Perché gli intellò moralisti ce l'hanno tanto con i Ferragnez? | Rolling Stone Italia
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Perché gli intellò moralisti ce l’hanno tanto con i Ferragnez?

L’annuncio social della nuova gravidanza di Chiara Ferragni ha scatenato un’onda di insulti e battute di pessimo gusto. Ma di chi è la vera strumentalizzazione, dei genitori o degli intellettuali in cerca di polemiche?

Perché gli intellò moralisti ce l’hanno tanto con i Ferragnez?

Chiara Ferragni

Foto: Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images

«Questa foto, che vorrebbe essere tenera e felice, non è invece semplicemente spaventosa, agghiacciante? Che altro gli dobbiamo far fare a sto ragazzino e a quell’altro che manco è nato? O se si ingrandisce si vede che anche la placenta è Ralph Lauren?». Ecco il Tweet di uno scrittore italiano (scriverei famoso ma lo conosciamo solo noi e preferisco sia anonimo perché il suo è un pensiero troppo stanco per essere amplificato) riguardo Leone, il figlio dei Ferragnez, che mostra sul profilo della madre la foto del futuro fratellino. Leggi il tweet e pensi: ma questa gente, che problemi ha? La placenta Ralph Lauren è un’immagine di pura crudeltà, visivamente fastidiosa, che cela una rabbia repressa enorme.

Il problema è che certa cultura italiana viaggia su vecchi sentieri, il primo: la ricchezza è una colpa. Forse è il nostro retaggio cristiano (Gesù figlio di un falegname, nato in una capannella, che evangelizzava i poveri) che nonostante tutto ci condiziona. Oppure ci rode semplicemente il culo? Ok, dobbiamo combattere una società competitiva e vuota, ma perché colpevolizzare i ricchi? Cosa c’è di così scabroso nel successo, nella ricchezza? Se Fedez avesse fatto il pizzaiolo, a nessuno avrebbe dato fastidio che postasse la foto di suo figlio mentre mostra l’ecografia del futuro fratellino.

Alla fine tutti si scagliano contro i Ferragnez per un solo motivo: il loro successo. Sono troppo ricchi, troppo giovani, troppo belli. Mentre noi siamo normali, con le bollette da pagare, l’INPS che ci rincorre, le case in condivisione. Dovremmo fare la lotta di classe, occupare il parlamento, infuocare le periferie. E invece? Invece commentiamo sui social.

A Fedez contestano di non saper cantare (abbastanza vero ma ancor più interessante per descrivere la sua parabola di successo), a sua moglie di non saper fare niente. Eppure, per essere due così, pare se la cavicchino bene. 21 milioni di followers lei, 11 lui. Guadagnano milioni di euro, vivono in case lussuose, fanno le vacanze in yacht. Usano Instagram.

È normale che gente così mostri uno stile di vita per molti inimmaginabile. Quindi come ogni famiglia, annunciano un nuovo figlio, usando i social. Certo, acquisiranno ulteriori follower e visibilità, accresceranno il loro status e il loro cachet, e quindi?

La loro non è nemmeno strumentalizzazione, è semplice creazione di utili. Se proprio dovessimo parlare di strumentalizzazione sarebbe naturale accusare chi fa leva sul piccoletto per portare avanti le proprie battaglie personali e posizionarsi come intellettuale “contro” per la sua nicchia di lettori/acquirenti, perennemente indignati come lui, e invece dobbiamo chiederci altro. Grazie a questi tweet anche lui potrà essere invitato (e pagato, pochissimo in confronto a un post su IG di Fedez ma comunque almeno rimborsato delle spese per raggiungere lo studio televisivo) nei talk show a dire la sua, Potrà insomma “lavorare”. Chi mena sui ricconi finisce a campare delle loro briciole. Ma è sempre stato così, e questo caso non fa eccezione.

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