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Marilyn Manson e l’assenzio: una storia d’amore e odio

C'è una sottile linea verde che unisce Baudelaire, Modigliani e Manson. Ma a differenza degli altri, il Reverendo se lo produceva anche, con una rigorosa gradazione alcolica del 66,6%

«La prima volta che ho bevuto assenzio è stato a New Orleans, nel 1996. All’epoca stavo facendo Antichrist Superstar, credo. Era davvero molto artigianale, decisamente simile alle distillazioni clandestine [dell’epoca proibizionista]. Ho passato anche la notte di capodanno del nuovo millennio bevendo assenzio con Johnny Depp nel sud della Francia. Eravamo pronti per l’apocalisse, ma alla fine non è arrivata, cosa che ci ha deluso molto. Così abbiamo bevuto ancora più assenzio e abbiamo sparato i fuochi d’artificio. È stato molto divertente. Non bevo alcolici, bevo assenzio.»

La citazione qui sopra, tratta dall’intervista pubblicata sul numero 1028 di Rolling Stone USA del giugno 2007, la dice assai lunga sulla grande passione che ha animato le notti (e i giorni) di Marilyn Manson: l’Artemisia Absinthium. O meglio, il distillato che si ricava dalla pianta. Una passione abbastanza pericolosa, la bevanda fatale per eccellenza, capace di occupare in un periodo compreso fra la metà ‘800 e i primi ‘900 una fetta allucinante (in tutti i sensi) della cultura, arte e società europea: fra pittori, scrittori bohémien, poeti maledetti e chiunque in generale avesse da evadere fra le braccia della baudelairiana fée verte, la fata verde.

Non c’è quindi da stupirsi della sottile linea verde che parte da Rimbaud e Verlaine, passa per Apollinaire e Toulouse-Lautrec, devia per Amedeo Modigliani e in qualche modo arriva a Marilyn Manson. Ma a differenza di tutti questi, il Reverendo è andato oltre. Approfittando del fatto che negli Stati Uniti è tornato legale nel 2007 (era stato bandito nel 1912), Manson nello stesso anno ha lanciato sul mercato il proprio brand di assenzio. Non fa una piega. D’altronde, se Bob Dylan fa il suo whisky e i Children Of Bodom la birra, non vedo perché



Prodotto in Svizzera da un esperto distillatore, Oliver Matter, il Mansinthe (nome facile) sfoggia un colore verde smeraldo e una gradazione alcolica dietro la quale c’è sicuramente lo zampino di Manson: 66,6%. «Sono stato invitato nel 2005 a Basilea, Manson voleva incontrarmi» ha raccontato Matter. «Ci è voluto un po’ prima che Manson provasse i modelli, poi mi ha chiamato ed è stato elettrizzato. Abbiamo deciso di andare avanti e, solo due anni dopo, Absinthe Mansinthe è diventato un assenzio globalmente distribuito e ampiamente rispettato. Ha anche vinto la medaglia d’oro alla San Francisco World Spirits Competition.»

Il gusto del Mansinthe viene descritto dallo stesso Matter come fresco e senza zucchero né coloranti aggiunti. Il segreto dell’infuso starebbe anche nelle diverse erbe medicinali, oltre che dei semi di anice e finocchio che gli permettono di diventare quasi bianco latte quando viene aggiunta acqua gelida alla mistura.

Detto così fa quasi venire sete. Pare quasi che tutti quei semini delle stesse piante officinali con cui normalmente di fanno le tisane abbiano effetti benefici sull’organismo. E invece è pur sempre assenzio, e anche per il Reverendo, superati i 45 anni, è arrivata la doccia fredda. «Non bevo più assenzio» ha detto ai Kerrang! Awards nel 2015. «Ha troppo zucchero, cosa che mi agita troppo. Ho bisogno di stare tranquillo, così sono passato all’erba e alla vodka. Per me significano uno stile di vita sobrio.»

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