Brad Pitt, Gabriella Carlucci e Antonio Razzi: bestiario del Festival di Venezia | Rolling Stone Italia
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Brad Pitt, Gabriella Carlucci e Antonio Razzi: bestiario del Festival di Venezia

Una sfilata di umanità in cui Pedro Almodovar si alterna con il sosia di Johnny Depp e l’ex bambino Kinder, senza dimenticare le finaliste di Miss Italia. Paura, delirio e caffè a 8€ alla Mostra del Cinema

Brad Pitt, Gabriella Carlucci e Antonio Razzi: bestiario del Festival di Venezia

Antonio Razzi e Maria Jesús Fernàndez a Venezia 76

Foto: Getty Images

A questo giro di Mostra niente politici, sono tutti impegnati in affari più seri o si vedrà, e la mancanza si sente eccome. La gente non s’assiepa più davanti al Palazzo del cinema a farsi i selfie con Salvini, massima star dell’anno passato, quando venne qua, dicevano i cronisti, a riprendersi la conduttrice fidanzata on-off. All’edizione numero 76 niente anteprima presidenziale con Mattarella, niente stuolo governativo, solo la seconda scelta come il fu senatore Antonio Razzi, oggi figurante al pari del sosia di Johnny Depp e dell’ex bambino Kinder ormai giovanotto col ciuffo, avvistati all’Excelsior.

L’albergone moresco che fu meta di villeggianti chic d’inizio secolo scorso (in questo secolo solo russi con soldi freschi) resta lo snodo principale per chi sogna di incrociare presunti vip o per chi spera di farsi riconoscere in quanto presunto famoso. I tipi della sicurezza chiedono l’accredito all’ingresso, come fosse un luogo ufficiale del festival, ma poi ci entrano tutti. Pure via spiaggia. Un caffè al banco, otto euro: sempre meglio avvisare.

Davanti al tappeto rosso che la sera accoglie divoni come Brad Pitt e Scarlett Johansson sfilano le finaliste di Miss Italia, che restano però di qua dalla transenna, esibite come bestioline allo zoo. “Vabbè ma se queste sono le miss vinciamo pure noi”, commentano due ragazzine con accento veneziano.

Poca politica pure alla cena di gala la prima sera sulla spiaggia dell’Excelsior, sotto il tendone di plastica che amplifica l’umidità colossale, pare di essere alla Mostra del cinema di Manila. In compenso, giornaliste romane sugli scudi perché rimaste senza posto a sedere, generone cinematografico assortito, la divina Catherine Deneuve con scollo sulla schiena che rivela un tattoo birichino.

Il rapporto è inversamente proporzionale: da una parte il prestigio globale della Mostra by Alberto Barbera cresce ogni anno di più, coi suoi filmoni sparati dritti verso gli Oscar e dunque gli americani tornati habitués dopo anni di diserzione (quest’anno tra i primi l’astronauta Pitt di Ad Astra, Marriage Story di Baumbach, domani il Joker assai atteso), ma anche la selezione d’autore che giustifica la dicitura “arte cinematografica”; dall’altra parte, però, i curiosi che latitano, sempre meno gente piazzata davanti al red carpet, ristoranti in cui non bisogna più prenotare con largo anticipo, il posto c’è sempre.

Il Lido si svuota e, come ogni anno, la festa si sposta in città. Ieri sera, alla Scuola Grande della Misericordia a Cannaregio, Pedro Almodóvar faceva deliziosamente il giro dei saluti al party organizzato da Prada per il suo Leone alla carriera. C’era ovviamente Rossy De Palma, e poi Joaquin Phoenix con Rooney Mara, il nuovo Captain America (ormai non è più uno spoiler, vero?) Anthony Mackie, ma soprattutto le alte sfere del cinema italiano, produttori, distributori, tutti schierati a celebrare sé stessi, in fondo è giusto così. E pure revenant come Gabriella Carlucci. Chi non ha ancora capito cos’è la Mostra di Venezia si faccia bastare questo fotogramma.

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