2010-2019: gli anni in cui il mondo è completamente impazzito | Rolling Stone Italia
Politica

2010-2019: gli anni in cui il mondo è completamente impazzito

La vera eredità degli anni '10 è che il mondo in cui siamo cresciuti e in cui ci hanno preparati a vivere era molto più fragile di quanto pensassimo e adesso non esiste più

2010-2019: gli anni in cui il mondo è completamente impazzito

(Nicholas Kamm / AFP / Getty Images)

Circa un mese fa ho scoperto che tutti i “what else?” pronunciati da George Clooney negli spot della Nespresso non erano fini a se stessi ma servivano a finanziare una rete di satelliti spia privati che Clooney teneva puntati sul Sudan per documentare i crimini commessi dal regime del dittatore Omar al-Bashir. Sì, avete letto bene. Non era nemeno una notizia nuova – Clooney l’aveva ammesso en passant in un’intervista al Guardian nel 2013 – ma la gente (io compreso) se n’è veramente resa conto solo ora, nel 2019, quando tutti gli anni di sforzi e tutte le pubblicità girate da Clooney hanno finalmente prodotto risultati: al-Bashir è stato rovesciato in una rivoluzione.

Cito questo episodio perché mi sembra perfetto per spiegare che decade è stata quella da cui stiamo uscendo. Non c’è stato solo Clooney coi suoi satelliti spia: che dire delle forze speciali russe che hanno fatto un calendario 2020 a tema “militari e gattini”? O del fenomeno delle dirette Facebook istituzionali col filtro da gatto? E anche uscendo dal reame delle notizie buffe – quelle che diventano viraline, spariscono e poi tornano fuori anni dopo perché il titolo dell’articolo fa ridere – c’è tanta di quella roba che è difficile scegliere. 

Per fare solo un esempio emblematico, vi ricordate di Kony 2012? Praticamente era questo documentario fatto dall’organizzazione non profit Invisible Children che voleva sensibilizzare sul caso di Kony, un signore della guerra ugandese colpevole di molteplici atrocità, nel 2012 era diventato viralissimo – virale al livello di “questo vestito è blu-nero o bianco-oro”, virale al livello “Rihanna a Bill Gate fanno pressione su Obama perché mandi soldati a catturare Kony”. Poco dopo però si era scoperto che era tutta una mezza cazzata, la situazione di cui si parlava era vecchia di un decennio ed esagerata e la campagna era una montatura propagandistica. E ciliegina sulla torta: il fondatore aveva avuto un breakdown ed era stato trovato mentre vagava nudo in strada. Tutto questo in 10 giorni. 

Se ripenso a Kony 2012 oggi non riesco a capacitarmi che sia esistito veramente. È la stessa impressione che mi fanno i satelliti spia di Clooney sul Sudan o – in generale – la metà delle notizie che leggo quando mi passano davanti nel feed. Non passa giorno che non ci sia qualcosa che mi fa dire non è reale, non può essere avvenuto per davvero.

Non credo di essere il solo e pensarla così, anzi. Dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca – l’evento che nessuno aveva previsto, che nessuno si aspettava, e che pure è avvenuto contro ogni pronostico – un sacco di gente ha cominciato a dire cose tipo “non è possibile” e “dobbiamo essere entrati in una linea temporale alternativa”. C’è persino chi si è spinto a imbastire complicate teorie solo apparentemente ironiche su guasti all’acceleratore di particelle del CERN che avrebbero causato i cambiamenti inconsulti della nostra realtà.  Sono tutti solo altri modi di esprimere questo stesso sentimento. 

Gli anni Dieci sono stati la decade in cui ci siamo finalmente resi conto che c’era qualcosa che non andava nella nostra realtà. La decade in cui le notizie di attualità e la politica internazionale si sono fatte troppo assurde e hanno cominciato a susseguirsi a un ritmo troppo veloce perché potessimo veramente seguirle con cognizione di causa. È come se questa decade fosse stata caratterizzata da una specie di effetto domino in cui le tessere cominciavano a cadere una dopo l’altra e proprio alla sua fine, nel 2019, è finalmente venuto giù tutto.

Ma di chi è la colpa di tutto questo? La mia teoria è che si debba partire dalla crisi economica del 2008, che ha scompaginato degli equilibri che duravano da almeno trent’anni – trent’anni in cui il mondo era cambiato, sì, ma bene o male era ancora comprensibile con le stesse categorie di prima. Dopo la crisi la storia ha subito una decisa accelerazione: abbiamo visto sorgere nuovi, consui movimenti sociali come i vari Occupy e Indignados; abbiamo visto le prime conseguenze politiche della crisi con l’esplodere delle primavere arabe, in cui equilibri precari che bene o male stavano in piedi da decenni sono stati completamente ribaltati tra rivoluzioni, controrivoluzioni, colpi di stato, guerre civili; abbiamo visto l’inasprirsi dei fenomeni migratori e di conseguenza il rinchiudersi in se stesse delle società più ricche e l’emergere delle destre nazionaliste e populiste.

In breve: dagli eventi dell’ultimo decennio abbiamo imparato una grande lezione: il mondo che conoscevamo, quello in cui siamo cresciuti e in cui ci hanno preparati a vivere, era molto più fragile di quanto pensassimo e adesso non esiste più. Sulle sue macerie sta sorgendo un mondo nuovo a tratti completamente diverso. Come può capire Trump chi è cresciuto in un mondo scandito dall’alternarsi di presidenti Democratici e Repubblicani ugualmente moderati? Capire la politica italiana di oggi chi è cresciuto in mezzo a Prodi e Berlusconi? Capire TikTok chi era già adolescente quando è arrivato Facebook?

Credo che sia questa la vera eredità degli anni ’10.