti finanziari più importanti di tutta la Repubblica Popolare, quotatosi in borsa nel 2018. Nella nota il consiglio di amministrazione rivelava che la società non era più in grado di contattare il proprio fondatore Bao Fan, ammettendo di «Non essere al corrente di alcuna informazione che indichi che l’indisponibilità del signor Bao sia o possa essere collegata agli affari e/o alle operazioni del gruppo».

In sostanza il presidente, amministratore delegato e azionista di maggioranza di China Renaissance sarebbe scomparso da martedì della settimana scorsa secondo Caixin, che per primo ha riportato la notizia.

Non si tratta affatto di una prima, perché in Cina è già capitato diverse volte che uomini d’affari influenti e a capo di imperi commerciali spariscano per un certo periodo di tempo.

Qualcuno sicuramente ricorderà che a fine 2020 il fondatore di Alibaba Jack Ma era rimasto lontano dagli occhi del pubblico per qualche mese, ma ce ne sono stati molti altri: nel 2015 scomparvero per qualche tempo diversi direttori di grandi società cinesi come Guo Guangchang, soprannominato il “Warren Buffett della Cina”, che era a capo di uno dei principali conglomerati industriali privati di tutto il paese. Ma quindi perché il caso di Bao dovrebbe essere così importante?

Un dealmaker per la Cina

Bao Fan non è un uomo d’affari come molti altri che si possono trovare in Cina. Dopo aver lavorato per anni a Credit Suisse e Morgan Stanley, nel 2005 Bao ha fondato China Renaissance come una società di consulenza finanziaria per il nascente settore tecnologico e digitale cinese. La sua compagnia ha presto iniziato ad allargarsi nel settore finanziario, offrendo servizi come fusioni e acquisizioni, offerte pubbliche iniziali e gestione degli asset. Nel 2019 China Renaissance ha aperto un fondo del valore di circa 6,5 miliardi di yuan (circa 945 milioni di dollari), con cui realizzare investimenti nelle migliori promesse del panorama tech cinese.

Senza di Bao, l’ecosistema digitale cinese non esisterebbe come lo conosciamo noi oggi. C’è la sua mano dietro alla fusione di Meituan e Dianping, dalla quale è nata la piattaforma digitale più diffusa nel paese per le consegne a domicilio e gli acquisti online. Allo stesso modo la fusione da cui è emersa Didi Chuxing, un’app per la mobilità urbana usata da circa mezzo miliardo di cinesi ogni anno, è anch’essa merito suo. Bao oltretutto ha aiutato società del calibro di Baidu, il motore di ricerca più usato in Cina, a effettuare il lancio in borsa a Hong Kong e ha investito in aziende emergenti che producono auto elettriche come Nio e Li Auto. Il totale degli accordi che la sua società ha contribuito a finalizzare, se sommati, superano il valore di 146 miliardi di dollari.

Insomma, il focus tecnologico di China Renaissance ha reso il suo fondatore uno dei personaggi più importanti per lo sviluppo economico e digitale della Cina nell’ultimo decennio. Lo stesso Bao, in un articolo pubblicato nel 2018, si vantava che l’azienda avesse incrociato sul suo cammino almeno il 70% di tutte le società digitali note al pubblico cinese. Il segreto del suo successo era di essere una delle persone meglio connesse nel panorama finanziario e tecnologico di tutta la Cina.

Chi l'ha visto?

La scomparsa di Bao arriva proprio nel momento in cui la Cina, dopo la chiusura draconiana imposta per via del Covid, ha ricominciato a riaprirsi al mondo. In molti si aspettano una ripresa dell’economia quest’anno mentre Pechino tenta di riconquistare la fiducia dei capitali stranieri, ma soprattutto gli occhi degli osservatori sono puntati su come il presidente Xi Jinping intende convincere gli investitori che la rettificazione dei Big Tech cinesi iniziata nel 2020 (durante la quale sono state bruciati centinaia di miliardi in borsa) si sia definitivamente conclusa. La sparizione di Bao, l’uomo al centro di questo sistema, pone però un nuovo punto interrogativo sul ritorno alla normalità nel settore tecnologico cinese.

Non è chiaro cosa sia avvenuto al fondatore di China Renaissance ma, stando a quanto riportato da Bloomberg, alla sua famiglia sarebbe stato detto che Bao in questo momento sta assistendo la polizia in un’indagine che riguarda Cong Lin, l’ex presidente della società. Prima di entrare a far parte di China Renaissance nel 2020, Cong era stato un dirigente della più grande banca statale del paese, ICBC, la quale negli anni aveva intessuto uno stretto rapporto con la società di Bao. Nel settembre dell’anno scorso però Cong è stato convocato dalle autorità finanziarie di Pechino e dopo l’incontro l’allora presidente si è silenziosamente ritirato dalla guida di China Renaissance.

A partire dal 2021 il governo cinese ha avviato una campagna di rettificazione del settore finanziario, per sradicare corruzione e transazioni illecite. Con l’imminente nomina delle nuove autorità di controllo finanziario, non si può escludere che Pechino abbia messo sotto indagine Cong per i suoi trascorsi a ICBC. L’intero sistema bancario cinese in questo momento si trova sotto pressione per via dell’esposizione verso il settore immobiliare, che negli ultimi due anni ha subito perdite importanti. Stando così le cose, Bao sarebbe finito nell’indagine della polizia cinese per colpa del proprio collega.

Ma secondo un’altra versione le autorità si sarebbero interessate a Bao proprio per il suo profilo personale. In qualità di uomo al cuore del sistema, Bao Fan è a conoscenza dei segreti e delle intese che attraversano il mondo tecnologico-finanziario cinese: si tratta di informazioni di altissimo valore, in un paese dove affari e politica sono strettamente collegati, e il Partito comunista cinese potrebbe aver deciso di forzare la collaborazione del fondatore di China Renaissance per accedere a queste informazioni.