Sanremo, mettiamo ordine nel caso del presunto conflitto d'interessi di Claudio Baglioni | Rolling Stone Italia
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Sanremo, mettiamo ordine nel caso del presunto conflitto d’interessi di Claudio Baglioni

Tra società di management, blogger polemisti e attacchi di 'Striscia', un riassunto degli ultimi giorni, per i non addetti ai lavori

Claudio Baglioni condurrà per la seconda volta il Festival (di cui è anche direttore artistico). Foto: Maurizio D'Avanzo / IPA

Claudio Baglioni condurrà per la seconda volta il Festival (di cui è anche direttore artistico). Foto: Maurizio D'Avanzo / IPA

“Voglio andar via. I piedi chiedono dove, ma via…”. Probabilmente, giusto in questi giorni, Claudio Baglioni canticchia tra sé e sé il motivetto del 1981. Come mai? Le voci si rincorrono, i servizi di Striscia la Notizia lo inchiodano, ma la news è vecchia di un anno. Non è, infatti, una novità il conflitto d’interessi del direttore artistico del 69esimo Festival di Sanremo, Baglioni appunto, giacché 12 mesi fa la situazione era identica ad oggi. Ma i media dormivano. O chi lo sa.

Solo qualcuno, il blogger Michele Monina, capo popolo – esattamente come stavolta – aveva osato scriverne qualcosa. Dagospia aveva simpaticamente rinominato la kermesse “Fe(p)stival di Sanremo“, ma poi era morto tutto sotto la coltre degli ascolti altissimi che, di certo, devono aver contribuito al bis Baglionesco.

Però, quest’anno son cambiate tante cose. Non il livore di Antonio Ricci nei confronti del presentatore (l’anno scorso lo attaccava con argomentazioni decisamente più deboli a proposito del botox che gli alliscerebbe il viso, per dire), non la penna al vetriolo di Monina. Che si ostina. No. A esser cambiati sono i vertici Rai, per esempio (venga messo agli atti, a firmare il contrattone biennale del direttore artistico fu Mario Orfeo e non Fabrizio Salini, ad del carrozzone statale dal 27 luglio del 2018). Vertici che fin dalla conferenza di presentazione di questo festival in burrasca, non hanno per nulla apprezzato quanto riferito dal conduttore della kermesse in merito alle politiche migratorie attuate dai politici al comando: mai più sul palco dell’Ariston, aveva infatti tuonato di tutta risposta l’appena insediata direttora di Rai 1 Teresa De Santis, in quota Salvini.

E poi, pare, sia cambiato anche il rapporto tra Ferdinando Salzano, patron di F&P, agenzia che gestisce gli interessi manageriali e di booking del buon Baglioni e di troppi tra i prescelti in gara, e Lorenzo Suraci, proprietario di Rtl, emittente presso la quale, a onor del vero, lavora – fra gli altri – Michele Monina.

Ma andiamo con ordine.

Lo scandalo nasce da un conflitto di interessi. Quale? Claudio Baglioni seleziona gli artisti – in gara e non – che partecipano a Sanremo. E Claudio Baglioni appartiene alla F&P, scuderia di Ferdinando Salzano. Scuderia alla quale appartengono anche moltissimi degli artisti. In gara e non.

Ed ecco l’elenco: Paola Turci, Nino D’Angelo, Francesco Renga, Il Volo, Achille Lauro e Nek. E ancora: Irama, Ultimo, Federica Carta e gli Ex Otago legati alla Vivo Concerti e alla Magellano Concerti che sono parte della CTS Eventim, la quale detiene una parte della F&P.
Inoltre, come segnalato dal Fatto quotidiano, non in gara ci saranno anche Antonello Venditti, Elisa, Luciano Ligabue, Fiorella Mannoia (la notizia è freschissima di Ansa), Alessandra Amoroso (tra le polemiche, anche se qui ci domandiamo perché il lancio di pomodori avvenga per lei in qualità di super ospite e non per Annalisa – anch’essa del potente Salzano – in qualità di giudice selezionatore dei giovani), nonché il duo comico Pio e Amedeo.
E ancora: durante la serata dei duetti, Noemi si esibirà con Irama mentre il vincitore della scorsa edizione Fabrizio Moro salirà sul palco con Ultimo. Facendo i conti, se a tutti questi si sommano conduttore e direttore artistico, fanno parte della stessa agenzia, più o meno direttamente, venti artisti.

C’è chi ha fatto giustamente notare che la maggior parte dei personaggi sopra citati hanno una caratura che ne giustifica la presenza su cotanto palco. Vero. Ma il fatto sussiste.

A svelare il meccanismo, arcinoto agli addetti ai lavori da tempo, come già spiegato, è stato Michele Monina. Chi è Michele Monina? Un blogger polemista che scrive cose tendenzialmente vere. Anzi: le spara. E oltre a scrivere cosa fa Michele Monina? Lavora per Rtl 102.5 (è parte del programma Finalmente Sanremo che sta per iniziare, per esempio), radio super ascoltata di proprietà di Lorenzo Suraci. E chi è Lorenzo Suraci? Oltre ad essere il proprietario della mega radio è anche il produttore di qualche artista contemporaneo, seppur non troppo rilevante. Tra questi: Bianca Atzei e i Dear Jack. E chi, fra gli altri, è stato escluso da Sanremo quest’anno? Bianca Atzei (che portava un pezzo di Gianluca Grignani) e i Dear Jack che, con Pierdavide Carone, presentavano una canzone impegnativa. Tema: la pedofilia. Dell’esclusione di quest’ultima, per altro, ci hanno ampiamente informato troppi media, manco Baglioni avesse scartato Bocca di Rosa. Si vociferava persino che Suraci avesse inizialmente pensato di non mandare “i suoi” in Riviera per trasmettere e quindi dare spazio alla kermesse. Ma, deve aver cambiato idea.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, già evidentemente stracolmo di melma, è stata quella dell’implacabile Antonio Ricci che col suo Striscia la notizia ha sbattuto in faccia ai molti italiani che seguono il suo programma, ciò che fino a pochi giorni fa era stato soltanto argomento riservato agli addetti ai lavori. Buttando nel calderone anche il legame famigliare fra una dirigente Rai, figura chiave per l’ufficio contratti, e una collaboratrice di Salzano in F&P.

Striscia continua a battere il ferro ora che è caldissimo e non ha intenzione di mollarlo, così ogni sera aggiunge qualche dettaglio scabroso alla questione già di per sé complessa. Nell’ordine, poche ore fa, ha fatto sapere che la Friends & Partners sarebbe in liquidazione volontaria dal 30 gennaio scorso, cioè da quando è stato sollevato il polverone.

Intanto, Gianluigi Paragone, ormai Senatore della Repubblica in quota 5 stelle, ha annunciato in commissione di vigilanza Rai che avvierà un’interrogazione parlamentare per chiarire i fatti. E figurati, i pentastellati da sempre si fanno paladini della trasparenza. Questa volta, più che mai, visto l’aria che tira dalle parti di Palazzo Chigi con il vicepremier leghista – Matteo Salvini per intenderci – che riesce a raccogliere consensi anche solo con un afflato.

E la Rai? Fa melina. Né la direttora di Rai 1 Teresa De Santis, né l’ad Fabrizio Salini e nemmeno il Presidente Foa hanno voluto parlare. Anche se, come già spiegato, forse l’unico che dovrebbe fornire qualche spiegazione sarebbe Mario Orfeo, visto che c’era lui a capo della baracca quando furono cotte le patate roventi che l’attuale dirigenza si ritrova per le mani ora, rischiando – in effetti – l’ustione.

Una sola risposta, confusa, è giunta da Viale Mazzini. La firma? “Fonti Rai”.

In tutto ciò, il direttore Claudio andrà ospite dall’amico Fabio Fazio – anch’esso non poco inviso all’attuale dirigenza – questa domenica.
Se fosse per noi, gli consiglieremmo di fare come Baglioni. Peccato non si possa.

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