Lucio Battisti a 50 anni dal primo album | Rolling Stone Italia
Storie

Lucio Battisti a 50 anni dal primo album


Nel giorno del compleanno di Battisti e dell'anniversario dell'uscita del suo disco d’esordio, una petizione chiede la diffusione in streaming di tutto il suo repertorio. Una richiesta condivisibile, soprattutto per le nuove generazioni, ma che non può ignorare le volontà dell’artista

Lucio Battisti a 50 anni dal primo album

Lucio Battisti

Foto: Impress Own/United Archives via Getty Images

«Quando nel 1968 Lucio venne al Cantagiro con Balla Linda, prima di salire sul palco s’attaccò al mio braccio tremando per la paura. Quando scese, dopo un applauso fragoroso, mi guardò come se fosse un’altra persona: “A Maurì, nun me ferma più nessuno”», ha raccontato a Repubblica Maurizio Vandelli, ex Equipe 84 e figura fondamentale per l’inizio della carriera di uno dei più grandi autori, se non il più grande, della musica leggera italiana. Lucio Battisti è nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone; 26 anni dopo, il 5 marzo 1969, usciva il suo primo album omonimo. Il disco, nonostante lo scetticismo dell’etichetta discografica, di chi diceva che aveva un tono di voce sgradevole e che sarebbe stato meglio se avesse fatto l’autore, sarà il terzo più venduto dell’anno, e contiene già molti degli elementi che renderanno immortali le canzoni di Battisti-Mogol. C’è la sanremese Un’avventura, la quasi-psichedelia di 29 settembre, le atmosfere latine di La mia canzone per Maria, il beat e il pop colto di Non è Francesca, con tanto di ammiccamento in reverse alle sperimentazioni dei Beatles.

Il 5 marzo, quindi, è una data particolarmente importante per il mondo battistiano. Soprattutto quest’anno, perché coincide con la pubblicazione di una petizione, architettata da Ciao! Discoteca Italiana, per rendere disponibile in streaming la discografia di Battisti. Com’è noto, al momento il repertorio di Lucio – un vero e proprio “tesoro discografico” dal valore stimato di 14 milioni di euro, e che frutta ogni anno 800mila – è al centro di una battaglia giudiziaria tra Mogol, la Universal Ricordi e la vedova Grazia Letizia Veronese, che ha negato l’utilizzo della musica del marito (a quanto pare su espressa richiesta di Battisti, che voleva che la sua musica restasse confinata al formato per cui era stata concepita, cioè l’album) per pubblicità, film, persino commemorazioni pubbliche.

Non sappiamo come finirà la vicenda giudiziaria – che trovate riassunta in questa ricostruzione che Milena Gabanelli ha confezionato per il Corriere della Sera -, ma non vogliamo tirarci indietro di fronte alla necessità di riscoprire e divulgare l’immenso repertorio di Battisti. Per questo, abbiamo raccolto i 10 brani che secondo noi avrebbero più bisogno di una “seconda vita” online. Si tratta ovviamente della musica dei dischi bianchi, il suo vero testamento artistico, purtroppo ignorato da critica e pubblico.

“Fatti un pianto” da Don Giovanni (1986)

“Il diluvio” da Don Giovanni (1986)

“Allontanando” da L’apparenza (1988)

“Per nome” da L’apparenza (1988)

“La sposa occidentale” da La sposa occidentale (1990)

“I ritorni” da La sposa occidentale (1990)

“Cosa succederà alla ragazza” da Cosa succederà alla ragazza (1992)

“Però il rinoceronte” da Cosa succederà alla ragazza (1992)

“Hegel” da Hegel (1994)

“Estetica” da Hegel (1994)

Altre notizie su:  Lucio Battisti opinione