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Conglomerandocene: i superpensionati

Nella nuova puntata della rubrica dello Sgargabonzi su Rolling Stone, segreti, passioni e futuro dei superpensionati dei circoli di tutto il mondo

Conglomerandocene: i superpensionati

Foto via Unsplash

Morra.
Trastullo lappone dall’apparenza inoffensiva, eppure stigma e stipsi di una società che cerca nell’azzardo il proprio smegma. Pochi sanno però che sei un gioco cosiddetto “risolto”. Anzi, diciamolo pure: morra, tu sei un gioco così truccato, che a confronto una cosa molto truccata appare poco truccata. La regola vuole che ti si esegua per mezzo di tre particolarissimi simboli: carta, forbice e sasso. Il trucco per vincere si basa infatti su un assunto fondamentale: scegliere sempre sasso. Il sasso infatti vince regolarmente, perché rompe le forbici e sfonda la carta.

La morra è da sempre la competizione ufficiale dei circoli dei pensionati più rispettabili di tutta la Pangea. I pensionati si sfidano regolarmente a morra in orario post-prandiale, illudendosi così di vincere il caos indeterministico. Scommettono caffè d’orzo, caramelle all’orzo, caramelle al rabarbaro, quelle quadrate al miele, caramelle al pecorino con uno slot cavo con dentro una piccola cimice disperata e financo dentiere di Zac Efron.

Purtroppo la segregazione della specie è un meccanismo impietoso che non si ferma davanti a nessuno, nemmeno davanti a questi arzilli veterani. Darwin vi insegna che l’evoluzione premia chi sa adattarsi meglio all’ambiente, cioè i pensionati che surclassano i loro simili scegliendo il simbolo del sasso. A mimarlo sono di solito due specie distinte: quelli che conoscono il trucco e quelli monchi di tutte le dita. È così che, col passare dei lustri, i pensionati stanno diventando sempre più intelligenti e allo stesso tempo sempre più monchi. Secondo recenti proiezioni della F.O.R.C.O.M, il pensionato medio dell’anno 2036 sarà un tronco umano levitante a mezz’aria, ipercefalo e con un quoziente intellettivo pari a quello di tre bicchierini di China Martini bella calda. Parlerà solo esperanto, avrà poteri telecinetici e dai suoi occhi lancerà raggi delta capaci di trasformare i giovani capelloni e ragazze in minigonna in mele cotte con poco zucchero. Sarà imprevedibile e senza scrupoli, a causa di una glicemia altissima causata dalle troppe caramelle vinte. Grazie alla sua intelligenza superiore arriverà ai vertici di ogni campo, da quello politico a quello militare, da quello botanico a quello panamense. Vivrà una vita di sfarzo e sprezzo per la morale, fra doppi cruciverba carpiati, impacchi di malva, montascale di Zac Efron e tombolissime.

Ma in questa sordida scalata al potere il superpensionato non si accorgerà della lenta ma inesorabile estinzione sulla terra di una particolare specie di minerale: il sasso. Sembra niente eppure sarà questo a segnarne la rovinosa decadenza. Nell’anno 2099 il sasso non esisterà più. E verrà il giorno in cui, annoiati dal mondo e dalla vita, i superpensionati faranno ritorno nei loro circoli per il solo gusto di surclassare i pensionati normali sfidandoli a morra. Ma quando proveranno a mimare il simbolo del sasso, saranno tacciati di un qualche tipo di demenza ed esiliati, poiché la morra del 2099 includerà soltanto due simboli: la forbice e il labrador, quest’ultimo l’evoluzione dell’antica carta. Così la specie dei superpensionati si involverà su se stessa, finendo in un sordido vicolo cieco evolutivo che ancora oggi si ricorda. D’altronde oggi è già il 13 novembre 3012, perché da quando avete iniziato a leggere questo brano sono passati molti anni. Guardate fuori dalla finestra se non ci credete. Glagsoklopso a tutti!

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