Si sa che nel mondo della musica Bruce Springsteen gode d’ampio sostegno e grande ammirazione, stimato com’è da generazioni di artisti che si sono ispirati ai suoi dischi. Le sue parole a Manchester circa l’amministrazione Trump «corrotta, incompetente e traditrice» e la sua denuncia della deriva autoritaria negli Stati Uniti hanno attirato l’ira del Presidente. Trump ha persino minacciato una «grande indagine» nei confronti di Springsteen, e non solo, per l’endorsement a Kamala Harris nella campagna elettorale del 2024. Molti musicisti hanno preso posizione sostenendo pubblicamente Springsteen. Ecco un elenco destinato con ogni probabilità ad allungarsi.
Pearl Jam
Ai tempi del debutto sembravano lontani anni luce dal rock tradizionale di Springsteen, un’impressione smentita dai fatti. Nel 2004, ad esempio, Eddie Vedder è salito sul palco con Springsteen e la E Street Band e una decina d’anni dopo i due si sono ritrovati fianco a fianco in Australia per una cover di Highway to Hell degli AC/DC. Durante il concerto dello scorso 16 maggio a Pittsburgh, Vedder ha preso posizione nella diatriba tra Springsteen e Trump suonando My City of Ruins. Due giorni dopo, sempre a Pittsburgh, ha detto che la libertà di parola implica anche una discussione aperta. «Un sano dibattito pubblico fa parte della democrazia. Insultare facendo i nomi non è alla nostra altezza. Bruce è sempre stato pro-America, coi suoi valori e la sua libertà, e il suo senso di giustizia è rimasto intatto. Se lo dico è per essere sicuro che la libertà di espressione esista ancora fra un anno o due». Vedder ha anche pubblicato una foto sui social con un cappellino con la scritta “United States vs. Bruce Springsteen”.
Robert Plant
Robert Plant ha espresso sostegno a Springsteen nello stesso giorno in cui ha parlato Vedder. Nel corso di un concerto coi Saving Grace in Finlandia ha detto: «In questo momento Bruce Springsteen è in tour in Inghilterra, il posto da dove veniamo, e sta dicendo cose molto serie. Prestategli ascolto».
Neil Young
Springsteen e Young si stimano almeno dalla metà degli anni ’80, quando il primo ha partecipato al Bridge School Benefit organizzato dal secondo. I due hanno spesso condiviso il palco suonando classici come Rockin’ in the Free World e Down by the River. Lo scorso 19 maggio Young si è rivolto direttamente a Trump scrivendo sul suo sito: «Di che ti preoccupi? Bruce e migliaia di altri musicisti pensano che tu stia rovinando l’America. Occupati invece dei bambini che muoiono a Gaza, quello dovrebbe essere il tuo problema. Non mi fai paura. Non la fai a nessuno di noi. Hai chiuso FEMA nel momento in cui ne abbiamo più bisogno. Quello è il tuo problema, Trump. Smetti di pensare a quel che dicono i musicisti rock. Pensa a salvare l’America dai casini che hai creato. Taylor Swift ha ragione. E anche Bruce. Sai cosa penso. Ti preoccupi di più di te stesso che dell’America. Sveglia, Trump! Ti ricordi che cos’è la Casa bianca?».
Non è certo la prima volta che Young attacca Trump: già nel 2020 aveva pubblicato una lettera aperta definendolo «una vergogna per il Paese» e chiedendogli di smettere di usare Rockin’ in the Free World nei suoi comizi. E chissà che a Trump questa cosa non bruci un po’ visto che nel 2006 è andato a vedere un concerto della reunion di CSNY.
Tom Morello
Il chitarrista dei Rage Against the Machine ha molto in comune con Springsteen sia sul fronte musicale che politico. E ha fatto parte della E Street Band nel tour di High Hopes del 2014. Al Boston Calling del 25 maggio, Morello ha detto al pubblico prima di suonare The Ghost of Tom Joad che «Bruce se la prende con Trump perché Bruce, per una vita intera, si è occupato di verità, giustizia, democrazia, uguaglianza. E Trump è infuriato con lui perché Bruce attira più gente di lui. Che se ne vada affanculo!».
Mike Ness
Nel 2018 Mike Ness ha detto di essere stato piacevolmente sorpreso nello scoprire che Springsteen era un fan della sua band, i Social Distortion. «Mi sono avvicinato a Springsteen tardi, non lo ascoltavo da ragazzino. Ma i suoi concerti mi hanno conquistato e in seguito siamo diventati amici. È stato uno dei primi a supportare i Social D negli anni ’90. E io pensavo: come avrà fatto a scoprirci?».
I due hanno condiviso il palco in più occasioni e al Punk Rock Bowling Festival di Las Vegas lo scorso 26 maggio Ness ha parlato delle libertà «che ci stanno portando via». Aggiungendo: «Sono un buon amico di Bruce Springsteen… Vi dico solo: state attenti». Ha anche definito “T-rump” il peggior Presidente di sempre.
Bono
Anche tra Bono e Springsteen c’è una lunga storia di stima reciproca, cominciata almeno nel 1987, quando Bruce è salito sul palco con gli U2 a Philadelphia. Nel 2002 è stato Bono a raggiungere Springsteen in concerto a Miami per una versione di Because the Night. Anni dopo proprio Bruce ha fatto il discorso per il suo ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. Ospite di Jimmy Kimmel il 27 maggio, Bono ha riassunto la sua posizione con poche parole: «C’è un solo Boss in America».
Jason Isbell
Negli Stati Uniti è tra gli esponenti più noti della cosiddetta americana. È uno che non ha mai avuto timore di esporsi su temi politici e sociali e ha spesso citato Springsteen come fonte di ispirazione. Non stupisce quindi che sui social abbia scritto: «Giusto per chiarire: Bruce Springsteen è un uomo incredibilmente gentile e generoso, ha fatto alcuni degli album più belli di sempre. Mi spiace, bimbetto capriccioso, ma di Boss ce n’è uno solo».













