‘Gen di Hiroshima’, il manga anti-atomico che insegna la pace nelle scuole giapponesi | Rolling Stone Italia
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‘Gen di Hiroshima’, il manga anti-atomico che insegna la pace nelle scuole giapponesi

'Hadashi no Gen' (questo il titolo originale) è parte del materiale che viene usato nelle scuole nipponiche per insegnare agli studenti gli orrori della guerra e della bomba

‘Gen di Hiroshima’, il manga anti-atomico che insegna la pace nelle scuole giapponesi

Se mai vi siete interessati al Giappone è probabile che quella curiosità iniziale sia sbocciata con un manga, almeno se siete un millennial come me. I celebri fumetti, riconosciuti in tutto il mondo come un simbolo della creatività giapponese, sono uno spaccato vivissimo nella società, nella cultura e nella psicologia del Paese. Per certi versi i manga sono uno specchio nel quale i giapponesi si guardano e si riconoscono, come in tutte le forme d’arte.

Come tali i manga non hanno mai rifuggito di trattare gli aspetti traumatici della storia del Giappone, come i due bombardamenti nucleari che subirono Hiroshima e Nagasaki rispettivamente il 6 e il 9 agosto del 1945 durante la Seconda guerra mondiale. Esiste un’intera letteratura che si ispira alla tragedia delle due città e della loro popolazione, in cui a volte le ansie del trauma nucleare si annidano appena sotto la superficie del racconto (come nel famosissimo manga intitolato Akira) mentre in altre sono trattate esplicitamente o anzi, fanno parte stessa della trama.

A quest’ultima categoria appartengono decisamente i maggiori lavori del fumettista Keiji Nakazawa, originario di Hiroshima e sopravvissuto alla bomba atomica. Kakazawa è l’autore di uno dei manga che raccontano il bombardamento di Hiroshima più amati al mondo, intitolato Hadashi no Gen (“Gen a piedi nudi”) in giapponese e Gen di Hiroshima in italiano.

La storia del fumetto è liberamente ispirata a quella dell’autore stesso e tratta la vicenda di un bambino sopravvissuto all’esplosione contrariamente a gran parte della sua famiglia.

Non a caso, Hadashi no Gen è parte del materiale che viene usato nelle scuole giapponesi per insegnare agli studenti gli orrori della guerra e della bomba. Tra le voci del curriculum elaborato dal ministero dell’educazione di Tokyo infatti ce n’è una che prevede che agli alunni venga impartita dagli insegnanti l’«educazione alla pace». Non si tratta di un corso vero e proprio, piuttosto dell’inclusione nelle lezioni di momenti di riflessione sulla storia del Paese, sulla guerra e sulle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Le attività proposte dagli insegnanti dipendono da scuola a scuola, ma hanno tutte in comune la promozione di una cultura della pace tra gli studenti.

Le scuole di Hiroshima, come prevedibile, hanno attinto al patrimonio di testimonianze e prodotti culturali sull’esperienza della bomba atomica. Nei libri di testo che gli insegnanti assegnano agli studenti di Hiroshima per svolgere le attività di educazione alla pace, le vignette di Hadashi no Gen sono molto presenti.

Negli ultimi anni però alcuni professori hanno cominciato a ritenere che alcune delle scene del fumetto rappresentate nei libri di testo non siano più adatte ai fini della didattica, poiché alcune scene rappresentate potrebbero essere fuorvianti da un punto di vista educativo.

Ad esempio, in una vignetta il protagonista Gen pesca una carpa dal laghetto di un ricco sconosciuto senza richiederne il permesso e alcuni insegnati hanno espresso il timore che gli studenti possano trarne la lezione che vada bene rubare nei giardini altrui.

Così nelle scorse settimane le autorità scolastiche di Hiroshima hanno deciso che le vignette messe in discussione saranno tolte dai libri di testo e sostituite da altre testimonianze sul bombardamento. «Abbiamo creato nuovo materiale didattico nella speranza che i bambini possano pensare a ciò che possono fare loro», ha detto un funzionario municipale, specificando però che la decisione «non vuole negare il valore di Hadashi no Gen».

La decisione però ha incontrato una certa opposizione. Sueichi Kido, a capo dell’organizzazione nazionale che raggruppa tutti gli hibakusha (cioè i sopravvissuti alle due bombe atomiche), nei giorni scorsi ha espresso il suo completo disappunto per la rimozione delle vignette dai libri di testo. «Hadashi no Gen ritrae un quadro completo delle sofferenze che gran parte degli hibakusha hanno dovuto sopportare», riporta una sua dichiarazione in cui si chiede di ritirare la decisione.

Anche Misayo Nakazawa, la vedova dell’autore scomparso nel 2012, ha criticato la delibera delle autorità scolastiche di Hiroshima, denunciandola come «una vergogna perché lui aveva creato [il fumetto] pensando a come comunicare ai bambini gli orrori e il terrore dei bombardamenti atomici».

Non è la prima volta che il fumetto genera polemiche in Giappone. Qualche anno fa c’erano già stati degli episodi in cui le autorità municipali di alcune città avevano tentato di restringere l’accesso al manga nelle proprie scuole, principalmente per via delle rappresentazioni crude e esplicite contenute nelle pagine del fumetto. Ma sotto la pressione dei fan, alla fine Hadashi no Gen è era sempre rimasto al suo posto.