Solo Taylor Swift può sconfiggere Trump? | Rolling Stone Italia
Più famosa di Gesù

Solo Taylor Swift può sconfiggere Trump?

La destra americana teme che la popstar sia un’arma calibrata per danneggiare il candidato repubblicano alle prossime elezioni. Ma è davvero così? Intanto Biden la confonde ancora con Britney Spears

Solo Taylor Swift può sconfiggere Trump?

Taylor Swift

Foto: by Kevin Winter/Getty Images for TAS Rights Management

Taylor Swift è più famosa di Gesù. Ci sembra decisamente il caso di scomodare la frase che John Lennon utilizzò per i Beatles nel 1966 per due motivi: il primo è che, se le cose continuano così, negli States gli swifties (i suoi fan) diventeranno di più rispetto a quelli che si professano cristiani (50 anni fa era il 90% della popolazione. Nel 2020 la percentuale è scesa intorno al 64%, nel 2070, pare, si scenderà sotto il 40%). Dall’altra parte, la popstar della Pennsylvania continua a infrangere tutti i record esistenti. Classifiche, streaming, numero di album pubblicati (solo quest’anno sono uscite due Taylor’s Version di dischi vecchi, la prossima è già in canna). E poi, chiaramente, l’Eras Tour, e l’abbiamo letto ovunque. Concerti che hanno incassato 1,04 miliardi di dollari, con 4,35 milioni di biglietti venduti e più di 60 date. Tutto questo senza considerare l’effetto offline: il potere di influenzare attivamente la vita delle persone (e questa è un’altra grande similitudine col Redentore).

Scherzi a parte, pochi giorni fa Taylor è stata incoronata dal Time come persona dell’anno. Prima di lei Barack Obama, Greta Thunberg e Volodymyr Zelensky, per citarne tre. E se in Italia il concetto che le popstar siano impegnate politicamente è qualcosa che ancora facciamo proprio fatica ad afferrare («pensino a cantare!!!1!!1»), negli USA lo schieramento di Taylor è qualcosa che fa tremare i partiti.

Nella parte in cui si spiega il perché Taylor sia la persona dell’anno, Time chiosa: «Perché ha costruito un mondo tutto suo e ha creato un posto sicuro per così tante persone, perché ha trasformato la sua storia in una leggenda globale, perché ha portato gioia a una società che ne ha disperatamente bisogno». Tutto bellissimo, sì, ma torniamo nel mondo delle cose che si possono quantificare: sorvolando sul terremoto causato dai suoi fan che ballano a un concerto, leggiamo che «quando Swift è diventata miliardaria, i prodotti interni lordi dei Paesi sono diventati il parametro per i suoi contributi finanziari». E poi ci sono i corsi universitari che ne spiegano il fenomeno, le chiavi di mille città (mai capito cosa debbano aprire), i leader mondiali che gareggiano per portare l’Eras Tour a casa loro. Un’isteria di massa non si era mai vista prima, e di musicisti di successo ne abbiamo visti.

E sulla politica: decine di migliaia di fan si sono registrati per votare dopo che lei, lo scorso settembre, ha fatto una story su Instagram. «Sono stata così fortunata a vedere così tanti di voi ai miei spettacoli negli Stati Uniti di recente. Vi ho sentito alzare la voce e so quanto le vostre voci siano potenti», ha scritto. «Assicuratevi di essere pronti a usarle nelle nostre elezioni quest’anno!». Pochi istanti dopo c’erano più di 35mila registrazioni su Vote.org.

La co-conduttrice del talk The View Alyssa Farah Griffin ha quindi suggerito in tv che se Swift dovesse candidarsi alla presidenza potrebbe addirittura battere Donald Trump. Quanto c’è di vero in questa affermazione? Un articolo di Forbes riporta un sondaggio condotto dall’Emerson College secondo il quale l’idea che Swift possa candidarsi non sia poi stata accolta molto bene dai cittadini. Ma questo non significa che la destra americana non la tema, anzi.

Dopo la pubblicazione della copertina di Time, infatti, c’è un nutrito gruppo di conservatori che è ulteriormente convinto che la popstar sia un’arma calibrata per danneggiare Trump alle prossime elezioni. End of Wokeness, un account di estrema destra con quasi due milioni di follower, ha attribuito a Swift il merito di essere così popolare da riuscire a convincere un «seguito simile a una setta» a «bere veleno se lei lo chiedesse». E ancora, «se non pensi che il regime abbia intenzione di armarla giusto in tempo per il 2024, significa che non hai prestato attenzione».

Su X, l’ex consigliere per l’immigrazione di Trump Stephen Miller ha scritto: «Quello che sta succedendo a Taylor Swift non è naturale». Noncielodicono? Ma Miller non è solo: alcuni degli ex uomini di Trump hanno pubblicato roba tipo: «Questo è ciò che accade quando cediamo la cultura alla sinistra. Giovani senza cervello che si sollevano con la musica sdolcinata di Taylor Swift e che si riversano nel mondo serio della politica».

Ma come può, nel pratico, una popstar aiutare il Presidente degli Stati Uniti? Uno dei temi caldi di queste elezioni è l’accesso all’aborto. Tema caro a Swift e ai suoi fan, e anche uno dei pochi ambiti in cui Biden prevale su Trump, almeno secondo gli ultimi sondaggi. Proprio per questo c’è chi è sicuro che nelle prossime settimane la popstar possa utilizzare la sua influenza per indirizzare i fan verso il suo candidato preferito.

Inoltre, concerti o apparizioni mirate potrebbero mobilitare giovani elettori in alcune delle città chiave. Lo scrive il sito politico The Hill, che aggiunge: «La presenza di Swift, unita a incentivi come biglietti gratuiti per attività come bussare alle porte o promesse di voto, potrebbe guidare efficacemente gli sforzi di mobilitazione». Il suo mastodontico Eras Tour potrebbe poi essere la spinta perfetta dell’ultimo minuto. I concerti termineranno a Indianapolis domenica 3 novembre, proprio poco prima di recarsi alle urne.

E se nel 2018, per la prima volta nella sua carriera, Taylor volle dare un messaggio a sostegno dei candidati democratici al Congresso nel Tennessee (argomento riesumato nel documentario Miss Americana), è molto, molto probabile che anche quest’anno succederà qualcosa. Perché, parole sue, «I need to be on the right side of history».

Pochi mesi, quindi, e vedremo cosa succederà. Intanto, il Presidente Biden la confonde ancora con Britney Spears. Non è che si può avere proprio tutto:

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