Siano benedetti i mixtape e ‘Bloody Vinyl 3’ | Rolling Stone Italia
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Siano benedetti i mixtape e ‘Bloody Vinyl 3’

Slait, tha Supreme, Low Kidd e Young Miles: più generazioni di produttori e rapper scattano un’istantanea della scena e confermano la supremazia del team Machete nel panorama italiano

Siano benedetti i mixtape e ‘Bloody Vinyl 3’

I mixtape, quando ben realizzati, hanno la possibilità di fotografare un determinato momento storico, scattando un’istantanea dello stato di forma della scena che indagano. Per gli artisti coinvolti, inoltre, sono occasioni per mettere in vetrina il proprio talento, spingendo il livello artistico del prodotto a livelli potenzialmente molto alti e stimolanti. O almeno questo è quello che viene chiesto a un mixtape rap, il genere che ha davvero reso gloria a questo formato.

BV3 è il terzo episodio della serie di mixtape Bloody Vinyl di Slait, dj e fondatore, con Salmo e Hell Raton, della più importante crew italiana, la Machete. Per questo capitolo il dj sardo ha deciso di affidare l’intera produzione del disco a tre dei migliori beatmaker in circolazione. A formare i Bloody Vinyl ci sono tha Supreme che, dall’alto del suo miliardo di stream totali, è l’artista che sta rivoluzionando la trap italiana con soluzioni sonore finora sconosciute nella penisola; Low Kidd, uno dei producer più influenti del Machete Empire, co-fondatore con Slait dell’etichetta 333Mob; e Young Miles, producer romano di 18 anni che ha da poco pubblicato il suo primo EP, Glitched Years, in cui ha portato all’interno della trap un mondo di sperimentazione elettronica e future house.

BV3 è un disco pensato a quattro teste, come evidenziato nella copertina in cui la figura del producer è il punto su cui ruota l’intero senso del progetto. I brani in scaletta sono spesso prodotti a più mani, favorendo una contaminazione sonora che trova la sua espressione più interessante quando ad incontrarsi sono le estetiche dei più giovani, tha Supreme e Young Miles. Al microfono sfilano tre generazioni di rapper e conseguenti modi di pensare e di fare rap. Se questo clash permette all’operazione di allargare il suo possibile pubblico praticamente a ogni ascoltatore del genere degli ultimi vent’anni, a noi concede l’occasione di tracciare una linea evolutiva, una storiografia del genere. Fabri Fibra, Gué Pequeno, Jake La Furia sono le origini dove testo e tecnica pura predominano sulla musicalità del brano. La prima rivoluzione di questa rigidità di genere avviene con l’esplosione di talenti come Salmo, MadMan, Nitro e, in seguito, con Massimo Pericolo, Lazza, Capo Plaza che affermano definitivamente il rap in tutta la nazione, aprendolo a possibilità sonore che verranno a concretizzarsi nell’ultima generazione, quella di tha Supreme, Madame, Rosa Chemical, Mara Sattei in cui è evidente una ricerca costante di distanziamento da quella prima vocalità monotona, con l’abbandono dell’attenzione ossessiva al testo a favore di una spiccata sperimentazione vocale.

Non è difficile immaginare che BV3 sia un disco che piacerà più o meno a chiunque nella scena perché è praticamente impossibile non trovarci qualcosa di figo, qualsiasi siano le preferenze dell’ascoltatore. Dal rap duro e puro dei padri putativi ai ritornelli killer di tha Supreme in X 1 MEX, Telephone e Alaska, di Madame in Weekend e di Sara Mattei in Altalene, c’è luogo per ogni feticismo. Inoltre BV3 conferma tre semplici cose:

  1. Salmo è il più bravo di sempre;
  2. tha Supreme è il futuro;
  3. Mara Sattei deve fare un disco suo.

BV3 è, ancora una volta, la supremazia del team Machete all’interno del panorama musicale italiano. Una supremazia che si manifesta, ancor più che nella musica, nella capacità imprenditoriale di creare prodotti sempre freschi, vendibili e di alta qualità, ponendo grande attenzione alla costruzione di sinergie e allo scouting di nuovi talenti. Perché la differenza tra il mondo Machete e il panorama italiano è che mentre tutti parlano, Machete fa.