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Annalisa
Chirico

Foto di Alan Gelati

Annalisa Chirico

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avatar Annalisa Chirico
Annalisa Chirico
Giornalista
de Il Foglio
  • “Sono a dieci querele e ho 30 anni, direi che è una buona media.”. Scherza, parlando di sè, la giornalista de “Il Foglio” Annalisa Chirico, ma il tema “giustizia” è abituata a prenderlo molto sul serio. Garantista fino al midollo, ha fondato l’associazione “Fino a prova contraria”. “Fino ad oggi, quando non hanno archiviato, sono stata sempre assolta.”.
  • Da chi viene querelata più frequentemente?”.
  • Quasi sempre dai magistrati. Woodcock mi ha querelata più volte, ma poi alla fine abbiamo fatto pace. Dopo aver perso una causa con me, ha rimesso le altre querele. Credo si sia reso conto di aver agito di impulso e di poter avere un danno di immagine.
  • Quali sono le querele attualmente in piedi?
  • Ne ho un paio intentate da due giudici del processo Ruby bis. Il mio pezzo comunque precedeva l’assoluzione di Berlusconi, quindi sono ottimista.
SONO A 10 QUERELE
E HO 30 ANNI
direi che è una buona media
  • Quando riceve una querela e capita di dover scrivere del querelante, si autocensura?
  • Tempo fa il direttore del mio giornale mi ha chiesto di fare un articolo.
    Riguardava un magistrato che mi ha fatto causa e mi sono detta “non lo faccio.”. Mi sono sentita in trappola, fregata. Il punto è che se ti passano le carte e tu fai una cronaca appiattita, non succede nulla, ma se metti in discussione le indagini o l’iter giudiziario, iniziano i problemi.
  • Lei parla spesso della necessità di una “giustizia giusta”.
    Qual è secondo lei la strada per ottenere giustizia se ci si sente diffamati da un giornalista e allo stesso tempo tutelare la libertà di stampa, senza incoraggiare le querele facili e intasare i tribunali?
  • Per rendere tutto meno oneroso sul piano economico e soprattutto più giusto, bisognerebbe accorciare i tempi della giustizia e non affidare queste questioni alla giustizia ordinaria. Se, come nel mio caso, sei denunciato da un magistrato e chi ti giudica è un magistrato, è chiaro che sia una situazione anomala. Parliamo di due persone che fanno parte della stessa corporazione.
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Annalisa Chirico The Post
  • Lei però le cause contro i magistrati, fino ad oggi, le hai vinte.
  • Già, ma secondo una precisa analisi statistica dello studio legale Zeno-Zencovich, i più risarciti, nei processi per diffamazione, sono guarda caso i magistrati. Per questo mi batto perché ci sia una commissione che giudichi esclusivamente i giornalisti e le cause che riguardano la libertà di stampa.
  • E sul piano emotivo, cosa vuol dire affrontare un processo di questo genere?
  • Il processo in sé è una pena. Sapere che il proprio nome è su una montagna di carte, che la propria reputazione rischia di essere compromessa, avere preoccupazioni materiali, dover investire ore e ore del proprio tempo per preparare le memorie difensive -il tutto di fronte all’incognita del processo - è già una pena.
  • intervista di Selvaggia Lucarelli
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