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Miley Cyrus ha cantato una vita per arrivare fin qui

Ha interpretato lo spirito di una nazione con le cover. Ha monopolizzato le classifiche con 'Flowers'. Domani pubblicherà 'Endless Summer Vacation'. Oggi più che mai, Miley è solo Miley
Miley Cyrus in concerto

Foto: Mauricio Santana/Getty Images

Che gran momento per i fan di Miley Cyrus. Flowers è molto più di una hit, è il trionfo del mileynismo. Sono passati dieci anni da Wrecking Ball, l’ultimo pezzo di Cyrus ad aver raggiunto il primo posto delle classifiche, nel periodo costellato di scandali di Bangerz. Ora, finalmente, la cantante è riuscita a diventare la leggenda dall’attitudine old school che ha sempre desiderato essere. Il singolo di lancio dell’album post-divorzio Endless Summer Vacation segna il passaggio definitivo dall’epoca di Hannah Montana all’età adulta. È l’acme di una delle più lunghe e bizzarre storie del pop moderno.

Miley ha solo 30 anni, ma è super famosa da quasi due decenni. La sua carriera è iniziata come marionetta del mondo Disney dove recitava la parte d’una finta popstar con una vita segreta da normale ragazza americana. Hannah Montana è stata una casa degli specchi a livello identitario: nella serie il ruolo del padre era infatti affidato al suo vero papà, Billy Ray Cyrus, che aveva recitato la parte di se stesso anche in una scena di un film di David Lynch.

Addirittura nella sua prima canzone ad entrare nella Top 10 quindici anni fa, See You Again, Miley già cantava delle sue crisi di personalità: “La mia migliore amica Leslie dice: oh, sta solo facendo se stessa”. E Miley è sempre stata se stessa in tutte le sue incarnazioni. O come ha detto di recente: «Puoi dire che sono una volgare bifolca che twerka e fuma erba, ma non che sono una bugiarda».

Flowers è diventata una grande hit perché è la sua canzone più onesta, un’ode a ricominciare dopo un divorzio e tornare ad amare se stessa in cui congeda il suo ex dicendo che “posso comprarmi i fiori da sola”. Tutti hanno pensato all’ex marito Liam Hemsworth: sono stati assieme più di un decennio, ma il loro matrimonio è finito in meno di un anno, nel 2019. Miley canta anche di quando la loro casa di Malibu è andata a fuoco: “Siamo stati bene assieme fino a quando non è iniziata ad andare male / Abbiamo costruito una casa e l’abbiamo vista bruciare”. O come ci ha raccontato nel 2020, il fuoco «mi ha cambiata in un modo in cui da sola non ce l’avrei mai fatta. Mi sono liberata da quel che non mi serviva più a raggiungere i miei obiettivi».

Miley ha messo nel brano una serie di indizi che i fan hanno provato a decifrare, una tecnica di cui fanno largo uso Taylor Swift e Olivia Rodrigo. Sta forse citando Liam, la canzone di Bruno Mars suonata al suo matrimonio? Nel video – pubblicato nel giorno del compleanno dell’ex – indossa l’abito che aveva alla prima di Avengers quando lui le disse di comportarsi bene?

È tutto lasciato all’immaginazione dei fan, nella tradizione “Paul è morto / Tupac è vivo”. Sua sorella Brandi ne ha parlato nel podcast Your Favourite Thing. «La canzone è uscita nel giorno del compleanno di lui, è stato un caso? Non so, non posso dirlo con certezza. È stato un colpo di genio di Miley. Le narrazioni che si stanno creando sono pazzesche». E Miley stessa non si è presa la briga di negare nessuna di queste ipotesi. Come chiosa Brandi, «solo lei sa la verità».

Il tratto distintivo di Miley è sempre stata la voce un po’ country che si è portata dietro in tutte le sue trasformazioni. Ogni passaggio della sua carriera è sempre stato drastico, come quando da bimba della Disney è passata ad essere una party girl. Un’opera rock psichedelica con i Flaming Lips sui loro animali domestici morti? Un ritorno alle sue origini country in Younger Now? L’ultima volta l’avevamo lasciata in pieno mood anni ’80 con Plastic Hearts (che vantava collaborazioni con Dua Lipa, Stevie Nicks, Billy Idol e Joan Jett), un album tutto neon e synth.

La maturità è arrivata con la pandemia, quand’è diventata l’interprete di cover più amata d’America. La sua Wish You Were Here al Saturday Night Live ha intercettato lo spirito dei tempi, diventando un messaggio di conforto a una nazione chiusa in casa, ognuno nella sua bolla. E ha continuato a farlo cantando Doll Parts, Heart of Glass, Zombie. Quale altra popstar è in grado di dire tanto di personale interpretando canzoni altrui? E nel suo New Years Eve Party s’è calata definitivamente nel ruolo, duettando con chiunque, da David Byrne a Dolly Parton, da Latto a Paris Hilton.

Ci sta perché in fondo Miley è la figlia di una fantasia pop. Anche letteralmente, nel senso che è nata nel momento in cui il padre contribuiva a creare la nuova musica di Nashville. Un mese dopo la nascita della figlia, Billy Ray interpretava la parte del toy boy di Dolly nel video di Romeo, dove Parton assicurava d’essere “sufficientemente vecchia per essere l’amante di quel ragazzo”. Nella vita reale Parton è la madrina di Miley, cosa che entrambe amano ricordare. Allo speciale di capodanno, hanno duettato su un medley di Wrecking Ball e I Will Always Love You, la canzone dello storico comeback del 1992 di Whitney Houston, che all’epoca aveva l’età che Miley ha oggi.

È come se il viaggio intrapreso da Miley ai tempi di Hoedown Throwdown, quand’era adolescente, culminasse oggi. È sempre stata una classicista, con un talento tutto suo nell’interpretare hit del passato. E ha sempre ragionato sul lungo periodo, da intelligente conoscitrice della storia del pop quale è.

L’impressione è che ora i classici del futuro li stia pubblicando lei, le canzoni cioè di cui lei stessa farebbe delle cover. Sta cantando dalla prospettiva d’una donna che ha tanto vissuto ed è tornata per raccontarlo, una donna che piange il suo matrimonio finito come un tempo piangeva la morte del pesce Pablow. Questa è la canzone, questo è l’album, questo è il momento in cui culmina tutta la sua carriera. Oggi più che mai, Miley è solo Miley.

Da Rolling Stone US

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