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Sanremo 2021, i voti ai videoclip delle canzoni in gara

Da Francesca Michielin e Fedez, che cantano in un teatro vuoto sottolineando i dati sul blocco dei concerti, a Colapesce e Dimartino, che sembrano usciti da un film di Wes Anderson

Un frame del videoclip di 'Musica leggerissima' di Colapesce e Dimartino

Arisa Potevi fare di più: 6

Amori che finiscono e ricominciano e finiscono e ricominciano di nuovo. Questo in buona sostanza è il video di Potevi fare di più, una serie di “quadri” – quest’anno si dice così – di coppie di ogni tipo, intervallati da un’Arisa super drammatica.

Colapesce e Dimartino Musica leggerissima: 10

Non sappiamo se vinceranno davvero il Festival, ma se ci fosse un David di Donatello per i videoclip sarebbe già di Colapesce e Dimartino. Girato tutto a camera singola, è un po’ Wes Anderson e un po’ William Eggleston, senza mai prendersi troppo sul serio. Belli, anzi: bellissimi.

Aiello Ora: 4

Aiello ama intensamente avvolto da lenzuola, Aiello scruta intensamente la finestra di una stanza, Aiello dorme intensamente tra le gambe di una donna, Aiello passeggia intensamente sulla riva del mare. Tutto sommato è meglio dell’esibizione di martedì.

Francesca Michielin e Fedez Chiamami per nome: 7,5

Francesca Michielin e Fedez cantano Chiamami per nome in un teatro vuoto, con le sedie ricoperte dal cellophane. In sovrimpressione (si dice ancora così?) i dati sul blocco dei concerti e dell’intrattenimento dal vivo. Un video tradizionale, con un messaggio che finora è entrato troppo poco nella scaletta del Festival. Bravi.

Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band Il farmacista: 7-

Max Gazzè è il chimico pazzo di un circo, impegnato a inventare pozioni miracolose. Il video del Farmacista fa venire in mente il Solo Show di Vinicio Capossela: è una buona notizia. E il pezzo migliora con gli ascolti.

Noemi Glicine: 5-

Noemi canta in un loft wannabe newyorkese (in realtà milanese) con le finestrone e i muri di mattone, poi su una spiaggia e anche su un palco. Nel frattempo, vediamo le immagini di una coppia in crisi. Niente (ma proprio niente) di nuovo.

Madame Voce: 7,5

Un video fatto di ricordi, momenti opposti che si sovrappongono in maniera confusa e incoerente, proprio come succede alla fine di un amore. Madame osa anche qualche passo di danza. Forse è a Sanremo solo per dimostrarci che sa fare tutto.

Måneskin Zitti e buoni: 6,5

I Måneskin al videocitofono, poi i Måneskin in una stanza. A seguire, i Måneskin inquadrati dal fish eye e i Måneskin versione Blues Brothers in una serie di quadri (sì, ancora). La cover del singolo ricorda Rocky Horror Picture Show, e nel video c’è pure un omaggio a Buñuel (?). Per provarci ci provano, eh. E il video minimal con il pezzo ci sta.

Ghemon Momento perfetto: 6

Ghemon ci sta simpatico, anche (o soprattutto) quando pensa di essere a Harlem e invece è evidentemente in un diner stile America anni ’50 a Busto Arsizio, o giù di lì. Il problema è questa povertà di setting, perché per il resto, tra “situa” Fa’ la cosa giusta e citazioni dei Blues Brothers (aridaje), ti tira dentro.

Coma_Cose Fiamme negli occhi: 9

Vacanze romane periferiche e hipsterissime (il cappottino zebrato!) tra stop, fiammiferi, corridoi di alberghi e tappeti. La loro ode d’amore contemporanea è semplice ma spacca, lo storytelling del video (il bacio delle gru!) idem. Come rimanere fedeli alla propria poetica e farsi amare da tutti.

Annalisa Dieci: 3

Annalisa fa la gggiovane in metropolitana, dove tutti si mettono a ballare all’improvviso: che novità. E c’è pure Riccardo Mandolini, aka il Damiano di Baby. Un La La Land versione urban: ci provano, ci credono, ma finisce per essere tutto solo scàrzo (cit. Emanuela Fanelli). Soprattutto lo styling “grandi magazzini” generale.

Francesco Renga Quando trovo te: 1

Renga cammina per strada, una coppia si sveglia e sa già che dovrà girare una scena sotto la pioggia. E niente, basta così.

Fasma Parlami: 5

Tra Blade Runner (je piacerebbe) e Wall-E (je piacerebbe pure questo). Con intermezzi girati nel bagno di Trainspotting. Fasma passione meccanico.

Orietta Berti Quando ti sei innamorato: 7

Un po’ videoarte, un po’ Sia tra i chandelier, un po’ Dracula Rock (!) Show, con l’Orietta nazionale che canta dalle colonne e diventa mezzobusto di ceramica. Monumentalmente Berti.

Bugo E invece sì: 5

Per fare il video basta organizzare un picnic con la band, c’è pure la partitella a calcio. Bugo versione bucolica (pardon) in un campo (non di grano) tra le rovine del Parco Archeologico dell’Appia Antica. Con un ralenti estenuante.

Gaia Cuore amaro: 4

Gaia goes totally Rosalía: oltre alla canzone e al flamenco, pure il look. E lasciamo stare i titoli “da cinema” quando non c’è nemmeno un’idea di storia, please. Prima in strada, poi a casa sua (dove è estate, c’è gggènte, il ventilatore e sono tutti sudati). Non ci facciamo mancare niente: dalla classic situa lenzuolo a quella urban con sfondo cavalcavia.

Lo Stato Sociale Combat Pop: 8,5

Albi, Lodo, Checco, Carota e Bebo mettono in campo uno storytelling “vero” (e meravigliosamente cazzone) e la loro formazione alternativa da combattimento pop, ovvero cinque componenti di una sgarrupatissima band (ci sono la donna che fa body building, il rastone, la cam girl, ecc.) che cantano ai compleanni delle medie. Ma no Stato Sociale, no party. PEPPE PE PEREPE PEPPE PE PE PE PE.

La Rappresentante di Lista Amare: 4

Uno ci prova a concentrarsi su altro, ma il video “è” la giacca di lei, chiaramente realizzata cucendo i festoni dorati dell’albero di Natale. E che impedisce violentemente qualsiasi altro focus. Santa Claus Is Coming to Town, ah no.

Malika Ayane Ti piaci così: 1

Amiche al tempo del Covid, tra aperitivi su Zoom e tintarella sul balcone: ancora?! Più che altro, quando i videoclip italiani vogliono fare la “fiction” sembra sempre una televendita con Patrizia Rossetti, tra salotti fintissimi e fotografia pubblicitaria. Peccato, perché il pop di Malika funziona, e il pezzo resta in testa.

Ermal Meta Un milione di cose da dirti: 2

Natale in casa Ermal Meta: ma è primavera! Invece nevica tra orologi a cucù, croste appese ai muri, e polvere, un sacco di polvere. Non che possano venire grandi idee visive su una ballata così classica, ma basta, perdio: vogliamo uscire di casa!

Extraliscio feat. Davide Toffolo Bianca luce nera: 6,5

Raoul Casadei goes 3D. Effettini visivi, montaggio caleidoscopico, tagli di luce: l’immaginario che da questi Bregović del Delta del Po non ti aspetti. Niente di che, ma fa simpatia.

Random Torno a te: 3

Sfondo nero, e sfilata di gente (e cagnolini) a caso. Random di nome e di fatto: bambini, ballerine, miss, fidanzate che s’inginocchiano per chiedere in sposo il partner (che empowerment!). Pochi mezzi, e si vede. E la canzone non aiuta.

Fulminacci Santa Marinella: non pervenuto

Willie Peyote Mai dire mai (La locura): non pervenuto

Gio Evan Arnica: 4

Arrivano le star, per l’esordio sanremese del poeta “salviniano per caso” (vedi l’infamous post di Elisa Isoardi): Alessandro Haber, Nancy Brilli, Fabio Troiano e Ludovica “L’amica geniale” Nasti. Piangono tutti: è il Dolentissimo Cinema Italiano, baby. Bella solo la fotografia: la potete prestare anche ai film?

Irama La genesi del tuo colore: 5+

Veloce come il vento, reloaded. La ragazza pilota (e violata), il meccanico cattivo, le piste. Irama, costretto al Sanremo in smart-working, finalmente prende un po’ d’aria. Non ci fosse il solito Messaggio (con la maiuscola), sarebbe un minifilm girato pure discretamente.

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