Sanremo è inclusivo, ma non in quel senso | Rolling Stone Italia
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Sanremo è inclusivo, ma non in quel senso

Dopo l'edizione indie (tra virgolette), quest'anno Amadeus mette dentro tutti. Intanto, ringraziamo di esserci saltati la puntata speciale dei 'Solti Ignoti'. Ci sembra già un'ottima partenza

Sanremo è inclusivo, ma non in quel senso

Foto: Jacopo M. Raule/Getty Images

Quest’anno Natale è arrivato in anticipo: Amadeus ha annunciato i 22 nomi dei Big al TG1. Mezz’ora di attesa in totale, una roba così veloce che quasi scende una lacrima.
Ora non resta che mangiare il panettone e poi praticamente ci siamo. Ma come sarà questo Sanremo? La palla di cristallo non ce l’abbiamo, ma una cosa l’abbiamo capita: ci vogliono andare tutti.

Sicuramente Amadeus è riuscito far diventare il Festival una roba a cui la gente vuole partecipare. Gli va riconosciuto, su. Qualche anno fa non era così: ci andavi o perché dovevi rilanciare o perché eri Al Bano. Dall’anno della vittoria di Mahmood però qualcosa è cambiato, è iniziato un nuovo corso, quello del «puoi partecipare a Sanremo ed essere contemporaneo. È incredibile ma è così. Prova!». L’anno scorso infatti sembrava il MIAMI. Solo che poi il MIAMI è finito e Amadeus è tornato a casa.

Se nell’ultima edizione, infatti, in riviera c’erano tantissimi che mai avremmo pensato di vedere lì sopra (e, spoiler, son sono sopravvissuti tutti), quest’anno Sanremo torna ad essere Sanremo. Tutti dentro: vogliamo i pezzi in classifica ma pure lo share del paese reale. E come si fa?

Con qualche colpaccio, tipo Elisa, 21 anni dopo dal suo trionfo con Luce. Ma pure con Rkomi — il suo Taxi Driver è uno dei dischi più venduti degli ultimi mesi — la coppia Mahmood e Blanco (hype che manco il nuovo album di Rihanna) e Dargen D’Amico. Segue la quota giovanissimi di Internet con gli Amici di Maria Sangiovanni e Aka7even. Poi c’è La rappresentante di Lista, a battere il ferro ancora caldo dallo scorso anno, e poi ci sono molti nomi che su quel palco non sono certamente una novità: Achille Lauro – che tenta il record di partecipazioni di Toto Cutugno – Noemi, Giusy Ferreri, Fabrizio Moro, Vibrazioni, Emma, Michele Bravi. E qualcuno che invece una novità la è eccome, tipo Giovanni Truppi.

Tra le new entry la reginetta dei tormentoni Ana Mena — mi raccomando, ci piaci su cose allegre — Highsnob e Hu, che magari le nonne non conoscono ma i nipoti dovrebbero. Seguono infine una serie di nomi storici, quelli che tutti chiamano vecchie glorie. «Se io sono una vecchia gloria voi siete dei giovani stronzi», risponderei io. Ma andiamo avanti: c’è un’altra coppia che non vediamo l’ora di, formata dalla Rettore e dalla giovanissima Ditonellapiaga. E poi Iva Zanicchi, Ranieri e Gianni Morandi con un pezzo di Jovanotti. Quindi? Quindi quest’anno Amadeus ha accontentato un po’ tutti. «È il Draghi della musica in tv, mette assieme Lega PD e 5 Stelle», cit. Forse ci sono meno sorprese, vero, ma di questi tempi le cose rassicuranti tirano. Intanto, ringraziamo per esserci saltati la puntata speciale dei Solti Ignoti. Ci sembra già un’ottima partenza.

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