Perché alcune donne non amano il sesso orale e difficilmente cambieranno idea | Rolling Stone Italia
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Perché alcune donne non amano il sesso orale e difficilmente cambieranno idea

L’universo femminile si divide in due: quelle che apprezzano la fellatio e quelle che proprio no. Qui ci occuperemo della seconda categoria, cercando di sviscerare le motivazioni del rifiuto che tanto avvilisce il mondo maschile

Perché alcune donne non amano il sesso orale e difficilmente cambieranno idea

Foto via Unsplash

Per quanto riguarda il sesso orale, l’universo delle femmine (e non solo) si divide in due: quelle a cui piace fare i pompini e quelle alle quali proprio no.
Qui ci occuperemo della seconda categoria, cercando di sviscerare le motivazioni del rifiuto che tanto getta nello sconforto il mondo maschile, il quale, per quanto riguarda il tema scivoloso, no, non si divide in due. Perché agli uomini piacciono i pompini. È un assioma.

Eppure la resistenza femminile, esiste. E appassiona le discussioni da bar e da ristorante, anima confronti.

Il primo argomento a sfavore di irrumazione è la pulizia. Fondamenta portante per qualunque incontro ravvicinato di qualsiasi tipo, a partire da un bacio con la lingua, la pulizia – in effetti- non è di tutti. Questo esaspera la buona volontà di chi vorrebbe provare a dedicarsi alla pratica ostile, ma teme. E previene. L’escusatio valga per chi non si conosce ancora così bene da sapere quanto il compagno tenga alla sua igiene, intima in particolare. Poiché, talvolta, non scordatelo, il maschio frettoloso, schifoso, urina lesto, quindi, per mancanza di tempo –supponiamo- pulisce i rimasugli con una scrollatina e via. Incuranza egoista. Delittuosa, se si spera nella possibilità di infilarlo in qualunque buco umano altrui, figuriamoci se il cavo è quello orale.

Questione di odore

Sebbene il pene, al contrario della vagina, non produca fluidi particolari durante la giornata, restando invidiabilmente asciutto a meno di incontri imprevisti o pensieri maldestri, rimane un organo, un corpo cavo che, se non viene puntualmente deterso, rischia di assumere afrori nauseabondi. In tal senso, la ragazza schifiltosa diffida ed evita che la sua bocca possa entrare a contatto con un corpo che, oltre ad essere estraneo, diventerebbe certamente anche sgradito.

Preferisco una scopata

Ciò che il maschio non comprende è che quello del pompino è un fatto più che intimo, intimissimo. La massima resa, soprattutto se la donzella non sia naturalmente avvezza a praticare.
In fondo a farlo canonico, è pur vero che la penetrazione costituisce un fatto profondo (in quasi tutti i sensi), ma almeno a entrare in contatto sono gli organi genitali soltanto, preservando così gusto e olfatto. Mica poco.

Questione di dolore – la triste storia della mandibola

Diciamolo. Dopo un po’ che la bocca percorre il pene, parliamo di normodotati of course, la mandibola inizia a invocare pietà.
Nell’età della scoperta soprattutto, quando ancora l’esplorazione è d’obbligo per escludere ciò che non piace dal novero delle attività gradite, ci si cimenta in pompini infiniti. Mal serviti, meccanici, ripetitivi e dolorosi. Per chi li pratica, e talvolta anche per chi li riceve. Non è rara, infatti, l’eventualità in cui un canino distratto s’impigli inavvertitamente in un piccolo lembo di carne e hai voglia di chiedere scusa al malcapitato. Il danno è fatto, il pompino profanato. Le coppie più innamorate resistono all’incidente e le più audaci perseverano fino ad arrivare a risultati soddisfacenti. Quelle meno solide, si sfaldano all’ombra del fallimento. E addio.

Ma torniamo alla mandibola. Dopo qualche minuto, è innegabile anche per le appassionate, le mascelle avvertono segnali di disagio. Vorrebbero che la bocca concedesse loro una pausa, chiudendosi. Le più esperte, quindi, (s)chiudono le labbra e lasciano che sia la lingua a tenere alto il morale. Giocano, prendono tempo. Ma, come funziona con i tacchi, che una volta tolti non puoi rimetterli sennò il dolore provato prima di levarli si acuisce in modo esponenziale, così è per la mascella alle prese con la fellatio: una volta che si rilassa, ricominciare è un dispetto.

L’ingoio

Per le pasdaran del no, l’ingoio è una pratica ributtante. Le più progressiste, colte dall’amore per qualche compagno esigente, avranno certamente provato a spingersi oltre il confine dell’accettabile. Il risultato? Una delle esperienze più umilianti della propria vita sessuale. E, in effetti, dopo aver torturato la mandibola per svariati minuti, col solo desiderio battente fattosi preghiera che l’amato svuoti finalmente i testicoli, hanno sentito una sostanza tiepida, collosa, ispida, insinuarsi nelle fauci. Il pensiero fisso “non ci pensare, manda giù come fosse sciroppo, non ci pensare, non ci pensare” non è bastato a placare l’urto di ribrezzo spontaneo salito dal coccige al coppino con la violenza che solo un conato di vomito può soddisfare.

La morale

In amore come nel sesso le regole non esistono. Ed è giusto così. Non disperatevi, quindi, se la pratica non fa per voi. Non arrendetevi a questo mondo che vi vuole tutte perfette: lavoratrici indipendenti, femmine belle e curate, madri modello e bocchinare da manuale, sennò lui vi lascerà. Il ricatto, oltre che idiota, è deprecabile. E se –invece- vi mollerà per questo, perché la fellatio non rientra fra le vostre esperienze del cuore, lasciatelo andare.

Anche perché, diciamolo: il pompino ben fatto è un’arte.
E non tutte sono artiste. Per cui, in taluni casi, è perfino meglio astenersi. Nella vita conoscere i propri limiti è fondamentale, un primo passo verso la serenità.

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