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Lo streaming è il sistema dominante, ma è fragile: il caso di DatPiff

Dopo un crash del server, è salvo l’archivio della più grande piattaforma gratuita al mondo di mixtape rap. Una buona notizia in un mondo di contenuti digitali che possono sparire da un momento all’altro

Foto: c-d-x/Unsplash

La celebre piattaforma dedicata ai mixtape DatPiff ha caricato su Internet Archive la sua libreria che conta oltre 366 mila compilation. A marzo il servizio, che si definisce “la massima autorità in campo di mixtape”, ha subìto un crash del server che ha messo in pericolo il suo catalogo di musica gratuita. Il sito è stato poi riattivato con una pagina che annuncia il progetto di “evolversi oltre il nostro sito web e la nostra app” al fine di “continuare a rendere accessibile la libreria”. Quasi un anno dopo, i 50 terabyte di mixtape e album gratuiti di artisti del calibro di Kendrick Lamar, Lil Wayne e altri sono disponibili in streaming su Internet Archive. Il caricamento di questa enorme mole di file garantisce che una porzione preziosa di storia del rap non vada persa, sacrificata agli dei dell’errore 404.

Gli ascoltatori possono così comunque accedere alla musica di DatPiff mentre la piattaforma entra in una fase di manutenzione per progettare il prossimo passo. La home promette una “next generation” del sito. Non è chiaro come sarà il nuovo Datpiff in un ecosistema digitale nel frattempo cambiato in cui le piattaforme di streaming sono diventati i luoghi principali in cui gli artisti caricano musica. Una cosa al momento è certa: l’upload su Internet Archive preserverà una generazione di musica.

Jason Scott, archivista di Internet Archive, dice a Rolling Stone di essere contento che DatPiff abbia caricato lì la sua collezione, scegliendo questa come soluzione a lungo termine «invece di cancellare la musica». Nessuno di DatPiff li ha interpellati prima di procedere all’upload. Quei 50 tera di musica corrispondono a «mezza giornata di dati» rispetto a quanto solitamente viene caricato sul sito, che ospita file d’ogni tipo.

«Una volta ho detto che i mixtape hip hop sono fra gli oggetti culturali più importanti e al tempo stesso fragili in circolazione e questo potrebbe avere attirato la loro attenzione. Anche con la distribuzione digitale, a meno che un artista non diventi molto grande, tante cose possono andare perdute a causa del disinteresse o della naturale entropia del sistema. Ci sono parecchie voci nel panorama hip hop e possono essere eliminate in modo semplicissimo: le probabilità di perdere tutto sono concrete».

Il caso DatPiff è scoppiato nel momento in cui il ritorno dei De La Soul sulle piattaforme di streaming richiamava l’attenzione su quanto sia diventato dominante e al tempo stesso fragilissimo il mercato digitale. La rottura dei De La Soul con la Tommy Boy Records (ricucita nell’agosto del 2021) aveva reso pressoché introvabili i loro primi sei album per gli ascoltatori più giovani che non avevano i CD o i vinili d’epoca. La fine di DatPiff avrebbe privato di lavori importantissimi degli anni Duemila gli ascoltatori che non li avevano scaricati. La musica digitale è comoda e facile da usare, ma suscettibile alla volatilità dei prodotti immateriali. I supporti fisici possono graffiarsi, rompersi e deformarsi, ma non scompaiono inspiegabilmente com’è successo nel 2019 quando MySpace ha perso milioni di canzoni caricate sul sito, cancellando di fatto gli archivi di un’intera epoca di musica online. In quel caso, Internet Archive è riuscito a salvare una piccola parte di quegli upload.

Fondata nel 2005 da Marcus Frasier, DatPiff ha rappresentato un punto di riferimento durante l’era dei blog, un capitolo esaltante della storia del rap in cui tutti, dagli emergenti ai veterani, hanno iniziato a caricare musica gratuita sui loro siti e su quelli di altri. DatPiff e i blog costituivano in buona sostanza una piazza digitale che permetteva agli artisti indipendenti di essere visti accanto a quelli affermati, rafforzando il loro profilo e permettendo ad alcuni di bypassare le major.

Nel 2019, il presidente della Taylor Gang e manager di Wiz Khalifa, Will Dzombak, ha detto a Complex che «al suo apice, DatPiff era importantissimo» e ha contribuito al successo del suo cliente. DatPiff potrebbe tornare ad essere un trampolino di lancio per una nuova generazione di artisti. Se così non fosse, grazie a Internet Archive la sua libreria che ha segnato un’epoca ora ha una casa sicura.

Da Rolling Stone US.

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