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Conglomerandocene: Sanremo 2022, appunti sparsi dalla sala stampa

Nella nuova puntata della rubrica dello Sgargabonzi su Rolling Stone, il dietro le quinte segreto del festival, tra fuorionda di Damiano dei Måneskin, litigi e presenze soprannaturali

Conglomerandocene: Sanremo 2022, appunti sparsi dalla sala stampa

Foto: Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images

Stamattina ho un’intervista con Giovanni Truppi, il cantautore engagé di questa kermesse. Ha un paio di occhiali da sole giganti e uno scaldacollo che gli copre metà faccia. Nonostante voglia sapere qualcosa della canzone, mi inizia a parlare di NFT e delle peripezie di Elon Musk. Stranito, cerco di chiedergli qualcosa più inerente alla musica, al che lui si toglie lo scaldacollo, gli occhiali e mi fa: «Ma piru piru che non sei altro, sono Marco Montemagno!». Quello scemo del Monty me l’ha fatta di nuovo! Ci abbracciamo come due vecchi compari, ma, con la coda dell’occhio, noto il vero Montemagno che firma autografi a qualche metro da me. Mi ritraggo, sempre più scosso, e mi accorgo che stavo abbracciando il rapper Gemitaiz.

Un fuorionda smaschera Damiano, il cantante dei Maneskin: «Io una smucinata di pecorino sulla pasta al tonno l’ho sempre messa e non me ne vergogno, sotchmel!»

Clima tutt’altro che armonioso nella crew del Festival. Nel retro-foyer Amadeus vede la co-conduttrice Ornella Muti, fa un gran sorriso, la cinge con le braccia e le urla: «Vie’ qua bella ciaciona!» La Muti lo allontana con forza e a bassa voce gli ringhia mefistofelica: «Ti puzza l’alito di vetro».

Certe cose non cambiano mai: pare che nelle storie di Instagram, per tutta la settimana di Sanremo, Achille Lauro abbia promesso ai suoi follower pacchi di pasta in cambio di voti alla sua canzone.

Ana Mena shock: «Una volta ho usato Chrome per scaricare Internet Explorer».

Appena uscita la scaletta per la serata finale si sentono urla belluine dal backstage: è Dario Mangiaracina, il chitarrista de La Rappresentante di Lista, che si lamenta con la produzione perché – cito – «io non me la perdo Fiorentina-Atalanta, mettetemi dopo le undici o faccio un casamicciola!»

Egorex tra i main sponsor della manifestazione, il testimonial Andrea Roncato irrompe sul palco con un’erezione taurina.

Da un camerino esce Ditonellapiaga, è bianca come un cencio, ha le lacrime agli occhi e trema come una foglia. Balbetta qualcosa su un “qualcosa” che l’ha toccata, e si riferisce confusamente a una folta chioma volante di capelli ricci, poi scoppia a piangere. Il chitarrista elettrico dell’orchestra del festival, per niente stupito della scena, spiega a noi giornalisti che si tratta della proiezione mentale di Max Gazzé che infesta l’Ariston quando non lo chiamano a suonare. «Ma non fa mica niente, eh, è solo un po’ dispettoso…»

È un Festival che sa anche divertire: Alessandro Siani si presenta sul palco con una pagaia in omaggio a San Remo.

Bellissimi i fiori del palco, meno bello venire a sapere da un Amadeus fierissimo che sono stati sottratti a un cappella di orfanelli al cimitero di Ventimiglia.

Momento di alta cultura con l’arrivo di Checco Zalone. Si parla del suo libro, del suo nuovo spettacolo teatrale e di filosofia. Quando Amadeus chiede un esempio di tautologia, l’attore pugliese risponde senza esitazione: «Perché Sanremo è Sanremo!»

Fiorello uscendo dal palco entra per sbaglio in un vecchio camerino di Mike Bongiorno adibito a mausoleo in memoria del presentatore. Dentro ci trova le gemelle Kessler, vive ma imprigionate e seviziate per anni dallo scomparso Mr. Allegria, che loro definiscono “il Fritzl Aristonense”. Immediatamente munite di quelle coperte che i poliziotti mettono addosso alle vittime anche se non hanno realmente freddo, vengono intervistate e raccontano che dopo la morte del loro aguzzino, in assenza di rifornimenti, si sono cibate per anni di alsaziani scaduti, dei quali Mike era ghiotto – ma nel senso che se li faceva già arrivare scaduti – e di aver bevuto i liquidi di decomposizione del corvo Rockfeller. Infatti tra le tante nefandezze compiute da Bongiorno viene fuori che teneva segregato anche lui in camerino, e che all’interno del pupazzo si trovava cucito un vero corvo parlante. José Luis Moreno era dunque solo un figurante che collaborava sotto ricatto.

Rumorosissimo peto di Ornella Muti sentito chiaramente da tutti durante la conferenza stampa. Nessuno si azzarda a dire nulla.

Dalle proiezioni che combinano voto da casa, giuria demoscopica e sala stampa starebbe emergendo uno scenario incredibile per la vittoria del festival: un ex aequo Fedez-Giorgio Almirante-Alex Magni-Sosia di Pavarotti che sta sempre fuori dall’Ariston. Gino Castaldo un po’ scettico.

Il microfono di Amadeus resta malauguratamente acceso dietro le quinte e le sue invocazioni a Satana diventano patrimonio nazionale.

Imbarazzo sul palco dell’Ariston: Amadeus dona un mazzo di fiori alla cantante de La Rappresentante di Lista Veronica Lucchesi. Lei guarda il suo sodale e bofonchia qualcosa come «magari un mazzo anche a…», ma subito il chitarrista Dario Mangiaracina, con ampi gesti, fa segno di non volere fiori, ridacchia, e poi sussurra «sennò poi pensano che… Eheheh…»

Massimo Ranieri dal palco dell’Ariston: «Zodiac sono io».

Nella serata finale, tra le performance imbarazzanti che intervallano la fine delle esibizioni in gara e la proclamazione dei vincitori, ci sono in scaletta:

– duetto Albano-Romina Power (medley brani Renato Zero)
– Eiffel 65 – musica dance
– Fratelli d’Innocenzo e Astrosamantha – presentazione film Favolacce 2… In space!
– duetto Mambro-Fioravanti (Lascia che io sia, Nek)
– Roberto Burioni – spettacolo stand-up comedy
– Renato Gratteri e il coro degli ‘ndranghetisti di San Luca (Amico è, Dario Baldan Bembo)
– Roberto Murolo via seduta medianica (Scatman, Scatman John)

Benigni solito pazzo cerca di toccare il pene a Ornella Muti.

La bambola-killer di Squid Game superospite della serata finale. Unici sopravvissuti Dario Mangiaracina e Mariella Nava che fuggono a bordo del palco galleggiante.

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