X Factor: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi (ma siamo sicuri?) | Rolling Stone Italia
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X Factor: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi (ma siamo sicuri?)

Inizia giovedì 17 la nuova edizione del talent Sky, che promette grandi cambiamenti: «La scorsa edizione aveva un po’ rotto il rapporto con il pubblico. Siamo tornati a concentrarci sulle storie»

X Factor: se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi (ma siamo sicuri?)

Quest’anno è tosta. Lo era prima del Covid, figuriamoci ora. X Factor torna su Sky Uno giovedì 17 settembre con l’edizione numero 14. Nuova giuria, nuova produzione, nuovo spirito. Uno ‘scossone’ necessario dopo le performance numeriche delle ultime edizioni, dell’ultima in particolare, la meno vista di sempre. Un «tutti a casa che si riparte». Non da zero ma dai bei tempi che furono, almeno ci si prova, ed eccolo qui infatti il ritorno di due giudici storici, Manuel Agnelli e Mika. Affiancati dalle new entry Emma Marrone e Hell Raton.

Prima della conferenza stampa c’è un’anticipazione dei provini che saranno in onda giovedì sera: niente pubblico, nuove grafiche, e una giuria che tutto sommato sembra funzionare. Ma i provini sono i provini, sono montati, sono tutti bravi, simpatici, giusti. La verità verrà fuori più avanti. Intanto bisogna capire come far affezionare nuovamente il pubblico al talent, andato in onda in Italia la prima volta nel 2008. 12 anni in cui la televisione è cambiata tanto e la discografia ancora di più. Ma anche le conferenze stampa: siamo su Zoom. Sono tutti piccoli piccoli sul mio schermo ancora più piccolo. Ci sarà un modo per ingrandire le immagini ma chissà qual è. È dura.

Inizia Emma, che è passata ai Nemici di Maria ma precisa che i due talent «sono entrambe realtà che credono nei giovani. Se sono qui è perché sono cresciuta, e se prima i tuoi genitori ti tengono per mano, a un certo punto ci si saluta e si provano altre strade. Maria resta un porto sicuro, una famiglia». Poi è il turno di Agnelli, che aveva dichiarato che la sua esperienza col talent era finita: «Cosa mi ha fatto cambiare idea? Il progetto. Questa volta X Factor pone la musica in primo piano. C’è una parte autorale importantissima».

C’è pure un altro Manuel, Zappadu, in arte Hell Raton ma per sua sfortuna già soprannominato Manuelito (suave suavecito). Lui è la vera new entry di questa edizione, conosciuto da chi ascolta rap ma non dal pubblico televisivo: «Sono qui per scovare talenti. Non conoscevo gli altri di persona, speravo di non stare sul cazzo a nessuno. E infatti è stato come trovare vecchi compagni di classe». Buon per lui. Poi Mika, anche lui lontano dal programma da qualche anno: «Mi chiamano spesso per fare televisione. Questa volta è stato diverso, c’era una direzione artistica, una visione per cambiare questo show».

Perché di questo si tratta: cambiare lo show, rinnovarlo. Nei limiti di quanto si possa effettivamente rinnovare un programma che si importa dall’estero e che resta, a tutti gli effetti, una gara canora. Se per alcune cose, purtroppo, ci ha pensato la pandemia (niente pubblico, audizioni su Skype e via dicendo), altre sono state scelte ben precise col compito di confezionare un’edizione in cui non si può più sbagliare. E a parlare sono le persone che questo programma l’hanno pensato, realizzato, curato: «La scorsa edizione aveva un po’ rotto il rapporto con il pubblico, e non ci aveva soddisfatto», dice Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming di Sky Italia. «La chiave su cui abbiamo ragionato in questa edizione sono state le storie, i racconti. Se si perde il racconto si indebolisce la connessione col pubblico. Stavamo lavorando ed è arrivato il Covid: ci siamo resi conto che quella scommessa dovevamo accentuarla ancora di più». «Questo periodo ha partorito la meglio gioventù di XF. Ci sono tanti autori di talento, il racconto sarà intimo e personale» aggiunge Nils Hartmann, Direttore Produzioni Originali di Sky Italia «Quando ci si conosce in un momento così e in una situazione così, non si torna indietro. Questa è stata la chiave», aggiunge Eliana Guerra, curatrice di X Factor per Fremantle.

Tutti sembrano concordare quindi che il programma avesse bisogno di un rinnovamento. Cambia pure la sigla storica, Dardust ha fatto il restyling. E si parla in continuazione delle ‘storie’. Che vuol dire tanto e anche niente, ma per giudicare aspettiamo di vedere le puntate. Il primo spoiler lo fa Mika: «Lo dico già oggi, ci sono alcune canzoni diamanti che saranno grandi successi. Grandi. C’è un portinaio di un palazzo di Milano che ha un pezzo che potrebbe essere scoperto a X Factor, e sono sicuro che sarà così». Milanesi, fate un check al piano terra.

«In questo momento la cosa più importante è parlare di musica, portarla in giro. Dev’esserci un megafono per le cose che i giovani hanno da dire, indipendentemente dalla ricerca ossessiva della star». C’è anche Alessandro Cattelan chiaramente, a cui chiedono sempre se è vero che questa sarà la sua ultima edizione. Rimane sul vago: «Questo è il mio decimo anno. È un buon numero. Se è l’ultima volta? Ne riparliamo più avanti». Vale come risposta?

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