X Factor 14, le pagelle: non avrai altro giudice all'infuori di Manuel Agnelli | Rolling Stone Italia
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X Factor 14, le pagelle: non avrai altro giudice all’infuori di Manuel Agnelli

Torna Cattelan. Torna la Emma furiosa. Tornano i Little Pieces of Marmalade al loro meglio. Ma c’è anche chi se ne va: eliminati Blue Phelix e Vergo, Hell Raton è l’unico ad avere ancora la squadra al completo

X Factor 14, le pagelle: non avrai altro giudice all’infuori di Manuel Agnelli

N.A.I.P.

Foto: sito Sky

Little Pieces of Marmalade voto: 10

Con N.A.I.P. e Melancholia – e Casadilego se non insistono a provare a trasformarla in una copia pallida e banale di Elisa – sono la proposta migliore di questa edizione. Ma oggi, con la loro performance più bella, hanno incendiato gli strumenti, le nostre anime, hanno detto a tutti che mangiano in testa, musicalmente e come voce, al 90% dei cantanti e gruppi italiani. Se fossi mollato dalla donna a un loro concerto, finirei comunque la serata felice. Quando suonano ti fanno godere, loro il pubblico non lo intrattengono, non lo deliziano, non gli danno solo grande musica: se lo scopano.

Manuel Agnelli voto: 9

Il pezzo con cui si appella al pubblico perché salvi i suoi dalla prima ferocissima manche è da stand-up comedy di altissimo livello. E poi non sbaglia nulla – vedi i complimenti ferocissimi a Casadilego –, piega la tv, lo show ai suoi tempi, dà il senso profondo dell’estetica, dell’etica, della direzione artistica di X Factor. Gli altri giudici lo rincorrono, arrancano, lo imitano, lo soffrono, lui li manda ai matti con battute geniali e di fronte alle critiche ripete un candido “non le ho capite, non posso rispondere” e l’unico, per ora, a cui non stanno cedendo i nervi di fronte alla sua grandezza è Mika. Forse. 
Manuel fa quello che vuole, dice quello che è giusto, ha una passione inesauribile e potente, è lo Yoda della musica italiana. E poi quanto è figo. 
Ah, voglio scrivere un libro: le piccole storie di trascurabile (in)felicità di Manuel Agnelli, partendo dalle parabole con cui annuncia i suoi (lui mollato dalla ragazza al concerto degli Smashing Pumpkins è letteratura sopraffina).

Alessandro Cattelan voto: 8,5

Pallido e stanco, non molla. Ci vuole fegato, passione e grinta per tornare dopo il Covid e tenere il palco come lui. Pessima cera, e non poteva essere altrimenti, ma se la cava alla grande, pur ritrovandosi in una piccola polveriera, con i quattro giudici che vanno così d’accordo che sembrano i protagonisti di The Crown. Il sospetto è che la prima manche tutta di seguito sia anche un modo per farlo resistere fino a mezzanotte.

Luigi Antonini, Ivan Pierri, Luigi Maresca, Laccio & Shake voto: 8

La prima manche è pazzesca, per difficoltà di realizzazione delle scenografie, per abilità nella regia, per varietà e potenza della loro creatività e per la cura dell’immagine dello show, per le coreografie, per la splendida fotografia e i costumi. E anche tutto il resto della puntata – e, va detto, dell’edizione finora – è a livelli altissimi. Ma soprattutto firmano uno stile che va oltre il format, trovando una maturità estetica e una grammatica visiva che forse mai prima avevamo viste così decise e coraggiose, soprattutto valutando le enormi difficoltà che vivono a causa del Covid e di tutti i paletti che impone a un evento del genere.

Hell Raton voto: 7,5

Poche storie, ha ancora tutte e tre le concorrenti in corsa, quindi ha ragione lui. Soffre la diretta, anche per “colpa” degli altri giudici – Manuel non fa prigionieri, Mika è il cerbiatto mannaro, Emma odia tutti, lui gioca troppo di fioretto e soffre il mancato riconoscimento del proprio talento –, ma negli altri sei giorni e mezzo evidentemente fa un lavoro straordinario. E si prende rischi (le scelte per MyDrama e Casadilego, molto – troppo? – da produttore, fanno soffrire gli appassionati ma evidentemente pagano, nella gara e negli ascolti, e questo conta nella competizione), tutela, protegge e aiuta le sue ragazze. Non è poco.

La prima manche voto: 7

Ha ragione Agnelli, «dieci minuti di inediti in tv in prima serata sono una rivoluzione vinta». Ma soprattutto regalano brio alla gara, riescono a intrattenere un pubblico ancora freddo alla grandissima, a pompare adrenalina negli spettatori, nei giudici, nei concorrenti e anche nel povero Cattelan. Grande idea, ottima riuscita, ulteriormente affinata darà grandi soddisfazioni.

Vergo voto: 6

Abbiamo capito il motivo per cui parla poco: dice “assolutamente” persino più di quanto Emma dica “è come dice Manuel Agnelli” e “coerenza, sincerità, obiettività e Medio Evo”. Ma oggi se la cava bene, certo sarebbe bello capire sotto il vestito – è una citazione cinematografica, state calmi – cosa c’è. Se niente, solo autotune oppure quel talento che nei bootcamp ci ha mostrato per pochi timidissimi e impauriti secondi. Ha presenza scenica, ha un talento grezzo, deve solo capire – un po’ alla Achille Lauro – come rendere i propri limiti dei veri punti di forza. Dispiace che esca nella sua serata migliore.

Mika voto: 5

Diciamolo, troppo cerbiatto per essere mannaro, troppo mannaro per essere cerbiatto. Pensava di mangiarsi tutti a colazione, ma Manuel gli ha tolto la leadership carismatica e Emma gli sta rubando gli attacchi senza quartiere e le battute acide. Lui così non può splendere come vorrebbe e mordere quanto potrebbe. Sta cercando di giocare di contropiede, di provare a destabilizzare i concorrenti forti altrui, ma il non protagonista non lo sa fare.

Cmqmartina voto: 4

Dopo essere stato attaccato da lei, ho pensato fosse meglio ignorarla nelle pagelle. Poi ho deciso che le avrei dato il doppio del voto che pensavo meritasse. Onestamente non si percepiscono la sua identità musicale, i suoi lati migliori, quali siano i contorni del suo talento. Per intenderci, se Mydrama è un Ibrahimovic fuori ruolo, come abbiamo detto, una che ha qualità enormi e che in questo momento non sono sfruttate al meglio, lei è fondamentalmente anonima. E soprattutto le sue compagne di squadra sono decisamente di un altro livello.

Il Look di metà dei concorrenti voto: 3

Ora mi piacerebbe dire che Blind sembrava essersi vestito da Lidl e Benedetta dei Melancholia sembrava un prodotto della Bo Frost appena consegnato, che magari non sono adatti a quei costumi – ma chi lo sarebbe? – ma poi Cmqmartina andrebbe a piangere da Emma e rischierei di essere di nuovo linciato dai cmqmartiners e bluephelixers (e io che pensavo che il punto più basso della musica fosse stato lo scontro tra fandom directioner e quella belieber, invece ci tocca vedere anche questa). Avrei anche da dire qualcosa sul body slacciato di Elodie – la migliore ospite finora –, e che pagherei oro per il completo catarifrangente di Carl Brave e le scarpe sporche di vernice di Cattelan (per poterle togliere dalla circolazione, ovvio). Ma preferisco vivere. Quindi vi dirò che almeno Alessandro Borghi non si è offeso per essermi paragonato a lui (ed era l’unico ad averne tutte le ragioni). E che persino lui un pomeriggio si mise un golf che ancora ricordo nei miei peggiori incubi.

Morgan voto: 2

Che c’entra l’ex giudice di X Factor? Nulla, ma sedendomi sul telecomando ho premuto un tasto ed è comparso sulla Rai quel programma aberrante che è Ama Sanremo. Ne sono stato ipnotizzato per qualche decina di secondi. C’erano lui e un sosia sfigato di Tommaso Paradiso. Per un attimo, ho capito il dramma di Bugo.

Il politicamente corretto voto: 1

Non è un mistero, sono stato massacrato sui social per giorni. Per aver scritto che i costumi di Blue Phelix non fossero adatti a lui. Apriti cielo, una che sa fare la populista sul web meglio di quanto faccia la cantante – ci voleva poco – mi ha definito body shamer, Emma, forse nervosa per il non idilliaco rapporto con gli altri giudici, le è andata dietro. Ieri addirittura ha provato a salvare Blue Phelix, invano, con un patetico tentativo di farlo passare per eroe prima e una rosicata delle sue dopo l’eliminazione: carissima signorina Marrone temo che le porcate siano in chi legge, non in chi scrive. E se mi dà qualche altra riga glielo spiego (mentre scrivo, Emma parla di Medio Evo e di un articolo su un sito musicale pure a Hot Factor. Citando Latte e i suoi derivati “e basta Emma, è passato mezzo cd!”).

Di medievale comunque c’è stata solo la gogna messa a punto dalle due cantanti e a cui hanno partecipato migliaia di uomini e donne su Instagram, Facebook e Twitter (probabilmente anche su Tinder, Tik Tok e se ci fosse ancora, myspace, ma non li ho quindi non lo so). E sorrido, perché il politically correct è ormai talmente un’ossessione – si preferisce lavorare sulle parole, per non affrontare diritti e contenuti – che in buona o cattiva fede (per Emma propenderei per la prima, per Cmqmartina per la seconda) – si finisce per essere vittime dei propri stessi pregiudizi.

La frase incriminata che ho scritto su Blue Phelix è questa. “Piccola considerazione: per quel look o sei Prince o devi avere il fisico (vedi Vergo). È come se il sottoscritto pensasse di poter fare la controfigura di Alessandro Borghi”. Body shaming. Sessismo. Omofobia. Queste le accuse.

Bene, la spiegazione è semplice: per me Blue Phelix può e deve vestirsi, truccarsi, spogliarsi, dipingersi, come gli pare. Come tutti. Ma se partecipa a una gara, in tv, e nella sua performance è evidentemente centrale il suo costume e qualcuno mi dà da redigere delle pagelle, commento il vestito e anche il fatto che non gli stia bene e non abbia il fisico adatto. È quello che si fa, per dire, sul red carpet degli Oscar, ma non ho mai sentito definire “porcate” quei commenti, a volte un ben più cattivi.

Quindi se, ragazzo, ti ho ferito per come l’ho scritto, scusami.
Ma lo riscriverei, al massimo con un tono diverso (ma chiunque può intuire quale sia il tenore, anche satirico e divertito, di queste pagelle). Tutti mi hanno accusato di insultare la sua identità, di non voler che lui fosse se stesso. Il problema è che per me N.A.I.P., Emma, Blue Phelix e Cattelan e Collu, sono tutti uguali. Per chi legge, per chi mi insulta, no. Proiettano i loro pregiudizi colpevoli – evidenti anche dalle eliminazioni decise anche da questi indignati speciali – sulle mie parole innocenti. E questa, cara signorina Marrone, è l’unica porcata. Non c’è nulla nella mia frase che lasci intuire la fondatezza delle accuse sue, dell’aspirante cantante e dei vostri seguaci. C’è però nei vostri occhi. Quelli che considerano diverso Blue Phelix siete voi, non io.

Piccola storia triste ma grottesca: ho fatto una classifica degli insulti ricevuti (soprattutto con direct message, che coraggio, almeno ci metto nome, cognome e faccia, io). Ai primi tre posti nell’ordine, ci sono gli insulti alla mia povera mamma, insinuazioni sulle dimensioni ridotte del mio pene (chi ha parlato? Ti troverò, spia), la certezza che la mia compagna non sia soddisfatta della nostra vita sessuale e che dovrebbe essere punita con violenza per la mia insolenza. Fuori dal podio mi si definisce omofobo e eterosessuale o omosessuale represso. Bene, è meraviglioso: difendono il loro beniamino dal sessismo con il sessismo. Dall’omofobia con l’omofobia. E a naso credo che dire che ho il cazzo piccolo sia body shaming così come prendersela con le donne della mia famiglia sia molto sessista, oltre che vile.

Ma hanno ragione Emma, cmqmartina e i loro seguaci, eh, lo dicono i like e i retweet.

P.S.: ho appena scoperto che Mario Adinolfi la pensa (quasi) come me. Forse ho sbagliato tutto.

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