Conglomerandocene: la vita spettacolare dell’agronomo Pinacoteca | Rolling Stone Italia
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Conglomerandocene: la vita spettacolare dell’agronomo Pinacoteca

Nella nuova puntata della rubrica dello Sgargabonzi su Rolling Stone, la storia dell'uomo più longevo del mondo

Conglomerandocene: la vita spettacolare dell’agronomo Pinacoteca

"Old man sleeping" di David Rijckaert III, via Wikimedia Commons

Anni. Nella vita si tende a vivere per un determinato numero di anni. Logicamente gli individui, potendo scegliere, cercano di viverne il più possibile, anche per godersi il nuovo elenco telefonico che viene elargito dalla Sip gratuitamente ogni anno e il relativo cellophane.

La persona ad oggi più longeva che abbia mai solcato il globo terracqueo è conosciuto come l’agronomo Pinacoteca. Egli raggiunse la veneranda età di ottantuno anni. Ma sarebbe errato pensare che se li visse tutti. Purtroppo Pinacoteca era affetto fin dalla nascita da una malattia conosciuta come morbo di Riedenschneider, una narcolessia severa che riduce chi ne è affetto a disporre di un solo secondo di veglia al giorno.

Fin dal primo giorno di vita, in quel quotidiano secondo, Pinacoteca si svegliava di soprassalto, sgranava gli occhi, urlava a squarciagola “GLOVNO!” poi crollava di nuovo assopito. Nonostante l’invalidante menomazione, i genitori si organizzarono per fargli vivere una vita come tutti. Sapendo che c’era un solo secondo in cui il figlio era cosciente, fin da piccolo gli fecero frequentare una scuola speciale. La maestra e i compagni di classe lo raggiungevano direttamente nella sua cameretta e le lezioni duravano un secondo. Per esempio, una lezione di italiano poteva essere questa: “Allora cari ragazzi, la lezione di oggi…”. Nella lezione di storia dell’arte gli veniva appoggiato un quadro di Mario Schifano davanti perché lo vedesse. In quella di matematica gli urlavano: “UNO!”. A ginnastica gli davano un colpo di mazza da baseball nelle tempie. A storia gli sputavano. L’agronomo Pinacoteca cresceva sano e colto.

Tra l’altro piaceva molto alle ragazze, a causa di un particolarissimo pigiama a righine, in flanella, ordinato sul catalogo Euronova.

Pinacoteca arrivò addirittura a laurearsi in Psicologia, attraverso una serie di esami pilotati in cui la risposta giusta ad ogni domanda era “GLOVNO” (per esempio: “ci parli un attimino di Winnicott”), nonché con una perfetta e inappuntabile tesi sul tema dell’assenza totale di tesi. Pinacoteca ottenne
il massimo dei voti e, grazie al suo pigiama a righine, anche la lode, il bacio accademico e un sacchetto di elastici multicolore.

A ventiquattro anni stupì tutti sposandosi con la bellissima fotomodella indiana Nivea Formenni, dopo un fidanzamento durato quasi ottocento secondi. Per vivere un surrogato di viaggio di nozze, Nivea tritava delle cartoline dei luoghi dove le sarebbe piaciuto andare, le mischiava alla zuppa contadina
Orogel e ce lo ingozzava bestemmiando.

Da buon genio sregolato, Pinacoteca cambiò molti mestieri nella sua vita, addirittura trovò impiego come ricercatore in un laboratorio biotecnologico e fu lui a scoprire il primo carburante ecologico ricavato dall’asparago, per il quale vinse il premio Nobel che gli venne recapitato direttamente in vena. Infatti Pinacoteca era addetto ad un macchinario programmato per scoprire prima o poi quel carburante, un marchingegno che si doveva accendere una volta al giorno e che fu programmato per attivarsi alla parola “GLOVNO” urlata da un tizio con un pigiama a righine. Come se non bastasse, Pinacoteca fu un leggendario fantasista dell’Udinese, scattante e imprevedibile in campo, che segnò la bellezza di centosei goal nel campionato ’78/’79, famoso anche per le sue dichiarazioni polemiche e i suoi eccessi nel dopopartita. Insomma, il fatto di essere un vegetale fatto e finito non sembrava ostacolarlo più di tanto. Addirittura si distinse come artista di livello, quando venne esposto, su una sedia a dondolo, con un sombrero in testa e un asparago in culo, in un’installazione della Biennale di Venezia dal titolo “Le interlocuzioni dell’Es”.

Nell’autunno della vita, Pinacoteca si rivelò un nonno premuroso. Giocava coi nipotini a Twister con il morto o a farsi trainare negli sterrati da Mercedes in corsa con una corda annodata alla caviglia. Pinacoteca si spense il giorno del suo ottantunesimo compleanno, a causa di un pigiama a pallini che entrò perniciosamente in conflitto col suo a righine, soffocandolo amaramente. Si scoprirà solo da un esame post-mortem che l’agronomo Pinacoteca era in realtà una cernia mutatissima.

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