Il 24 aprile 2025, vale a dire 72 giorni prima del concerto d’addio Back to the Beginning, Ozzy Osbourne piangeva nel giardino di casa a Los Angeles. Era convinto che non sarebbe mai riuscito a esibirsi a Birmingham. Dopo la brutta caduta nel 2019 e i tanti problemi che erano seguiti, il dolore era pressoché costante e praticamente non riusciva più a camminare. A un ricovero per polmonite era seguito un episodio di sepsi quasi letale. Senza contare una vertebra fratturata che gli causava ancora più dolore. Era troppo debole per sopravvivere a un’altra operazione.
«Il problema è riuscire ad arrivare in Inghilterra», diceva con voce roca quel giorno a Los Angeles. Al suo fianco, la moglie Sharon col volto rigato dalle lacrime. «È devastante. Devo esserci. Devo esserci. Non ci sono alternative. Devo esserci. Sono malato da… questo è il settimo cazzo di anno. Più vado avanti con questa cosa e più peggiora. Sto diventando paralitico. Non riesco a camminare. Non riesco a piegarmi… Se non riesco ad andarci sarò incazzato il doppio. Malattia del cazzo!».
È una scena catturata dalla troupe della regista Tania Alexander, che per il documentario di Paramount+ Ozzy: No Escape From Now ha seguito Osbourne e famiglia dal 2021 fino a Back to the Beginning. Vediamo Ozzy lavorare col produttore Andrew Watt a Patient Number 9 del 2022, mettere in piedi un supergruppo metal per la cerimonia d’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, passare del tempo con la famiglia e spingere il corpo al limite pur di recuperare le forze e riuscire a esibirsi a Birmingham (riesce a farcela, ma muore 17 giorni dopo, uno dei più grandi finali nella storia del rock). È un documentario pieno di cose interessanti. Eccone alcune.
La diagnosi sbagliata
Nel corso del tour d’addio del 2018 Osbourne ha sviluppato infezioni da stafilococco a collo e pollice. È stato ricoverato in ospedale dove gli hanno fatto delle flebo di antibiotici. Durante la convalescenza è caduto andando in bagno di notte. È stato portato d’urgenza in un pronto soccorso particolarmente caotico e hanno dovuto aspettare a lungo prima di riuscire a vedere un medico. Quando lo hanno incontrato, ha detto loro che si trattava di una semplice contusione e che poteva tornare a casa. Il giorno dopo, però, Ozzy non riusciva a muovere le braccia e ed è stato portato in un altro ospedale. «Lì gli hanno fatto una risonanza magnetica» spiega la figlia Kelly «e hanno scoperto che si era rotto il collo. È assurdo che l’abbiano dimesso dal primo ospedale».
I dubbi sulla prima operazione
«Ho visto papà peggiorare, passare dallo stare seduto a, e mi spiace dirlo ma non mi viene in mente un’altra immagine, avere la postura di Gollum», dice Kelly. La moglie ha più volte rinviato il tour d’addio per poi cancellarlo. Ozzy ha continuato inesorabilmente a peggiorare. Il mal di schiena è diventato insopportabile. «Qualunque cosa tu faccia, provi sempre dolore. E quando il male è costante influisce anche sul tuo modo di pensare. Non riesci a goderti un nel niente».
Ozzy ha pugnalato Dio (con una forchetta)
Durante la convalescenza, Ozzy guardava parecchia tv, soprattutto programmi su killer, Seconda guerra mondiale e Vietnam. Sorprende scoprire che vedeva anche molte interviste su YouTube del compianto Ronnie James Dio. «Perché guardi Ronnie?», gli chiedeva la moglie. «Perché mi spiace per lui. Mi sento male». Sharon Osbourne spiega che il marito non aveva mai ascoltato i dischi dei Black Sabbath cantati da Dio. «Non conosceva Ronnie. La prima volta che l’ha incontrato è stata al Rainbow quando ha provato a pugnalarlo… con una forchetta. Non l’ha conosciuto sul serio, né sapeva nulla della sua musica. Ecco perché si sente in colpa e guarda interviste a Ronnie James Dio, e io gli chiedo: “Ma che cazzo stai facendo?”».
I ladri in casa in Inghilterra
Non è chiaro quand’è accaduto di preciso, ma Ozzy ricordava d’essersi svegliato alle 2 di notte e di aver tentato di placcare una intruso che però è riuscito a scappare dalla finestra. «Non lo sapevamo, ma era già successo che qualcuno entrasse in casa mentre eravamo via, passando da un’altra finestra», racconta Sharon. «Terribile. Sono entrati in camera da letto mentre dormivo e hanno preso gli anelli dal comodino. È inquietante pensare che mentre stai dormendo c’è qualcuno lì accanto a te. Orribile».
Ozzy voleva morire per il troppo dolore
«Ho cominciato a prendere antidepressivi perché ero pronto a farla finita. Ci penso e poi mi dico: ma che cazzo stai facendo? Conoscendomi, mi darei fuoco e non riuscirei nemmeno a crepare».
Il valore terapeutico di ‘Patient Number 9’
Dice Sharon che lavorare col produttore Andre Watt «per qualche ora fa dimenticare a Ozzy la sua situazione». Ozzy conferma: «Fare l’album mi ha salvato il culo. Sono l’uomo più fortunato al mondo a fare quel che faccio, la gente fa lavori che odia, io invece non odio il mio lavoro».
Essere cacciato dai Sabbath lo ha segnato
«Non se ne farà mai una ragione», dice la figlia Kelly, «mai e poi mai. Gli ha fatto un male tremendo, più di quanto si possa dire a parole. L’ha distrutto. Erano i suoi fratelli, erano la sua famiglia allargata, era il suo mondo, l’unico che conosceva».
La mancata esibizione alla Hall of Fame
Ozzy non aveva la forza di cantare durante la cerimonia di ingresso alla Rock and Roll Hall of Fame del 2024 e così al posto suo si è esibito un supergruppo formato da Billy Idol, Wolfgang Van Halen, Chad Smith, Steve Stevens, Jelly Roll, Robert Trujillo, Maynard James Keenan e Zakk Wylde. «Pensavo: ma che cazzo ho che non va? Il desiderio di salire sul palco ed esibirmi mi ha spezzato il cuore. Stavo quasi per chiedere di farmi provare, ma sapevo che sarei crollato nel giro di due secondi. Una vocetta nella testa mi diceva: “Alzati, che cazzo c’è che non va in te?”. Ho un piccolo demone dentro di me».
Era pronto a tutto pur di salire sul palco
«Stanotte mi sono messo a cercare online informazioni sulle gambe bioniche e cose del genere», dice Ozzy nel documentario. «Ma mi sono fermato e ho pensato: e se poi cado? Però sarebbe stato fantastico, sarei stato il vero Iron Man. Ci sono soluzioni interessanti adesso». Alla fine, Osbourne ha rischiato di mancare del tutto la cerimonia per via di un coagulo di sangue. Gli hanno dato il via libera per prendere l’aereo per Cleveland solo all’ultimo minuto.
Il ruolo di Tom Morello a Birmingham
«La prima telefonata che ho fatto è stata ai Metallica», dice Tom Morello, musical director dell’evento di Birmingham. «Ho pensato che se sarebbe stato un grande inizio sapere di avere Black Sabbath, Ozzy e i Metallica… Sono stati entusiasti. Coi Metallica confermati, ho iniziato a chiamare altra gente. E le persone rispondono, amico mio, quando dici: “C’è un ultimo concerto dei Sabbath con tutti e quattro i membri originali, è anche l’ultimo show di Ozzy e ci sono pure i Metallica”. Puoi quasi sentire le mascelle che si staccano e cadono a terra».
I progetti dopo Back to the Beginning
«Non vedo l’ora di mettermi questo concerto alle spalle. Voglio svegliarmi e passare del tempo con Sharon. Non siamo mai stati liberi da impegni. Dopo questo concerto, lo saremo». Sharon era della stessa idea: «Dopo il 5 luglio, punto e basta, un bell’inchino e si va a casa. Voglio vivere. Chiudermi nella mia bolla da qualche parte e vivere assieme, facendo solo quel che desideriamo fare». Come ha detto Ozzy, «è giunto il momento. Non pensavo di arrivare a 40 anni. Non avrei dovuto vivere oltre i 40. Ma l’ho fatto. Se la mia vita dovesse finire adesso, non potrei lamentarmi. Ho avuto una vita meravigliosa».












