Dal libro al film: come il Jack Nicholson ‘letterario’ ha nobilitato il cinema | Rolling Stone Italia
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Dal libro al film: come il Jack Nicholson ‘letterario’ ha nobilitato il cinema

Da ‘Shining’ a ‘Qualcuno volò sul nido del cuculo’, passando per ‘Il postino suona sempre due volte’ e ‘Gli ultimi fuochi’, se Jack ci mette lo zampino il romanzo diventa (quasi) sempre un grande film. I suoi 85 anni sono qui per ricordarlo

Dal libro al film: come il Jack Nicholson ‘letterario’ ha nobilitato il cinema

Jack Nicholson con Stanley Kubrick sul set di ‘Shining’

Foto: Murray Close/Sygma via Getty Images

Gli 85 anni di Jack Nicholson hanno prodotto un promemoria. Stanno passando molti dei suoi film. Ed è più che legittimo, perché Nicholson è uno dei più grandi attori del cinema contemporaneo. Lo attestano, e non è mai un segnale banale, gli Oscar. Ne ha vinti tre con performance diverse. I titoli: Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), Voglia di tenerezza (1983), Qualcosa è cambiato (1997). Uno dei riconoscimenti, Voglia di tenerezza, è come “attore non protagonista”. Solo Daniel Day-Lewis lo supera, con tre statuette tutte da protagonista.

È talmente vasta l’azione di Nicholson che occorre stare in un perimetro. Lo spunto mi viene dai due titoli che per primi hanno inaugurato il ricordo: Il postino suona sempre due volte e Shining. Un dato lega questi due film: la matrice letteraria, che è solida. Trattasi di due romanzi che hanno creato emulazione e storia, firmati da due autori decisamente importanti, James M. Cain e Stephen King. Certo molto “diversi”. Dunque il focus sarà sull’attore in rapporto ai romanzi. Non c’è dubbio che la sua qualità, il suo appeal, abbiano contribuito a nobilitare ulteriormente la storia rappresentata. La letteratura nobilita il cinema, un attore come Nicholson è un valore in più, decisivo.

The Shining Bar Scene

Dunque James M. Cain (1892-1977). Il suo nome è legato soprattutto al Postino. Sono quattro i film, distribuiti nei decenni: l’edizione del 1946 è firmata da Tay Garrett; quella con Nicholson data 1981, a firma di Bob Rafelson. C’è anche un titolo diverso, ma la storia è la stessa di Brivido caldo, sempre dell’81, con William Hurt. Ma soprattutto c’è Ossessione di Visconti, del 1942. Non è solo un film, è un’opera d’arte generale. Cain è stato ben servito dal cinema.

Stephen King è lo scrittore letteralmente divorato dal cinema. Credo che vada a contrastare, su grande e piccolo schermo, Agatha Christie. Ha scritto Shining nel 1977 e tre anni dopo il titolo è stato ripreso da Stanley Kubrick, che ne ha fatto il film apicale del genere horror. Il regista è riuscito ad “eguagliare” lo scrittore, e non succede quasi mai. Se dici Shining, King e Kubrick vengono entrambi evocati di getto.

Nicholson è un sindacalista comunista ne Gli ultimi fuochi, tratto dal romanzo incompiuto di Francis Scott Fitzgerald, uno dei più grandi scrittori del Novecento, che contende il primato “americano” a Hemingway. Fitzgerald era a Hollywood, deluso e stremato. Fece in tempo a scrivere sette capitoli, morì nei giorni di Natale del 1940, a 44 anni. Elia Kazan completò una sceneggiatura. Era la storia di un tycoon di Hollywood, interpretato da Robert De Niro. Il ricco e arrogante magnate a fronte del duro sindacalista. È un piacere vedere “quei due” confrontarsi sullo schermo.

One Flew Over The Cuckoo's Nest (1975) Official Trailer #1 - Jack Nicholson Movie HD

Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), regia di Miloš Forman, è un film decisamente grande. Valgono gli Oscar: ha vinto tutti e cinque i più importanti: film, regia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura. È il cosiddetto big five, un primato che appartiene a soli altri due titoli: Accadde una notte di Frank Capra e Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme. Qualcuno volò… è un romanzo che Ken Kesey (1935-2001) ha scritto nel 1962. Era un titolo quasi sconosciuto prima che se ne occupassero Miloš Forman e Michael Douglas come produttore esecutivo.

Kesey non ha la popolarità e neppure il talento di giganti come Fitzgerald e King, ma il suo nome è ricordato come una sorta di spartiacque fra la Beat Generation e la successiva cultura hippie. Ken si sentiva estraneo a entrambe, ma nel 1960 ebbe un’idea opportuna, quando si fece internare nell’ospedale dei veterani di Menlo Park passando giornate ad ascoltare i pazienti. Era il materiale per il Cuculo. Ottima idea, appunto. E fortunata, se poi ci si mise anche Jack.

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