Oscar 2019, cronaca di un disastro annunciato | Rolling Stone Italia
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Oscar 2019, cronaca di un disastro annunciato

Eccesso di politically correct, presentatori fantasma, categorie snobbate: l'Academy ci è o ci fa?

Premio Oscar, foto di Andrew H. Walker Getty Images

Premio Oscar, foto di Andrew H. Walker Getty Images

La Notte delle Stelle quest’anno fa più paura degli horror che l’Academy si è dimenticata di nominare – Hereditary e A quiet place. Perché? La super mega gaffe di un paio di anni fa, “Il miglior film è La La Land… Oh no, ci siamo sbagliati, ha vinto Moonlight“, potrebbe essere poca cosa rispetto a quello che ci aspetta, almeno a giudicare dal caos di questi ultimi mesi.

Se non avete seguito le avventure di Oscar e soci, ecco un breve riassunto di quello che è successo finora. Agosto 2018, l’Academy fa incazzare tutti annunciando una nuova categoria, quella dei film popolari, ma dopo l’indignazione generale torna sui suoi passi.

Dicembre 2018, altro annuncio: Kevin Hart sarà il conduttore della cerimonia, ma 48 ore dopo vengono fuori alcuni tweet omofobici dal passato del comico, che si scusa e dice che non presenterà gli Oscar. A gennaio Ellen Degeneres prova a convincere Hart a ripensarci ma non ci riesce. L’Academy non pensa di rimpiazzarlo, risultato: gli Oscar quest’anno non hanno un conduttore. Roba che nemmeno alla fiera della porchetta…

Sempre gennaio, Variety spiffera che alla cerimonia si esibiranno dal vivo solo due dei cinque candidati alla miglior canzone originale: Kendrick Lamar e SZA con All the Stars da Black Panther e Lady Gaga e Bradley Cooper con Shallow da A Star Is Born. E gli altri? Prima che il danno sia irreparabile, l’Academy dichiara che canteranno tutti. Ma non finisce qui.

Fine gennaio: le nomination. C’è una sollevazione popolare per la mancata candidatura di Bradley Cooper come regista. Anche il critico di Rolling Stone USA Peter Travers, davanti alle 8 nomination in diverse categorie – tra cui miglior film, miglior attore e attrice – bacchetta l’Academy: “Evidentemente pensano che A Star is Born si sia diretto da solo”. Bradley ci rimane male, e lo confida a Oprah, davanti a milioni di telespettatori ovviamente. Andiamo avanti.

Inizio febbraio, si diffondono rumors secondo cui gli attori premio Oscar dello scorso anno non sarebbero stati invitati alla cerimonia – com’è tradizione -, Allison Janney scrive su Instagram “Mi si spezza il cuore”, inizia lo tsunami sul web, ma l’Academy conferma che tutti e 4 saranno presenti. Altra figuraccia evitata, o quasi.

Ma il meglio – o il peggio – deve ancora venire: pochi giorni fa, a meno di due settimane dallo show, l’Academy ha fatto di nuovo incazzare tutti anticipando che i premi per la fotografia, il montaggio, il trucco e parrucco e i corti live-action sarebbero stati consegnati durante la pause pubblicitarie della messa in onda. Scatta la conseguente (e inevitabile) lettera aperta di tutta Hollywood – Christopher Nolan, Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Spike Lee, Brad Pitt. I due compañeros Guillermo del Toro, trionfatore del 2018 con La forma dell’acqua, e Alfonso Cuarón, favorito assoluto di quest’anno con Roma, lo dicono chiaro e tondo anche sui social: fotografia e montaggio fanno parte dell’essenza stessa del cinema.

L’Academy non può far altro che tornare ancora sui propri passi. Altre figuracce all’orizzonte? C’è ancora qualche giorno disponibile… Forza e coraggio che forse ce la facciamo ad arrivare vivi a domenica.

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