Ma davvero gli under 30 sono troppo sensibili per sentire ‘Fairytale of New York’? | Rolling Stone Italia
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Ma davvero gli under 30 sono troppo sensibili per sentire ‘Fairytale of New York’?

Secondo la BBC, la canzone dei Pogues è adatta al pubblico over 35, ma può risultare offensiva per i più giovani che non vogliono sentire la parola “frocio” pronunciata dalla protagonista della canzone

Fairytale of New York censurata

Trasmettete la nostra canzone o uccidiamo Babbo Natale. Kristy MacColl e Shane MacGowan nel 1987

Foto: Tim Roney/Getty Images

Fairytale of New York dei Pogues è stata censurata. Di nuovo. Un anno fa si raccontava la storia della canzone del 1987 e delle controversie che da qualche tempo la riguardano per via del linguaggio crudo utilizzato dai protagonisti. Shane MacGowan e Kristy MacColl interpretano una coppia d’immigrati irlandesi reietti e falliti, un ubriacone e un’eroinomane che vagabondano per le strade di New York e se ne dicono di tutti i colori: “sei una vecchia puttana drogata”, “tu feccia, tu verme, tu disgustoso frocio taccagno”. È una grande canzone di Natale. Anzi, è una delle migliori canzoni natalizie di sempre per vie dell’effetto creato dal verismo dei dialoghi, dalla melodia struggente, dall’arrangiamento assieme dolce e amaro e pure dalla storia d’immigrazione che s’intravede.

Ora BBC Radio 1 ha deciso di trasmettere una versione della canzone emendata dalle parole “frocio” e “troia”, con le nuove parti come sono state ricantate da MacColl nel 1992 (otto anni prima della morte nelle acque di Cozumel, in Messico) e l’offesa di MacGowan rimossa del tutto. Secondo la stazione radiofonica, i suoi ascoltatori «sono particolarmente sensibili a termini dispregiativi» che riguardano genere e sessualità. «Sappiamo che la canzone è considerata un classico natalizio» ha detto un portavoce della BBC «e la passeremo anche quest’anno, lasciando che siano le stazioni radio a scegliere la versione più rilevante per i loro ascoltatori». È una motivazione diversa da quella che un anno fa aveva spinto un dj di BBC Radio Solent di nome Alex Dyke a non trasmettere la canzone perché puttana, feccia, disgustoso frocio taccagno non «sono parole che i nostri figli dovrebbero cantare sul sedile posteriore delle nostre auto».

C’è un altro fatto interessante: BBC Radio 2 continuerà a trasmettere la canzone originale. La differenza fra le due emittenti sta nei rispettivi target: under 30 per Radio 1, over 35 per Radio 2. Sono cioè gli ascoltatori più giovani ad essere considerati più sensibili all’uso di parole dispregiative come “frocio” e “troia”. Non perché siano troppo piccoli per sentirle, ovviamente, ma perché urtano la loro sensibilità di ragazzi cresciuti negli anni Zero.

Neanche la censura è quella di una volta. Negli anni ’80 il dibattito attorno alla liceità dei testi delle canzoni era dettato da quel che accadeva negli Stati Uniti: da una parte c’erano gli artisti che rivendicavano la libertà di espressione, dall’altra c’era la ghenga delle potentissime mamme di Washington capeggiata da Tipper Gore preoccupate per l’educazione della prole. Da una parte i Frank Zappa e i Twisted Sister, dall’altra il Parents Music Resource Center che piazzava gli adesivi sui dischi. Censurati e censori. Con un differenza non da poco: un tempo il dibattito riguardava genericamente scene di sesso e violenza, ora riguarda espressioni offensive verso le minoranze.

Trentacinque anni dopo la nascita del PMRC, è la sensibilità dei figli a far scattare la censura, non quella dei genitori che li vogliono proteggere. E non si capisce se quelli con qualche anno in più, gli over 35 che ascoltano BBC Radio 2, non sentono il peso della parola “frocio” perché sono cresciuti in un mondo in cui c’era una ridotta sensibilità verso gli omosessuali o semplicemente sanno che in una canzone si dovrebbe essere liberi di far letteratura e dire quel che si vuole. Per non ritrovarsi con i due ubriaconi e disadattati che si scannano per strada a Natale stando attenti però a non proferire offese sessiste o discriminatorie, come due studenti di un’università dell’Ivy League dalla moralità impeccabile.

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