Sanremo Giovani, le pagelle della seconda serata e i nomi degli altri big in gara | Rolling Stone Italia
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Sanremo Giovani, le pagelle della seconda serata e i nomi degli altri big in gara

Serata più sciolta, Rovazzi maggiormente sicuro di sé, Baudo immenso, enormi sorprese per i Big, tra le cui fila vedremo un vero talento di nome Mahmood

Sanremo Giovani, le pagelle della seconda serata e i nomi degli altri big in gara

Mahmood con Fabio Rovazzi e Pippo Baudo.

Foto IPA

La finale di Sanremo Giovani scorre più velocemente rispetto alla prima. Il meccanismo è rodato e tutto fila abbastanza liscio. I cantanti di questa sera sono qualitativamente più alti rispetto a quelli della prima serata. L’asso pigliatutto è Mahmood che passa tra i Big e si guadagna anche il Premio della critica.

Pippo Baudo Voto: 110 e lode

Vedendo Baudo si capisce perché lo chiamano Super Pippo: immenso. E vogliamo parlare di quando (quasi) tutti i cantanti lo abbracciano (e lui si fa abbracciare)? Hanno fiducia in lui e lui li tranquillizza. Momenti molto teneri. Come lui stesso ha ammesso, è l’uomo del passato, del presente e del futuro. Più Pippo per tutti!

Rovazzi Voto: 6 e 1/2

Finalmente è più disinvolto e riesce a cavarsela. Certo, sembra un po’ un pesce fuor d’acqua, ma perché è un volto poco da Rai, lo vedresti meglio su Italia 1 (anche se il suo habitat è il web). Però va detto che, per essersi ritrovato a Sanremo con un mostro sacro come Baudo, è stato bravo. Avrebbe dovuto osare di più. Come fece Ambra al Dopofestival nel 1996. Baudo in quel caso adorò.

I big in gara Voto: 8

Che cast! Baglioni – sempre sulla carta – vuole veramente dare l’impressione di aver imbastito un festival rivoluzionario. Tra gli ex vincitori troviamo la bravissima Arisa (Mi sento bene) e l’abbonato Francesco Renga (Aspetto che torni). Un bel ritorno quello dei rocker Negrita (I ragazzi stanno bene) e del mai deludente Daniele Silvestri (Argento vivo). E poi arriva tanto rap (contaminato): Federica Carta e Shade (Senza farlo apposta), Patty Pravo e Briga (Un po’ come la vita), Achille Lauro (Rolls Royce), Nino D’Angelo e Livio Cori (Un’altra luce), Boomdabash (Per un milione). Concludono la carrellata l’ex “Amico di Maria” ed ex concorrente di X Factor Enrico Nigiotti (Nonno Hollywood) e la band indie genovese Ex-Otago (Solo una canzone).

Mahmood Voto: 9

Gioventù bruciata è un pezzo moderno e pop. Una canzone bella, dal respiro internazionale e ben contaminata. Mahmood è bravo, ha una voce pazzesca, è di una bellezza stravolgente e ha un look perfetto. Il sound molto ricercato rende questo pezzo un prodotto più alto della media. Dice bene Barbarossa: il mondo si è dato appuntamento in Mahmood. Ha vinto il Premio della Critica e lo vedremo anche tra i Big. Chapeau.

La rua Voto: 6 e 1/2

Il cantante della band si presenta con la maglia di paillettes della zia e la gonna di nonna. Il pezzo Alla mia età si vola è energico e di una paraculaggine rara. Strizza un po’ l’occhio a Bregovich, ma nel complesso è godibile. Non so da quanto tempo i La Rua cerchino di andare all’Ariston, ma credo che, l’anno prossimo – visto che ci riproveranno, ormai è chiaro – debbano passarci di default.

Nyvinne Voto: 7

Con la canzone Io ti penso, fosse stata al festivalone di febbraio, avrebbe avuto ottime chance di vittoria. Lei era emozionantissima e la voce, seppur meravigliosa, ne ha un po’ risentito. Consiglio: osiamo un po’ di più, visto che ce lo possiamo permettere.

Cordio Voto: 7

La nostra vita è un pezzo che ricalca le grandi e belle canzoni Italiane. Se fosse passato sarebbe diventato uno degli abbonati all’Ariston. Quelli che, quando appaiono in tv, tua nonna ti dice “Oh, ma quanto è bravo ‘sto ragazzo? Com’è che si chiama?”

Sisma Voto: 7 e 1/2

Slow motion non è affatto male. I Sisma sono bravi e l’augurio è che raggiungano grandi traguardi. Si vede che dietro a questi ragazzi c’è tanto lavoro, preparazione, passione e talento. Forse dovrebbero riprovare ad arrivare all’Ariston (nei Big) dopo aver trovato la consacrazione in circuiti alternativi a Sanremo.

Mescalina Voto: 3

Appena vedo il cantante dei Mescalina penso: “Ma Conchita Wurst gareggia tra i Giovani con un nuovo look?”. Una band che è già vecchia. Lo dirò sempre: non è che truccandosi e ammiccando diventate strani e alternativi. Figuriamoci, poi, se il pezzo che intonate (Chiamami amore adesso) ha il sapore del déjà vu. Non ci siamo.

Angelucci Voto: 6 e 1/2

L’uomo che verrà ricorda un po’ Amore lontanissimo della Ruggiero e Federico raggiunge falsetti che manco il cantante dei Cugini di campagna. Il pezzo, dichiaratamente pop, non è da buttare. Angelucci ha avuto la sfiga di fare Amici un anno prima che il talent diventasse appetibile per le case discografiche. Perché tra tutti quelli usciti dalla scuola della De Filippi, Angelucci è – forse – quello con la voce più bella. Per la sua duttilità e teatralità sarebbe adattissimo al mondo del musical, ma penso non sia una novità, visto che qualcosa ha già fatto.

La Zero Voto: 6

Nella clip di presentazione ci fa sapere che si chiama La Zero perché il suo nome è Manuela Zero. Una botta di creatività insomma. Vestita da chierichetto, canta Nina è brava, un brano dal tema tosto: i bambini che vivono in carcere. La canzone strappa l’applauso, perché rientra tra quelle che piacciono tanto al pubblico, tipo Signor Tenente dell’indimenticato Giorgio Faletti o Stiamo tutti bene di Mirkoeilcane. La Zero è un’attrice e, infatti, il pezzo è recitato. Questa ragazza mi dà l’impressione di non sapere che vuole: fa Forte Forte Forte, le fiction, il cinema, Domenica in, vuole cantare. Credo debba imboccare una strada, seguirla e, una volta che si è affermata in un campo, cercare nuovi orizzonti. Lo dico perché è capace, ma rischia di non diventare né carne né pesce.

Francesca Miola Voto: 4

Amarsi non serve è soporifero. Mi stavo addormentando sul divano. Tipo quando hai mangiato pesante e in tv c’è Uomini e Donne. Sinceramente da una giovane che va a Sanremo cerco altro.

Cannella Voto: 6 e 1/2

Nei miei ricordi è un buon brano. Cannella è interessante. Si è trovato nella gabbia dei leoni: la seconda serata ha visto esibirsi interpreti molto più in gamba della prima. Detto questo il consiglio è di guardarsi attorno, con gli indie alla Calcutta il paragone è inevitabile. E la sfida è non creare il paragone con altri cantautori. Meritava di più comunque.

Le ore Voto: 3

La mia felpa è con me non è niente di che. E ho fatto pure la rima. Loro sembrano cresciuti a pane e Zero assoluto. Il problema è che ha tutto quel sapore di già visto, di già sentito. Insomma, basta.

Sàita Voto: 4

Sinceramente – ma forse è colpa mia – non ho capito dove questo pezzo (Niwrad) voglia andare a parare. Mi lascia tante perplessità. Comprendo la probabile voglia di differenziarsi, ma…boh!

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