Tutti i casini di Justin Timberlake | Rolling Stone Italia
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Tutti i casini di Justin Timberlake

L’ex ragazzo d’oro è diventato grande, ma negli Stati Uniti la sua popolarità è stata minata da qualche controversia. C’entrano le ultime rivelazioni dal libro di Britney, ma anche Prince, Janet Jackson e le accuse di appropriazione culturale

Tutti i casini di Justin Timberlake

Justin Timberlake

Foto: Don Arnold / Getty Images

Cantautore, ballerino, attore e produttore discografico statunitense. La biografia di Justin Timberlake su Wikipedia lo piazza in queste quattro categorie, e nonostante l’enciclopedia free sia il luogo perfetto per gonfiare le proprie gesta, questa volta forse siamo in sottrazione: ne manca una. Ma ci arriviamo. Justin ha 42 anni e lavora da quando ne aveva 7, fate i conti. Disney Channel con Britney e Xtina, poi a 14 anni (!) entra negli *NSYNC (è legale?). Il resto lo sappiamo: qualche anno dopo inizia l’epoca d’oro delle boy band, il gruppo diventa famosissimo e pubblica quattro album.

Ma poi si cresce, i cinque si dividono, e Justin è effettivamente l’unico a intraprendere una carriera solista che si può definire tale. Dischi, cinema, tour mondiali. Diamo due numeri: ha venduto oltre 32 milioni di album in tutto il mondo, ha vinto 10 Grammy e con il suo primo disco, Justified, è riuscito a fare quello che ha fatto Harry Styles: far dimenticare il suo passato. Justin Timberlake è Justin Timberlake, non è quello degli *NSYNC. Poi altri dischi di successo, il cinema (ha recitato in The Social Network, Amici di letto, La ruota delle meraviglie, Palmer), una moglie famosa (Jessica Biel, e tra l’altro i due si sono sposati in Puglia, precisamente a Borgo Egnazia, nel 2012).

Una vita perfetta? Sì, se non fosse che nella pagina Wiki che dicevamo prima manca una voce: Justin è tra le celeb più odiate d’America. Oddio, forse stiamo esagerando. Diciamo però che non è nella top 10 di quelli che vengono in mente agli americani se si parla di simpatia. Perché? I motivi sono tanti, e ruotano su vari aspetti. Musica, vita privata, passato da popstar. Fino ad arrivare, chiaramente, alla princess of pop. Britney e JT si sono conosciuti nel 1992, quando erano bambini, e hanno iniziato una relazione nel 1999. La coppia più famosa del pianeta? Probabilmente. Quella vestita peggio? Anche, ma di quel gusto horror che alla fine fa il giro e diventa incredibile. Niente definisce gli anni 2000 come i loro look sfoggiati sul red carpet dei VMAs.

Tornando a Justin, non ha fatto comunque in tempo a riprendersi gli applausi dei fan degli *NSYNC – che hanno da poco pubblicato un brano insieme dopo vent’anni di inattività – che le anticipazioni del libro di Britney lo hanno fatto ripiombare nelle critiche. Su tutti, il racconto sull’aborto: quando stavano insieme lei è rimasta incinta, ma lui non voleva tenere il bambino. «È stata una sorpresa, ma per me non è stato un dramma. Amavo così tanto Justin. Ho sempre pensato che un giorno avremmo avuto una famiglia insieme. Sarebbe soltanto successo molto prima del previsto. Ma Justin sicuramente non ne era felice. Ha detto che non eravamo pronti per avere un bambino nella nostra vita, che eravamo troppo giovani». Una frase che ha fatto il giro del mondo e che, come molti sospettano, sarà solo l’antipasto di quello che B ha in serbo sul suo ex fidanzato, nonostante Britney giuri che «lo scopo del mio libro non è quello di offendere nessuno. Sono passati vent’anni, sono andata avanti».

Avanti o no, i giornali sono comunque tornati a parlare del loro rapporto, tanto che per alcuni anche il testo di Everytime, singolo scritto da Britney insieme all’autrice Annet Artani, ora avrebbe assunto un altro significato. Per i fan, il brano non parlerebbe della fine di un amore, ma più probabilmente di un bambino mai nato: “And every time I see you in my dreams / I see your face / It’s haunting me / I guess I need you baby”. Il bambino di Britney e Justin? Annet Artani nega e la butta sul sonetto: «Stavamo semplicemente cercando di trovare parole con rime giuste». Non sapremo mai chi ha ragione.

Britney Spears - Everytime (Official HD Video)

Ai fatti del libro Justin ha risposto con un metodo che funziona sempre: il mutismo. Nel 2021, dopo l’uscita del documentario Framing Britney Spears, era tornato sui social con un messaggio di scuse. Non solo a B, ma anche a Janet Jackson (e lo vedremo tra poco): «Ho visto tutti i messaggi, i tag e i commenti sui social media negli ultimi giorni e sono profondamente dispiaciuto per i momenti della mia vita in cui le mie azioni hanno contribuito al problema, in cui ho parlato a sproposito, o non ho parlato di ciò che era giusto». E poi ancora: «Capisco di non essere stato all’altezza». Perché Justin ha chiesto scusa? I motivi sono diversi, c’entrano anche altre popstar, accuse di appropriazione culturale e infedeltà. Li abbiamo messi in fila.

Il video di Cry Me a River

Ok, qui siamo ancora in zona Britney. Dopo la rottura tra i due, Timberlake ha pubblicato il video di Cry Me a River, in cui si insinua piuttosto chiaramente che B l’abbia tradito. La protagonista del video, tra l’altro, è praticamente identica a Britney. Una piccola infamata a mezzo artistico che fu molto criticata ai tempi. Ma la domanda è (a parte che son cazzi loro): Britney aveva tradito Justin? Sì, e lo confessa lei nel libro. Ma pure lui aveva tradito lei (che bacia lui che bacia me). In The Woman in Me, Spears scrive che il video l’ha resa agli occhi del pubblico una «prostituta che aveva rotto in mille pezzi il cuore del ragazzo d’oro d’America», quando in realtà lei era «in Louisiana, a letto, devastata», mentre Timberlake «stava correndo felicemente per Hollywood».

Justin Timberlake - Cry Me A River (Official Video)

Il Super Bowl e il seno di Janet Jackson

Nel 2004 tutti hanno visto il capezzolo di Janet Jackson. Per chi fosse da un’altra parte: durante l’Halftime Show, Justin strappò il costume di Janet per rivelarne il seno (gag finita male? Pare). Solo che il Super Bowl è il momento di spettacolo più importante negli States, e non è che si possa scherzare molto. Fai una stupidaggine e vogliono la tua testa (ne sanno qualcosa anche M.I.A. e il suo ditino birichino). Da quell’incidente, chiamiamolo così, la carriera di Janet non fu più la stessa: le radio rifiutarono di trasmettere il suo album fresco di uscita, le tv cancellarono le sue interviste promozionali. Il caso diventò decisamente più grande del dovuto, e arrivò pure alla Corte Suprema (gli americani hanno molto, moltissimo tempo libero).

E mentre Timberlake, che effettivamente aveva commesso l’atto di strappare il vestito di Janet, se l’era cavata con un «mi scuso con chiunque si sia offeso», Janet Jackson è diventata la strega da ardere al rogo dell’indignazione. La colpa era tutta di lei, con tanto di dichiarazioni rilasciate ad hoc: «La mia decisione di cambiare lo spettacolo del Super Bowl è stata presa dopo le prove finali. MTV, CBS e NFL non ne erano a conoscenza e, sfortunatamente, alla fine tutto è andato storto. Mi dispiace davvero se ho offeso qualcuno, non era davvero mia intenzione». Next? No, perché per Janet iniziò un periodo tosto: fu boicottata dai Grammy della settimana successiva (Justin no), e il disco uscito poco dopo, Damita Jo, fu il suo album meno venduto di sempre. Pure una statua di Topolino che indossava il costume di Rhythm Nation fu smantellata a seguito delle continue reazioni negative. Perché negli USA puoi avere una pistola, ma non far vedere un capezzolo in tv.

L’appropriazione culturale

Nel 2018, JT è tornato col suo primo album in cinque anni, Man of the Woods. Un disco dal genere “Americana”, se vogliamo country, con un immaginario tutto fatto di alberi, campi innevati e tanto, tantissimo Tennessee (che, tra l’altro, è il posto in cui è cresciuto). Tutto bene, se non fosse che JT è stato accusato da molti utenti di essersi spudoratamente appropriato della cultura black per i suoi primi dischi (con produzioni dei Neptunes, Timbaland e chiare ispirazioni a Prince e Michael Jackson), per poi dopo, quando quella roba non gli serviva più, «abbracciare inequivocabilmente il suo essere bianco». Anche qui, questione decisamente americana.

Justin Timberlake - Suit & Tie (Official Video) ft. Jay-Z

Ma il suo rapporto con la comunità black non si basa solo su questo episodio. Quando JT tornò al Super Bowl, nel 2018, fece pure incazzare i fan di Prince. Oltre a non aver portato con sé Janet Jackson, come sorta di chiusura del cerchio, durante l’esibizione Timberlake utilizzò un ologramma di Prince, scomparso da poco. Che uno dice: qual è il problema? Eh. Per chi non se lo ricordasse, Timberlake ha incluso nel suo show un’esibizione di I Would Die 4 U di Prince, proiettando l’artista su una cosa molto simile a un grande lenzuolo fluttuante e duettando con lui. Non il primo che vediamo, ma c’è una differenza: His Royal Badness non avrebbe sicuramente approvato. Era stato Prince, infatti, a scagliarsi contro le operazioni di questo tipo, in un’intervista di qualche anno prima: «È la cosa più demoniaca che si possa immaginare. Se avessi dovuto suonare con Duke Ellington, saremmo vissuti nella stessa epoca. Tutta quella faccenda della realtà virtuale… è davvero infernale. Non mi capiterà mai, ed è il motivo per cui voglio il controllo artistico su tutto». Caro Prince, se ci leggi dal paradiso degli artisti c’è un messaggio per te, molto simile a quello che appare sulle pagine web che crashano: «Something went wrong».

Justin Timberlake covers Prince at Super Bowl half-time show

La vita privata

Questo è il punto che ci interessa meno, ma tant’è: Justin non piace più come prima anche per tutte le questioni legate alla sua vita privata. Durante la sua storia d’amore con l’attuale moglie Jessica Biel, sui giornali americani sono usciti articoli e foto che proverebbero i suoi tradimenti (nel 2010 con Olivia Munn e nel 2019 con Alisha Wainwright, con cui stava girando un film). Lui ha negato, e la seconda volta ha precisato: «Non è successo nulla tra me e la mia collega. Ho bevuto troppo quella sera e mi pento del mio comportamento», ha scritto dopo che erano uscite foto di loro due che si tenevano la mano. «Questo non è l’esempio che voglio dare a mie figli».

Esempio o no, Justin pare non essere più il perfetto golden boy di inizio anni 2000. Chi avrebbe mai detto che uno degli *NSYNC sarebbe diventato un personaggio così polarizzante? E, in tutto questo, il libro di Britney deve ancora uscire. Com’è che si dice? Dirty pop.

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