Davvero vuoi bene a un uomo? Non dargliela! | Rolling Stone Italia
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Davvero vuoi bene a un uomo? Non dargliela!

Non concedete neanche un bacio: solo così le quotidianità più banali si trasformeranno in capolavori emotivi, e la pesantezza del mondo sparirà del tutto

Davvero vuoi bene a un uomo? Non dargliela!

Una scena di 'The Wolf of Wall Street', di Martin Scorsese

Se volete davvero bene a un uomo non dategliela. Mai! Nemmeno una volta. Non concedetegli neanche un bacio. Le carezze sì, perché le carezze passano come promesse, e sono proprio le promesse mai realizzate a trasformare l’esistenza del più anonimo degli uomini in una tensione verso l’assoluto. Accarezzatelo, compatitelo, digrignerà i denti, gli farà benissimo.
 La malinconia per una vita nuova che non verrà, la rabbia contro gli ipotetici rivali e contro l’evidente mondo ingiusto, il costante tentativo di interpretare i comportamenti di colei che si ama, le seghe compensative: così le quotidianità più banali si trasformano in capolavori emotivi, con pennellate feroci di rosso e tremolanti di azzurro.


Non l’amore teorizzato dell’Hagakure come ideale per i samurai, che mai devono rivelare il proprio sentimento, e nemmeno l’amore dei trovatori cortesi, che non ha la pretesa di essere consumato. No, gli uomini devo volerla eccome, devono essere disposti a sacrificare tutto per averla, i porci, devono impazzire di fotta. È solo in quello stato che sbocciano.


Devono dimostrarvi di essere la più interessante creatura mai tentata dalla selezione della specie. Devono volerlo dimostrare soprattutto a se stessi. Il livore che provano nei confronti dei rivali e dei propri difetti fisici, delle coincidenze del fato e della vostra incapacità di riconoscere i loro talenti, tutto ciò tende i loro nervi e le loro facoltà come corde di violino, e il desiderio non soddisfatto su quelle corde suona le ore più belle della vita maschile.

Si innesca il complesso della testata d’angolo: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo” (Matteo 21, 42). Per convincersi di essere quel mattone deforme e unico macineranno pratiche, file Excel, erigeranno imperi, sgobberanno forsennatamente, col serbatoio scrotale pieno fino all’orlo di doping viscoso. Anche se mediocri saranno finalmente a portata di capolavoro.


Devono immaginare un sesso travolgente, ed eterno, un atto che si ripeterà ancora e ancora, in un futuro stilizzato, dove la pesantezza del mondo sarà scomparsa e tutte le canzoni per cui hanno pianto, tutti i libri da pelle d’oca e tutti i film in cui si sono immedesimati ruminando pop corn alla cieca… troveranno compimento nel qui e ora.

Niente litigate per i turni della spazzatura, per i tubetti di dentifricio schiacciati a metà, per amicizie sospette: quell’amore sarà diverso, almeno tu nell’universo, eccetera (in quei periodi gli uomini immaginano il futuro proprio come un eccetera, un eccetera rosa).


In caso contrario: il disastro, sul lungo periodo, è inevitabile. Voi gliela darete, loro se la prenderanno. Anche se subito dopo il primo rapporto voi non voleste più vederli, anche se in apparenza loro si incazzassero e facessero di tutto per riconquistarvi, in realtà una piccola parte della potenza originaria si sarà già dispersa. L’amore sarà sceso di un piano, prenderà meno velocità quando lo scaglieranno verso la terra del quotidiano. Il che vuol dire che, nonostante non lo confessi, l’uomo avrà avuto già i primi incontrovertibili indizi della vostra umanità, corruttibilità, ordinarietà: un brufolo svelato dal trucco che se ne va, il fiato cattivo, il cattivo umore del risveglio, una frase col tono sbagliato, un vezzeggiativo prematuro.


Se accettaste di sommare al primo rapporto ulteriori rapporti, sappiate che ciascuna di voi ha una cifra invisibile impressa sulla fronte, una taglia. Quello è il numero di orgasmi che un uomo sarà capace di dedicarvi, purtroppo. Purtroppo prima di tutto per l’uomo stesso. Anche se siete un 197, numero rispettabile, o un 2316, lodevolissimo, prima o poi il conto alla rovescia segnerà lo zero.

Dopodiché, per quanto l’uomo si sforzi, dovrà cercare altro, o quantomeno pensare ad altro. Da pavone con la ruota spiegata si trasformerà in ratto d’appartamento, nel migliore dei casi in coniglietto da divano. E a letto comincerà a stringere gli occhi e a vagare tra le fantasie più torbide, a pensare alla collega, alla pornostar, alla presentatrice delle previsioni del tempo, alla salumiera. E ciò lo sprofonderà in un abisso di sensi di colpa e di odio verso se stesso, verso il proprio corpo che non mantiene le promesse un tempo cantate dalla sua anima. L’uomo guarderà in basso, scuoterà la testa e sussurrerà: sei proprio uno stronzo, disertore.


A questo punto, se anni addietro avrete commesso la crudeltà di dargliela, la soluzione più misericordiosa per lui e più conveniente per voi, allo stato dei fatti, sarebbe questa qui: castratelo e poi fatevi penetrare dal novello eunuco con una cintura fallica ogni volta che volete.

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