Abbiamo provato a comprare un Green pass falso su Telegram | Rolling Stone Italia
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Abbiamo provato a comprare un Green pass falso su Telegram

Ultimamente sono comparsi canali Telegram che vendono Green pass falsi ma, a detta loro, perfettamente funzionanti. Siamo stati dentro uno di questi per provare a vedere come funziona

Abbiamo provato a comprare un Green pass falso su Telegram

Non vi siete vaccinati e non avete voglia di fare un tampone ogni 48 ore, ma volete comunque muovervi liberamente in Italia e all’estero? Niente paura, perché su Telegram è possibile acquistare un Green pass senza avere nessuno dei requisiti richiesti. Vi rimangono soltanto due questioni in sospeso: è una truffa (quindi il documento potrebbe non arrivarvi dopo aver pagato) e stiamo parlando di un reato punito con pene molto severe. Nonostante ciò, la piattaforma di messaggistica fondata dall’imprenditore russo Pavel Durov continua a confermarsi una vera e propria zona franca digitale dove tutto appare possibile. Nello spazio di ricerca, basta digitare quello che si desidera e spesso lo si ottiene. In questo caso, il Green pass che è stato reso obbligatorio dal governo per una serie di attività e servizi: dal 6 agosto, la certificazione dovrà essere esibita per sedersi nei tavoli di bar e ristoranti al chiuso, oltre che per spettacoli all’aperto, centri termali, piscine, palestre, fiere, congressi e concorsi, cinema e teatri.

Ci abbiamo provato e nel tempo di un click è spuntato il primo canale dal titolo: “Green Pass Qr Code”. Numero di iscritti? 50mila. Ma cresce a vista d’occhio. Incuriositi, leggiamo il messaggio di benvenuto e ci accorgiamo che la tecnica per persuadere anche gli indecisi è stata studiata nel dettaglio. Niente proposte urlate o frasi promozionali, ma l’utilizzo di un gergo istituzionale che elenca il numero di italiani già in possesso del documento, poi aggiunge i metodi legali per ottenerlo (“solo se ci si è sottoposti a vaccino, se si è guariti dal virus o se si è risultati negativi agli ultimi tamponi”) e persino le strade riconosciute (e legali) per disporne (“App Immuni, sito del governo e App IO”). Ma a un certo punto la svolta: “Avere il Green Pass diventerà dunque un obbligo per quanto costituzionalmente scorretto”. Come a dire: purtroppo bisogna averlo, ma noi te lo diamo senza chiederti nessuno sforzo.

E quindi parte l’autopromozione, sempre con un tono piuttosto formale per non far capire che si sta compiendo un illecito: «Dal suo lancio abbiamo fornito oltre 1200 Green Pass in tutta Italia – si vanta il canale in questione – e per ottenere il Green Pass grazie al nostro aiuto non sarà necessario fare alcun tampone, né vaccinarsi e neppure essere guariti antecedentemente dal virus. Dovrai essere semplicemente in possesso di una tessera sanitaria ed un documento di riconoscimento in corso di validità. Riceverai il tuo Green Pass in forma cartacea ed/o digitale, per il materiale cartaceo sarà necessario fornire un indirizzo di recapito. Per il digitale sarà sufficiente fornire un numero di telefono od un indirizzo email”. Facile, no?

Sì, però non è un servizio gratuito. Due le modalità da poter scegliere: “Il costo del servizio varia in base al tipo di Carta Verde”. Il Green pass digitale costa 200 euro. Il Green pass cartaceo 300 euro. Però, sempre nel messaggio, viene specificato che “sono documenti regolarmente rilasciati dal sistema sanitario europeo e sono pertanto documenti reali. Non sono documenti editati! Al fronte di qualsiasi controllo risulterà perfettamente valido!”. E subito dopo è segnalato chi contattare per effettuare il pagamento. Nel nostro caso si tratta di “Gus Fring”, che naturalmente non il suo nome reale ma quello di uno dei personaggi della serie televisiva Breaking Bad (con tanto di foto). Gli scriviamo semplicemente: “Ciao, avrei bisogno di un Green pass. Come posso fare?” e nel giro di dieci minuti arriva la risposta: “Dopo aver effettuato il pagamento, inviare in chat la foto della carta d’identità e del codice fiscale e attendere la consegna”. È possibile usare la carta di credito? chiediamo. Naturalmente no, visto che sarebbe tracciabile. Per cui si può eseguire la transazione soltanto in tre modi: con Bitcoin, con buoni Amazon o con Paysafecard. Scegliamo il primo e dopo pochi minuti ci arrivano i riferimenti per versare il denaro: “Devi comprarli (i Bitcoin, ndr). Scarica Trust Wallet e registrati”. Chiaramente ci fermiamo qui, visto che volevamo solo verificare quanto fosse semplice acquistare un Green pass falso, oppure essere truffati.

Detto questo, il canale che abbiamo utilizzato non è il primo e non sarà l’ultimo. Alcune decine sono già stati bloccati solo che nel frattempo ne sono stati attivati altrettanti con modalità e prezzi diversi. Ma l’aspetto più inquietante potrebbe essere legato, più che alle truffe, ai Green pass che effettivamente vengono erogati. C’è infatti chi li ha testati e dice che verrebbero riconosciuti dal sistema di controllo. “È solo un hash (una funzione crittografica, ndr). Ho provato a fare la scansione con modalità aereo e va” dicono alcuni utenti. Per cui, questa estate potremmo ritrovarci con diverse persone – visti i numeri degli iscritti a questi canali diverse migliaia – in possesso di un Green pass contraffatto in grado di passare i controlli, ma soprattutto di risultare nello stesso tempo un pericoloso veicolo di contagio.