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Querelata rap

In questi giorni, sono due i casi giudiziari che fanno discutere: la querela ricevuta da Emis Killa per aver detto che Riccione è pericolosa e l’esposto per i concerti in spiaggia di Jovanotti. Parola d'ordine: ostentare l'indignazione

Jovanotti sul palco del Jova Beach Party. Foto: Michele Lugaresi

Jovanotti sul palco del Jova Beach Party

Foto: Michele Lugaresi

Siamo ancora il Paese del «lei non sa chi sono io», un luogo di culto per permalosi dalla querela facile. Infatti abbiamo i tribunali intasati dalle scartoffie e i tempi per la giustizia più lenti in Europa secondo vari studi tra cui quello del Consiglio Europeo datato 2018. In questi giorni, sono due i casi giudiziari che fanno discutere: la querela ricevuta da Emis Killa per aver detto che Riccione è pericolosa e l’esposto aperto d’ufficio dalla procura su richiesta degli ambientalisti incazzati con Jovanotti per il suo concerto in spiaggia del 2 settembre a Viareggio.

È andata così: Emis Killa ha twittato: «Riccione è diventata Marsiglia. Una volta i giovani andavano lì a divertirsi, le famiglie anche. Ora dopo le 18 se sei un bravo ragazzo devi avere paura a farti una passeggiata sul lungomare». Boom, la catastrofe.

Già fa ridere che a voler sporgere querela sia il sindaco di Riccione Daniela Angelini e non la città di Marsiglia presa – poveretta – come modello negativo, ma andiamo oltre. In casi del genere una querela è quasi del tutto inutile, perché nove pubblici ministeri su dieci, nel tweet di Emis Killa, non ci vedrebbero nessun reato in quanto in Italia, fuori dai social, c’è ancora libertà d’espressione. Cosa succede quindi? Che il fascicolo arriva sul tavolo del pubblico ministero e questo lo archivia. Fine. La querela serve solo a fini mediatici: infatti la sindaca “indignata” – oddio che palle l’ostentazione dell’indignazione, quanto è abusato questo termine, se il mondo non vi piace andate a vivere in un eremo oppure accettate le conseguenze della socializzazione – ha specificato: «I nostri legali sono già al lavoro per procedere con le opportune azioni giudiziali (quanto fa cagare il linguaggio da cancelleria dell’amministrazione pubblica?, nda), volte a punire questa gratuita diffamazione e a ottenere il risarcimento del danno d’immagine conseguente. La stessa valutazione verrà fatta nei confronti di esponenti politici nazionali che per meri scopi elettorali intendono cavalcare questa azione denigratoria». Ovvero Salvini, che ha colto subito la palla al balzo, e tutti gli esponenti della destra in lotta con l’amministrazione di sinistra. Ecco come mai la querela, un atto politico.

Anche perché poi ci sono i fatti: nella classifica del Sole 24 Ore del 2021 (Indice della criminalità) la provincia di Rimini, di cui Riccione fa sicuramente parte, è la terza in Italia in assoluto per indice di criminalità (la prima è Milano e la seconda Bologna). Nello specifico: la provincia di Rimini è al secondo posto nazionale per furti; al quarto per estorsione; al sesto per furti in esercizi commerciali, con destrezza e con strappo (sono tre categorie diverse, quindi tre medaglie distinte nelle varie specialità); al nono (ma sempre in top ten) per violenze sessuali; al ventottesimo per spaccio, ecc… Ora, non so se Emis Killa conoscesse questi dati, ma che farà il sindaco di Riccione? Querelerà Il Sole 24 Ore per averli divulgati in quanto diffamano la sua terra? O se la rifarà dicendo che i dati riguardano la provincia e quindi Rimini, e a quel punto sarà giustamente querelato dal sindaco di Rimini? Sembra come da bambini: specchio riflesso buttati nel cesso.

Emis Killa è un rapper, da lui non ci si aspetta un’analisi della microcriminalità, ma non ha senso menargliela perché dice l’ovvio. Se non ci credete e volete il polso della situazione andate sul Telegram di Welcome to Favelas, la pagina di cronaca più importante d’Italia, ormai, e cercate Riccione. Solo negli ultimi mesi di cronologia troverete: il video di un addio al celibato in spiaggia con fellatio (pompino, per i non praticanti del latino) in pieno giorno incitata dal dj e dagli amici dello sposo; svariate risse tra ragazzini in pieno centro che si picchiano brutto; gente sbronza che barcolla come zombie, altre risse al Pride. Riccione è una città turistica, notturna, un posto dove si va a divertirsi e dove è facile che specie i più giovani perdano il controllo, soprattutto se strafatti o sbronzi.

Vogliamo fonti più autorevoli? In cronaca su Rimini Today l’8 agosto troverete: «Weekend di furti e rapine. Un 19enne minaccia una coppia con un punteruolo e ruba collana d’oro». Oppure sempre sulla stessa testata, l’8 luglio 2022: «Riccione non molla la presa sulle baby gang, weekend tra rapine e furti: 6 arresti e 16 denunce». Questa non è roba inventata. Se girate per le strade di Riccione di notte (e io, giuro, non sono stato a Marsiglia) ve ne rendete conto anche voi: c’è un bel livello di bolgia. Non siete a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, un po’ di attenzione dovete farla, non avrete quel senso di pace e tranquillità di cui parla il sindaco.

Altro caso riguarda Jovanotti, per cui forse anche tutti i suoi nemici dovrebbero spezzare una lancia a favore. Jovanotti ormai è famoso per i concerti in spiaggia, sono il suo regno. All’inizio parevano fighi poi, come al solito, gli ambientalisti si sono incazzati. Ed ecco le shitstorm, gli allarmi lanciati, e alla fine un’associazione ambientalista «ha presentato l’ennesimo esposto per cui si profila la violazione dell’articolo 733 bis del codice penale, atto a punire la distruzione o il deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto, ovvero il danno ambientale» (Il Foglio). Per una cosa del genere Jovanotti rischia l’arresto preventivo in modo che non possa compiere i concerti di Viareggio.

La cosa è assurda, visto che i concerti sono organizzati con il WWF, che godono di tutti i permessi possibili, che sono vagliati dalle autorità e ormai rigidamente controllati. Ma la procedura parte d’ufficio, kafkianamente, per dar seguito all’esposto. Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, scrive su Facebook: «L’Arpat chiarisce che la spiaggia del Muraglione NON è habitat naturale e le specie vegetali NON sono specie protette. Con questa comunicazione possiamo considerare conclusa anche l’ennesima polemica estiva viareggina». E quindi? Ne abbiamo parlato ancora una volta.

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