‘DOC – Nelle tue mani 2’, déjà-vu e scene da un matrimonio: in altre parole, il finalone | Rolling Stone Italia
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‘DOC – Nelle tue mani 2’, déjà-vu e scene da un matrimonio: in altre parole, il finalone

Il medical drama più amato dagli italiani chiude con il botto: 6.526.000 telespettatori e il 30,6% di share. Ma poteva mancare il nostro commentino?

‘DOC – Nelle tue mani 2’, déjà-vu e scene da un matrimonio: in altre parole, il finalone

Pierpaolo Spollon (Riccardo) E Silvia Mazzieri (Alba)

Déjà-vu e denunce sfiorate

Isolamento, quarantene, mascherine, contagi. Praticamente DOC quest’anno è iniziato con il Covid e hanno pensato bene di farlo finire con un’altra emergenza medica che ricorda da vicino quello che abbiamo vissuto (e stiamo ancora vivendo): questa volta di tratta di KPC, il super batterio più pericoloso in Italia. Ma il déjà-vu va ben oltre: se il Covid aveva contagiato prima Giulia e poi Lorenzo, a ‘sto giro tocca all’altra coppia prefe del pubblico, e cioè Riccardo e Alba. Il risultato è Bonvegna versione bell’addormentato come Lazzarini (vedere i paragoni sui social), con fiumi di lacrime e vere e proprie minacce su Twitter da parte dei fan (“Rai, se muore Ric la denuncia non te la toglie nessuno”). Poteva finire così.

Ma, per fortuna, Bonvegna è vivo e lotta con noi. Rai, attenzione che la “Twitter gang bang” di Spollon (qui il suo diario in esclusiva per Rolling) non perdona.

Peggio di Game of Thrones

Dài, confessatelo che George R.R. Martin si è nascosto tra le fila degli sceneggiatori di DOC: la morte di Lorenzo Lazzarini – così, de botto – nella prima puntata non ce la meritavamo, poi ci sono andati vicino pure Gabriel Kidane e addirittura Riccardo (appunto), ma il colpo di scena non poteva certo mancare per rendere la chiusura memorabile… E allora, per un Bonvegna redivivo, c’è un altro personaggio che ha la peggio: Alba, sacrificata sull’altare del finalone e probabilmente il palo più storico (e dell’altro mondo) per il povero Ric. E proprio come in Game of Thrones si piange, certo, ma poi the show must go on, che qui ci sono delle situe sentimentali spinosissime da risolvere (vedi più avanti).

Le Doc’s Angels

Intanto, vengono fuori tutti i segreti e gli intrighi custoditi da Doc e dalla figlia Carolina. E quando il gioco si fa duro per il Policlinico, scendono in campo le Doc’s Angels: dopo l’avviso di garanzia consegnato a Fanti per l’affaire Lazzarini, Agnese, Cecilia e Costanza (e cioè la segretaria dell’odiosissimo Caruso) sono sulle tracce del direttore amministrativo e delle sue malefatte. E con un’investigazione degna di Sherlock e una missione alla chetichella che manco Occhi di gatto, riescono a trovare le prove che il blackout che aveva messo in ginocchio l’ospedale era stato programmato dal villain numero uno dell’Ambrosiano e dai suoi complici. Trattasi ovviamente di casa farmaceutica che ha volontariamente ritardato la consegna delle bombole di ossigeno durante il Covid per speculare sul prezzo. Insomma, quella bitch della Tedeschi si è riscattata, la colpa della morte di Lorenzo è di Caruso, e vissero tutti (se non felici) più sereni e contenti. Ah, per assumere il trio citofonare Teresa alla reception.

Enrico Sandri for the win

L’hanno sempre tenuto lì un po’ in disparte a sostenere e punzecchiare l’amico Doc, salvo farlo entrare in scena per risolvere quasi sempre la situazione. E poi, inaspettatamente, anche Enrico Sandri (aka “orsacchiotto”) si innamora e piano piano la sua storyline “si allarga”. “L’uomo che di mestiere fa i puzzle con i bambini iperattivi” (cit. la sua dolce metà Teresa) si prende la scena con un one-man show irresistibile: da “È qui il pigiama party?” quando entra nella zona di isolamento dei medici per la KPC a “Come va? Di merda: letteralmente, perché il virus porta diarrea”. Sentiamo puzza (pardon) di qualche minuto Spollon: 10 e lode a Giovanni Scifoni unchained.

Limoni e scene da un matrimonio

È stata dura, durissima, non ci speravano più nemmeno gli sceneggiatori a trovare il modo di far stare insieme Elisa e Gabriel. D’altra parte ci si era pure messa di mezzo la Chiesa cattolica… Poi, colpo di mano: lui torna dall’Etiopia (anzi, da un ambulatorietto allestito negli studi giusto dietro la medicheria) e si riscatta lavorando con il team contagiato dalla KPC. E lei a quel punto, dopo due stagioni, 16 serate, 32 soffertissime puntate, cede. Gli amanti che non ce la potevano fare (shippatissimi anche da Damiano Cesconi) finalmente ce la fanno: arriva il sospirassimo limone! E poi, con un comando-volante (F non-so-cosa) che gli scrittori di Boris ucciderebbero per avere, alla Russo parte un estemporaneo: “Mi sposi?!”. Finalone con matrimonio celebrato da don Massimo (who else?!). Pensate quanto sarebbe stato epico se Mengacci avesse dovuto ricostruire la vicenda della coppia in una puntata di Scene da un matrimonio. Segue un bel brindisi al futuro by Doc (che nel frattempo è tornato primario) e apertura a fantomatici nuovi specializzandi. Ma non so se siamo pronti per la terza stagione.

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