Il problema di Temptation Island è che non tromba nessuno | Rolling Stone Italia
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Il problema di Temptation Island è che non tromba nessuno

Tra piagnistei, deliri sul concetto di rispetto e concorrenti che parlano di sé in terza persona, la nuova stagione del reality che dovrebbe spingere tutti a rivalutare la vita di coppia è un disastro

Il problema di Temptation Island è che non tromba nessuno

Foto press

No ragazzi, N.C.S. Non ci siamo. Servono addirittura un’ora e venti minuti perché succeda qualcosa in questa terza puntata di Temptation Island. Dopo uno struscio continuo tra Valeria e il suo single, Ciavy è uscito di testa e ha chiesto un falò. Qualcuno sostiene che Valeria si sia baciata con Alessandro, ma non si capirebbe nemmeno col var. I due si annusano, sfiorano, sussurrano, ma non si capisce se sia tecnicamente un bacio. Ma poi cosa abbiamo otto anni? Serve che due si bacino sulla bocca per sentirsi traditi? Non basta aver sputato su anni di rapporto, essersi derisi a vicenda, aver flirtato nei peggio modi con degli estranei? Infatti al falò, la tensione è alle stelle.

Ora, Ciavy non è proprio un grande oratore e tende a sputazzare con la lisca solo massime sul “rispetto” e il “portare rispetto”, astrazioni e concetti di cui ha solo sentito parlare in tv, senza mai averne esperienza. Altrimenti lo avrebbe dimostrato, invece è stato in grado solo di urlare alla sua donna. Il falò è teso, serve l’intervento dell’arancione Filippo Bisciglia, qualcosa di vicino allo psicologo e all’arbitro negli incontri di MMA. È lui che chiede a Ciavy di ragionare, ma forse per una difficoltà di fondo del soggetto, l’effetto desiderato non viene mai raggiunto. Alla fine i due rompono ed è la cosa più bella che poteva capitare a entrambi. Ci voleva tanto?

Siamo nel pieno di Temptation Island e questa edizione come le altre ci dovrebbe spingere tutti a rivalutare la vita di coppia.

Partiamo da un presupposto: quella che hanno i protagonisti del reality non è una vita di coppia: è casomai la vicinanza per bisogno/osmosi dei protagonisti a qualcuno in un mondo che da soli li divorerebbe. Nessuno di loro ha un minimo di consapevolezza. Coppia vuol dire fare squadra, supportarsi, stimarsi. Qui non si vede niente del genere. Se c’è un problema la colpa è sempre dell’Altro. Il concetto di “mettersi in discussione” è un mantra banalizzato che tutti ripetono sin dalla prima puntata a caso, svuotandolo di senso. Per un concorrente “mettersi in discussione” significa andare a Temptation Island. Il compagno/a che fino a poche settimane fa era la gioia della vita è insultato, svilito, accusato di “fare schifo” di fronte a milioni di spettatori estranei.

Il piagnisteo è l’unica forma di espressione dei sentimenti. Anna ad esempio pretende di essere ingravidata dal fidanzato Andrea, lo minaccia di lasciarlo e si sente in diritto di chiedere perché ha dieci anni più di lui e il suo tempo di donna fertile sta per scadere. Un buon presupposto per fare dei figli e avere una vita felice, eh? Quando scopre che lui l’ha definita “viziata” si infuria: «Ora smetto di lavorare così mi deve mantenere». Ottimo!

Forse il problema di Temptation è che nessuno fa sesso sfrenato. I concorrenti flirtano ai limiti del petting, fanno gli occhioni si portano allo stremo del desiderio ma non lo sfogano. Si dessero una bella botta sarebbe tutto più immediato. I soliti complottisti dicono che Temptation sia un programma studiato. Io non credo. La realtà è lì fuori, basta guardarla per vedere quanto somiglia a questa roba.

Un fattore di delirio linguistico notevole di questa edizione è il linguaggio in terza persona. Ogni concorrente parla di sé in terza persona e non si capisce se sia per una diffusa ignoranza nella coniugazione dei verbi (come se ci fosse un incantesimo dell’ego che porta chiunque lì dentro a sentirsi il centro del mondo) o una scelta stilistica. Se un nuovo spettatore capita sul programma, non capisce mai di chi il soggetto stia parlando veramente, quindi diciamolo: tranquillo spettatore, non sei tu il problema, sono i concorrenti di Temptation che usano il plurale maiestatis.

Antonella Elia è pericolosissima. Nonostante abbia inanellato una serie infinita di insuccessi sentimentali personali, dispensa a chiunque consigli da mamma/chioccia. Il bello è che le compagne la ascoltano pure, conferendole lo scettro di donna matura e saggia. Ha parlato del fidanzato spesso come un fesso e si è risentita perché lui ha detto la verità: è una bambina. Noi non lo sappiamo perché non la conosciamo di persona ma Antonella non sembra un esempio di maturità. Non si regge. Può stare simpatica i primi cinque minuti ma poi ti chiedi dove abbia il tasto “off”. Ma che ride? Ma di cosa si sente superiore esattamente? Ma perché il suo tipo dovrebbe sopportarla? Lei e la storia del suo ex, dei brevetti di nuoto, degli stimoli continui. Ma chi c’ha voglia di una così?

Lorenzo Amoruso e Manila Nazzaro sono le due persone più normali in questo delirio. Confrontati agli altri sembrano dei luminari. L’ex calciatore è triste perché l’ex miss Italia non vuole trasferirsi a Firenze da lui (ha un lavoro, due figli, una casa a Roma… che ci deve andare a fare in Toscana?) al punto da rompere. Ma almeno non si demoliscono a vicenda.

La puntata scorre così, dura ore ed è così lenta che a volte il tempo si dilata, la guardi tutta e alla fine ti senti il cervello che pesa un chilo meno.