Tra i fan che vanno al mare a caccia di selfie con Vasco | Rolling Stone Italia
Quest’estate voglio proprio esagerare

Tra i fan che vanno al mare a caccia di selfie con Vasco

Ogni giorno a Castellaneta Marina una «muraglia pugliese» (copyright Rossi) aspetta Vasco sulla battigia in costume e infradito. Un’ora e mezza di attesa sotto il sole fra sosia, canzoni e binocoli per l’avvistamento della star. Il rito dell’autografo non va in vacanza ed è regolato da precisi Komandamenti

Tra i fan che vanno al mare a caccia di selfie con Vasco

L’attesa di Vasco è essa stessa Vasco? I fan si preparano a incontrare il rocker

Foto: Raffaella Serini

Padre e figlio arrivano in spiaggia ma non hanno alcuna intenzione né di fare un bagno, né di giocare, né di prendere il sole. Si dirigono spediti verso il bagnasciuga, e da lì si incamminano a est, ognuno con una chitarra sulle spalle. Il padre ha in mano anche un binocolo. Sono le 10 del mattino, il caldo è quello del 23 agosto in Puglia. «Forza», dice il padre al figlio mentre questo arranca alle sue spalle, «alle 11 finisce di fare il bagno e non possiamo mancarlo».

So di chi sta parlando. Da più di dieci anni, questo limbo di sabbia e mare che costeggia il golfo di Taranto e che si chiama Castellaneta Marina è la dimora estiva di Vasco Rossi, una tappa fissa e rigenerante dove la rockstar italiana trascorre diverse settimane all’anno, all’interno del resort Kalidria che ormai è la sua seconda casa. Ma se un tempo i fan e curiosi desiderosi di incontrarlo dovevano sperare unicamente nella buona sorte, adesso l’incontro sulla spiaggia viene perfettamente pianificato (e il 6 settembre, proprio a Castellaneta Marina, è in programma anche il quindicesimo incontro con il Blasco Fan Club).

Decido di mettermi anche io in marcia. Sotto il sole allo zenit, percorro un paio di chilometri superando gli ultimi ombrelloni, alcune dune di sabbia incandescente e qualche naturista. Sono provata, il bambino più di me. «Papà posso fare un bagno?», chiede speranzoso. «Aspetta che arriviamo», risponde l’altro rimandando la compassione. Capisco di essere giunta a destinazione quando, accecata dal sole, scorgo un manipolo di persone in costume da bagno assiepate in mezzo al niente, sudate lungo un corridoio di sabbia delimitato da paletti di legno e una corda. Qualcuno ha buttato un telo in prima fila ed è andato a fare il bagno, altri presidiano il proprio lembo di terra rovente in occhiali da sole e infradito.

Il padre con la chitarra conquista il suo spazio e il bambino corre finalmente a rinfrescarsi in acqua. «Suoni?», gli chiede qualcuno. «No, me la devo solo fare autografare». In lontananza, qualcuno scorge Vasco che fa il bagno e allora il padre comincia a seguirne i movimenti col binocolo. «Tra mezz’ora uscirà dall’acqua e poi passerà di qua», dice sicuro. «Ci siamo stati già due giorni fa, ma la foto non è venuta bene e dobbiamo rifarla», si giustifica.

I recidivi come lui sono tanti. «Amò tiggiuro che questa è l’ultima volta che veniamo», promette una ragazza al suo giovane fidanzato (ma tu, amò, non crederle). E spiega: «La prima volta devi fare le foto e i video e non capisci niente, la seconda te li godi di più, come ai concerti!».

Nelle sue stories, Vasco inquadrerà la folla in attesa sulla spiaggia e la chiamerà «la muraglia pugliese». Tuttavia, al suo interno, gli accenti che si mescolano non sono solo pugliesi, ma i più disparati. E a me, a dispetto della strada appena macinata sotto al sole, tocca subito deporre lo scettro: un ragazzo ha percorso 1400 chilometri partendo da Stoccarda per essere qua.

Nonostante la calca e la disidratazione incipiente, tutto si svolge in maniera piuttosto ordinata. Le regole da rispettare sono chiare e i fedeli del Blasco vi si attengono scrupolosamente. Un uomo in costume verde fluo che tutti chiamano per nome (Giovanni) si avvicina ed elargisce i tre Komandamenti: «Non riprendere Vasco mentre esce dall’acqua e prima che indossi la maglietta; vietato gridare “Vasco, la foto”, basta girarsi e lui si avvicina a fare i selfie; se vi dà la mano non tiratelo verso di voi, non abbracciatelo né mettetegli le braccia addosso. Chiaro? Sìììì!».

A questo punto, un ragazzo che la chitarra la suona davvero si accovaccia sull’asciugamano e parte il karaoke sulla spiaggia. S’inizia con Sally, poi si passa a qualcosa di più allegro. Senza parole diventa l’inno ufficiale dell’attesa.

Nel frattempo, sempre dopo l’autorizzazione di Giovanni, un aspirante sosia del Kom improvvisa una passerella: nessuno ci casca, ma tutti favoriscono la gag fingendo di acclamarlo. «Certo con l’accento salentino non sei molto credibile», nota qualcuno.

Accanto a me, una fan che sa tutto rivela la routine quotidiana del cantante in vacanza: «Alle 10.30 si fa il bagno, alle 12.30 pranza, dopo si riposa, alle 17 incontra gli ospiti del villaggio poi la sera va a cena in un lido. Quando non c’è, la sua Suite Albachiara la affitta lui direttamente, perché dentro ci sono i mobili suoi».

Alle 11.40, dopo un’ora e un quarto di attesa a 36 gradi, i telefoni si abbassano e Vasco esce dall’acqua, preparandosi al suo secondo bagno, quello di folla. Il tempo di infilare la maglietta e i telefoni (ri)cominciano a infuocarsi (letteralmente). Il passaggio della rockstar dura alcuni minuti, ma c’è una parola, un autografo e una foto per tutti. Malgrado l’entusiasmo, però, alla fine qualcuno dirà: «Io spero che qualcosa è venuto, l’ho inquadrato da sopra e da sotto, ma col sole davanti non ci ho visto niente!». Ed è chiaro che, prima o seconda volta, non ci sarà mai davvero pace per i fan recidivi del Blasco.

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