Mr. Rain ha un vip pass per il regno dei cieli e del cringe | Rolling Stone Italia
Dopo la settimana santa di Sanremo

Mr. Rain ha un vip pass per il regno dei cieli e del cringe

È più facile che una canzone dozzinale diventi disco d'oro o che il suo autore diventi poster boy della Chiesa? 'Supereroi' dimostra che entrambe le cose sono fattibilissime e che gli influencer cattolici e i trend di TikTok sono due facce della stessa medaglietta votiva

Mr. Rain ha un vip pass per il regno dei cieli e del cringe

Mr. Rain a Sanremo 2023

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

Che i social potessero fare o disfare la fortuna di un brano musicale è cosa arcinota. È successo e succederà ancora, finché sarà possibile coreografare col minimo sforzo possibile il pezzo più frusto possibile, e ripetere la cosa all’infinito. Non era mai accaduto, però, che grazie a un video virale un cantante passasse, nel giro di pochi giorni, dallo status di laicissimo outsider in gara a Sanremo a quello di inconsapevole testimonial per l’evangelizzazione dei popoli.

Eppure è proprio quello che è capitato a Mr. Rain con la sua Supereroi: terzo classificato a sorpresa nell’edizione 2023 del Festival di Amadeus e oggi, con nostra meraviglia ancora maggiore, meme cattolico. Così abbiamo potuto smentire un assunto che pure, a un tratto, qualche spirito maligno ci deve aver ispirato. Non è affatto vero che è più facile che una canzone dozzinale diventi disco d’oro che il suo autore entri nel regno dei Cieli. Entrambe le cose sono fattibilissime se TikTok e la Chiesa di Roma si mettono al lavoro di comune accordo. Grazie all’alleanza tra queste due superpotenze, da supereroi a santi il percorso è stato brevissimo.

Tra i tanti altri suoi meriti il cristianesimo è cintura nera di due arti marziali, non violente ma potentissime: la comunicazione corporate e l’appropriazione culturale. Quando si tratta di farsi propaganda facendo suoi mezzi altrui nessuno riesce a stare dietro alla Chiesa. Ricordiamoci che ha saputo prendere un format come la basilica pagana, adattarlo alle sue esigenze cambiando quel poco che basta (anche meno di quanto ha fatto Call My Agent Italia con l’originale francese) e renderlo il più grande campione d’incassi della storia dell’umanità.

Altre due cose sono certamente vere della Chiesa e delle persone che vi lavorano, quale che sia la loro posizione nell’organigramma aziendale: 1) hanno come business goal la salvezza dell’umanità e 2) vedono tutto e sanno tutto. Dunque hanno visto anche Sanremo 2023 e sanno del twerking di Rosa Chemical. Come biasimarli allora se, per ristabilire un certo equilibrio dopo un siffatto colpo basso da parte di Satana, abbiano deciso di prendersi la soddisfazione di sfoderare uno dei missili più intelligenti a loro disposizione (intelligenti nel senso che sono in grado di seguirti ovunque, anche se scappi): i profili TikTok dei suoi dipendenti più smaliziati. La fede e gli algoritmi hanno saputo trovare una via per la salvezza infinitamente più efficace di un esposto per atti osceni in luogo pubblico e, soprattutto, con un rapporto costi-benefici nettamente migliore.

Il merito di aver messo in moto questa gioiosa macchina da guerra santa spetta a don Giovanni Budano, giovane sacerdote studioso di psicologia, teologia e video verticali. Al suo posto un prete più tradizionalista e con meno senso dei tempi social avrebbe semplicemente guardato la performance rainiana; scambiato con l’eventuale perpetua commenti favorevoli su versi come “Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro” e si sarebbe accontentato del risultato: Team Chemical-Belzebù 1 vs Team Rain-Arcangelo Michele 1.

Ma don Giovanni non è un prete tradizionalista e soprattuto ha un ottimo senso dei tempi social. Decide in un attimo che un testo così trito e melenso non può essere solo una felice coincidenza; quel testo è la sua grande occasione di gettare il cuore di Gesù oltre l’ostacolo. Grazie al calice, uno potrebbe dire, prova a farlo con Charlie fa surf dei Baustelle; ma non è questo il punto. Al cospetto di Supereroi Giovanni non si deve essere sentito molto diverso dal social media manager tipico che, sentito menzionare in prima serata il brand per cui lavora, prima che il responsabile marketing del cliente lo solleciti con il solito WhatsApp passivo-aggressivo di mezzanotte, produce il post giusto al momento giusto.

 

 
 
 
 
 
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Così don Giovanni, il giorno stesso della finale sanremese, pubblica su TikTok una sua rivisitazione della coreografia di Supereroi. Ogni suo gesto è così eloquente che, come nota un utente nei commenti, sembra esporre il vero significato di quel pezzo straordinario nel linguaggio dei segni.
Non passano 24 ore che un sacerdote del quartiere Tuscolano a Roma rincara la dose, pubblicando una lettera aperta a Mr. Rain sul bollettino della sua parrocchia. In sintesi: «Le parole e la musica di quanto hai portato a Sanremo con Supereroi mi hanno dato una grande forza: ho ritrovato in esse la bellezza del Vangelo: “la forza nella debolezza”, un bellissimo arcobaleno di speranza».

Il parroco attribuisce al vescovo salentino don Tonino Bello la paternità della metafora degli angeli monoala contenuta nel testo di Rain, indicandola come prova inconfutabile della cristianità del rapper bresciano. Il Venerabile Bello, per la verità, l’aveva solo citata da un libro e un film di Luciano De Crescenzo, dov’era stata messa in bocca a Luigino ‘o poeta, quale modello di lirismo low cost. Citazione che, prima della riattivazione sanremese, era rimasta dormiente per decenni nel peggio del peggio di Google Immagini, alla voce “frasi d’amore”; nonché sotto forma di giacenza di magazzino, alla voce t-shirt, dei bookshop più marci del Paese.

Compiuto questo secondo step manca poco perché Supereroi sia inserita nella playlist liturgica New Music Sunday, tra grandi successi del passato come Osanna eh e Dov’è carità e amore. E infatti ecco che puntualmente, la stessa domenica della lettera aperta, la premonizione si verifica a Lamezia Terme. Ormai è evidente che, per Mr. Rain, si sono aperte le porte sia del regno dei cieli che del cringe. Anzi, purtroppo, si sono rivelate la stessa porta con un’anta soltanto.

Non sono rimasti indifferenti al fascino dell’esegesi cattolica di Mr. Rain i maggiori influencer nazionali del segmento disagio, sia religiosi che no. Le note di Supereroi sono diventate un eccellente condimento acustico non solo per innumerevoli iterazioni di ritratti di Cristo con fard; minidocumentari su battesimi, cresime e sposalizi; ma anche per tramonti spiaggiati; video ironici e no su animali domestici; video non ironici su ricongiungimenti familiari/sentimentali. Ne sa qualcosa la nota Mamma Fungo, che l’ha usato qui.

Decine di maestre elementari l’hanno già assegnata a intere scolaresche innocenti come poesia da recitare a memoria in favore di camera. Fior di professionisti l’hanno impiegata come strumento di team building per i collaboratori increduli. I loro volti, nei reel, che sembrano dire, alternativamente: il mio notaio è più moderno del tuo; salvateci.

Anche grazie a numerose interviste pubblicate su questa rivista, sappiamo che i testi di un brano musicale sono come Pinocchi destinati a sfuggire al loro Geppetto-paroliere, quando cominciano a camminare sulle proprie gambe. E sappiamo che Mr. Rain, anche se giovane, è un autore di esperienza, e ne chissà quante fantacritiche avrà sentito sui suoi lavori.

Eppure non possiamo non chiederci come Rain stia vivendo questo momento che lo ha reso, di fatto, re incontrastato del Christian rap italiano. Difficile che ne prenda le distanze; più probabile che resti neutrale, come si potrebbe evincere da una sua dichiarazione diplomaticamente ineccepibile, sebbene un po’ freddina: «Supereroi sta diventando molto più di una canzone, la state trasformando in un simbolo».

E se invece diventasse un testimone più proattivo? Se decidesse di seguire l’onda e uscire allo scoperto, magari scegliendo la soluzione finale di riprendersi mentre canta accompagnato, a un passo da sé, da un coro di carmelitane scalze? Quel che è certo è che Mr. Rain potrebbe anche, per assurdo, mettersi contro gli influencer della Chiesa, ma mai contro i trend di TikTok. Ma in ogni caso, ora che sono due facce della stessa medaglietta miracolosa, il problema non si pone.

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